centro storico, collinare, commerciale, Mercato San Severino, S. Severino (denominazione storica), Mercato (denominazione storica, fino al 1864), Mercato San Severino (denominazione storica, dal 1864), San Severino Rota (denominazione storica, 1934 -1945), Mercato S. Severino (denominazione ufficiale, dal 1945) (seconda metà XI)

Mercato San Severino, XI seconda metà

Numerosi monumenti, risparmiati dal violento terremoto del 1980, impreziosiscono l'abitato e i suoi dintorni a testimonianza dell'illustre passato, primo fra tutti il complesso monumentale del castello medievale di Mercato S. Severino, uno dei più notevoli episodi di architettura militare dell'Italia meridionale, che domina dall’esterno il borgo. Nel centro storico troviamola la chiesa di Santa Maria delle Grazie, nota col nome di S. Maria fori Sanseverini agli inizi del 1300; il Convento di San Domenico, eretto con una struttura architettonica rinascimentale intorno al 1464, poi sede municipale; l’attuale Municipio (palazzo Vanvitelli) alle pendici delle collina del castello longobardo che in origine costituiva con l'attigua chiesa, un unico complesso monastico sede dell'ordine dei Domenicani con il titolo di San Giovanni in Palco. Ai bordi del centro storico sorge il Convento trecentesco di Sant'Antonio, in origine intitolato a S. Francesco, con chiesa annessa, ricostruiti dopo l’alluvione che colpì la zona nella prima metà del secolo XVIII

  • OGGETTO centro storico collinare, commerciale
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro della provincia di Salerno posto a 146 metri s.l.m., adagiato ai piedi del gruppo montuoso del Mai, alla confluenza dei torrenti Solofrana e La Calvagnola. È compreso Compresa nella Comunità montana Valle dell'Irno
  • LOCALIZZAZIONE Mercato San Severino (SA) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Garibaldi, Mercato San Severino (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il toponimo ha subito nel corso dei secoli varie trasformazioni. Agli inizi dell’XI secolo comparve il toponimo S. Severino, inizialmente riferito solo al castello, poi, nel 1172, esteso al territorio in riferimento all’omonimo Santo che era stato qui trasferito da Napoli. Intorno al XVI sec. compare anche il toponimo Mercato, quando cioè il territorio di S. Severino viene indicato con il termine forum, mercato. Bisognerà attendere il 1864 perché il sindaco del Comune comunicasse al prefetto di Salerno la volontà di aggiungere al nome “Mercato” quello di S. Severino, riferendosi non al Santo ma alla famiglia S. Severino che qui regnò per molto tempo. Nel 1934 divenne San Severino Rota poi Il 2 agosto 1945 è ripristinato il nome del comune di epoca prefascista, ma questa volta nella dizione “Mercato S. Severino”. La storia della Valle affondi le sue radici nella civiltà romana, se non preromana. I Romani vi costruirono ville e fattorie, ed una “statio”, cioè un posto di controllo politico, fiscale e amministrativo chiamata poi Rota, nome derivante dal latino rotatieum. Con il passare degli anni, intorno alla “statio” venne a formarsi un vero e proprio villaggio, denominato Rota appunto, che era poi l’originario nucleo abitativo di S. Severino. Con ogni probabilità la città fu poi distrutta dai longobardi nel 640 d.C. e alle pendici della collina andò a formarsi in villaggio chiamato Mercato che non diventerà mai un grande centro urbano ma ebbe una rilevanza ma la posizione felice rispetto ai traffici. Da un documento del 1286 si rileva che Mercato era infatti uno dei principali fornitori, con i paesi dell'agro sarnese-nocerino, del mercato di Salerno anche se, probabilmente, più che un centro di produzione agricola, all'epoca, si doveva considerare un luogo di raccolta e distribuzione delle varie derrate che si producevano nei villaggi rurali del circondario. Sede di Gastaldato longobardo, dal 1067 il borgo risulta soggetto al normanno Turgisio. Fu fortificato durante la dominazione angioina e di nuovo in epoca aragonese; cominciò a ingrandirsi sotto Tommaso III Sanseverino, fungendo da centro propulsore del piccolo stato di Sanseverino. Nel XV secolo l'attuale corso Diaz a nord si confondeva con una piazza, che, considerata la morfologia del luogo, doveva estendersi fino alle pendici della collina del Castello: quella piazza, nominata Mercato vecchio era certamente la più antica sede del mercato. L'unica costruzione sul lato nord del Corso, di cui è documentata la presenza nella prima metà del XV secolo, era il palazzo dei principi di Sanseverino. Il Palazzo, ancora esistente - noto col nome di "Landi"-, nacque come ospizio, una sorta di albergo per i forestieri in transito. successivamente venne restaurato e convertito in dimora principesca nell' epoca di transizione tra Antonello e Roberto II, principi di Sanseverino. Il collegamento tra Mercato e il Castello, con buona attendibilità, era assicurato, per un tratto, dall'attuale via Municipio, e per il resto da un sentiero relativamente agevole che conduceva alla torre Mastio. Nel 1553, a causa della ribellione a Carlo V del feudatario Ferdinando Sanseverino, il borgo fu assegnato a Ferrante Gonzaga, passando poi ai Carafa e ai Caracciolo. Lo sviluppo di Mercato S. Severino fu in generale lento a causa della presenza di paludi che, con le loro esalazioni malefiche, rendevano la vita impossibile. Solo sotto il governo napoleonico si apprestarono opere di bonifica dei terreni, tese a migliorare e ad ampliare le strade per meglio favorire l’insediamento urbano e l’economia. Fino al XIX sec. il comune rimase un piccolo centro, per lo più sede di uffici e, soprattutto, un grande centro commerciale. Il terremoto del 23 novembre 1980 causò danni gravi e in tutto il territorio comunale le unità edilizie distrutte o danneggiate più o meno gravemente furono 2300. Furono fortemente danneggiati molti edifici ecclesiastici monumentali, tra cui la chiesa di S. Giovanni in Parco e nell’attiguo palazzo vanvitelliano, in origine convento dei monaci Domenicani, furono rilevati notevoli danni alle strutture murarie sia orizzontali che verticali, in particolare nell’angolo sudovest e nel tetto del corpo di fabbrica centrale. Risultarono danneggiate più o meno gravemente anche le chiese della SS. Trinità, di S. Alfonso, S. Antonio, S. Fortunato, S. Magno in Ancigliano, S. Marco a Rota, S. Maria delle Grazie in Eustachio, S. Nicola di Bari, S. Pietro Apostolo e il convento della Visitazione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916340
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
    (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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