centro storico, collinare, lineare, religioso, agricolo, Santomenna, Santa Menna (denominazione storica, ante 1881) (VI)

Santomenna, VI

La catastrofe del terremoto del 23 novembre 1980 ha cancellato la maggior parte del tessuto urbano e sociale del piccolo centro: gli oltre 90 secondi e l’intensità del decimo grado della scala Mercalli hanno distrutto oltre il 90% della parte costruita. La chiesa di Santa Maria delle Grazie del sec. XIV, poi rimaneggiata e ampliata, danneggiata dopo l'ultimo sisma del 1980, è stata ricostruita negli anni Novanta e restituita al culto nel Maggio del 2001. Altre emergenze del centro storico sono: la Chiesa della Congregazione, sita nell’abitato che si estende verso Castelnuovo di Conza, eretta ai primi del ‘700 e portata a compimento soltanto nel 1730; la Chiesa dell’Annunziata; la Chiesa di Santa Lucia; il Palazzo De Ruggiero del 1800, oggi di proprietà della Curia Arcivescovile e adibito a museo; il Palazzo Figurelli, alle pendici del centro storico, uno dei pochi edifici a superare, pressoché indenne, il tragico terremoto del 1980

  • OGGETTO centro storico collinare, lineare, religioso, agricolo
  • CARATTERI AMBIENTALI Il nucleo consolidato sorge a circa 540 metri s.l.m. in una posizione paesaggistica montana di notevole fascino, ai limiti della provincia di Salerno nella zona montuosa compresa tra la sella di Conza e il gruppo montuoso Marzano‐Eremita, nell'alta valle del Sele. Appartiene alla Comunità Montana dell’ Alto e Medio Sele
  • LOCALIZZAZIONE Santomenna (SA) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Bozza, Santomenna (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo un'antica leggenda, l'eremita Mena nel VI secolo si ritirò in preghiera nella zona; qui, alla sua morte, i benedettini edificarono un monastero, intorno al quale si raccolse il primo nucleo dell'attuale abitato. Il vivo culto del Patrono Santo Menna si riflette nell'origine agionimica del toponimo, indicato un tempo come Santa Menna e mutato nella forma attuale solo a partire dal 1881. Secondo gli storici invece è a partire dall’assedio di Conza da parte dei Bizantini, datato intorno al 553 d.C., che si può iniziare ad individuare il centro abitato che si connota come Santomenna. Nel 555 d.C. Narsete sconfigge Teia dopo una dura battaglia durata due anni: Compsa è espugnata ed i Goti sono sconfitti. Nel biennio di assedio bizantino ai Goti piccoli insediamenti agricoli di ventano base di operazioni militari. Nella vicina Valle del fiume Tèmete i due insediamenti che oggi conosciamo col nome di Castelnuovo di Conza e di Santomenna, sono il prodotto di questo evento bellico, in quanto Castelnuovo è stato l’anello del sistema difensivo e sentinella verso il sud, Santomenna è stato un insediamento agricolo‐forestale proprio dell’economia romana nella zona. Dal momento in cui le truppe bizantine vi si insediano, Santomenna diviene base di operazioni militari, e non ha ancora un nome individuato, ma in questa sede è importante rilevare la frequentazione, la sua antropizzazione, il suo essere dotato di strutture abitative e produttive, il suo avere partecipato ‐ anche se in veste anonima ‐ alle importanti vicende che segnano il sesto secolo dell’era cristiana. Da questo momento storico, Santomenna è sempre citato dalle cronache, anche se per i successivi due secoli non avrà un nome proprio. Nel 568 dopo Cristo, sotto la guida di re Alboino si ha la penetrazione longobarda. Dal VI secolo, in epoca Longobarda, il territorio dell’Alta Valle del Sele in cui sorge Santomenna rimase annesso al ducato di Benevento fino a quando, nella metà del IX secolo, fu smembrato in tre principati: Benevento, Salerno e Capua. Nacque così il Principato Citra, comprendente il territorio di Salerno, e tutti i paesi adagiati sulla destra e sulla sinistra dell’Alto Sele vi furono ascritti per circa dieci secoli. Nel XII secolo passò di fatto alla Chiesa di Roma, che lo concesse al Vescovo di Conza, il quale decise di edificare a Santomenna la sua residenza. Dopo il 1561 gli Arcivescovi spostarono la residenza di Conza nel vicino Casale di Sant’Andrea, che divenne, così, la sede alternativa a Santomenna. Nel 1582, sui resti del monastero benedettino, sorse il convento dei cappuccini. Nel 1818 la sede arcivescovile di Conza fu unita a quella di Campagna e questo determinò l’abbandono dell’episcopio, in seguito utilizzato come sede municipale, e soprattutto il ridimensionamento del ruolo e dell’importanza dello stesso paese. Il terremoto del 23 novembre 1980 causò danni devastanti: in tutto il territorio comunale le unità edilizie distrutte o crollate parzialmente furono 482 (circa il 90% del patrimonio edilizio esistente). Nella chiesa madre di S. Maria delle Grazie crollarono il timpano della facciata e la copertura dell’abside; risultarono pressoché distrutti il convento dei Cappuccini e la chiesa di S. Gaetano; la chiesa della congrega dell’Immacolata Concezione subì profondi dissesti strutturali e danni che ne minarono la stabilità. Danni molto gravi furono rilevati anche nelle chiese della SS. Annunziata, di S. Francesco e di S. Gaetano. Nel cinquecentesco palazzo De Ruggieri furono riscontrate gravissime lesioni, con crolli parziali del tetto, cedimento degli architravi e spanciamenti di alcune murature
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916299
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
    (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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