Madonna di Pietralba / Maria Weissenstein

Ordine dei Servi di Maria, XVI

Il Santuario Basilica della Madonna di Pietralba ("Wallfahrtsort Maria Weißenstein" in tedesco, "Santuarie de Baissiston" in ladino) si trova isolato, in ambiente montano (46,392° N, 11,413° E, 1520 metri s.l.m.). Inoltre da Pietralba può ammirare le catene delle Dolomiti: dal Catinaccio (Rosengarten in tedesco, perché fa riferimento all’Enrosadira che lo colora al tramonto), alla Marmolada, il Gran Vernel e il Latemar, certamente tra le più belle cime di questo complesso montagnoso, denominato Patrimonio naturale dell'Unesco (www.unesco.it). Ha fatto parte della diocesi di Trento fino al 1964, quando è passato alla diocesi di Bolzano -Bressanone; la parrocchia era quella di Nova Ponente/Deutschnofen fino a quando, nel 1900, è stata eretta la parrocchia di Monte San Pietro/Petersberg. Il Santuario Basilica è il più frequentato delle Alpi centrali, si stima che vi giungano 300.000 visitatori l’anno, provenienti soprattutto dal Tirolo, dalla Baviera, dal Trentino e dal Veneto, ma anche da altre regioni italiane e tedesche, dalla Francia, dal Belgio, dall’Ungheria. Nel 1988 è stato visitato anche da papa Giovanni Paolo IL La festa principale è la terza domenica di settembre (Addolorata). Nel primo secolo di vita del Santuario di Pietralba/Weißenstein la festa principale era la solennità dell’Assunta, il 15 agosto, e questa data continua a essere il giorno di maggior affluenza al luogo sacro. Ma le cose cambiarono a partire dal 1718, quando dal convento-madre di Innsbruck arrivarono i frati Servi di Maria. Questo Ordine ha come devozione specifica il culto verso l’Addolorata, la solennità di Maria presso la croce del Signore, la terza domenica di settembre. In tale occasione la venerata immagine in pietra bianca della Pietà viene tolta dalla nicchia dove normalmente è conservata e viene posta su un baldacchino, per esser trasportata in processione attraverso i prati e i boschi di Pietralba in una festa di popolo e di fedeli sempre nuova e affascinante. La celebrazione è presieduta normalmente da un vescovo o da un abate mitrato. La banda musicale del vicino paese di Monte San Pietro/Petersberg accompagna con musiche ritmate l’incedere della processione, mentre gli Schützen di Aldino/Aldein in costume portano il baldacchino con la statua della Madonna infiorato e addobbato a festa. Lungo sette stazioni, che corrispondono ai sette principali dolori della vita di Maria, viene pregata la ″Via Matris″ nelle lingue ufficiali della regione: tedesco, italiano e ladino. La processione si conclude con la benedizione solenne ai paesi e alle valli della regione. Il triduo pasquale (giovedì, venerdì, Sabato santo e Domenica di Pasqua) viene celebrato nel Santuario di Pietralba con solennità momento significativo è la celebrazione dell’«Ora della Madre», il Sabato santo, in cui si contemplano i dolori di Maria, rimasta “desolata” dopo la sepoltura del Figlio. L'immagine venerata a Pietralba è, infatti, la Pietà. Il giorno di Pasqua si canta solennemente il "Regina Coeli" per unirsi alla Madre che per prima vide il Figlio risorto dai morti. Altre occasioni festive: La prima domenica di novembre si celebra in Sudtirolo la ″Seelensonntag″, la domenica dei defunti. Il Movimento per la Vita di questa regione celebra dal 1980 una messa solenne nel Santuario della Madonna Addolorata di Pietralba per i bambini vittime dell’aborto e per le donne che hanno fatto questa esperienza. Da tutta la provincia di Bolzano giungono pellegrini in auto o in pullman per confessarsi e ottenere l’indulgenza plenaria nell’ottavario dei morti, per partecipare alla messa dedicata a questo scopo e per sostenersi a vicenda nella battaglia per affermare il valore della vita. - Nel Sudtirolo le ultime domeniche d’avvento sono chiamate rispettivamente “Domenica d’argento”, la terza, e “Domenica d’oro”, la quarta. Dal 1997 il Club Alpino Italiano della Bassa Atesina (Egna/Neumarkt, Salorno/Salurn, Appiano/Eppan) ha realizzato l'iniziativa la “Camminata d’oro”, un pellegrinaggio a piedi da Laives a Pietralba/Weifenstein per trascorrere la giornata nella pace del Santuario, tra la neve, nella preghiera e celebrando una messa solenne. All’inizio i partecipanti erano poche decine; oggi sono varie centinaia, provenienti non solo dall’Alto Adige ma anche dal Trentino e dal Veneto. Il Santuario è stato elevato alla dignità di Basilica Minore il 4 giugno 1985

  • OGGETTO santuario basilica
  • LOCALIZZAZIONE (BZ) - Trentino - Alto Adige , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Pietralba, 9 (BZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo la leggenda, la cui prima versione fu scritta intorno al 1600, l’origine del Santuario risale al 1553. Un certo Leonardo, contadino del maso Weizenstain, in seguito a una malattia si trovò a soffrire di turbe mentali che lo spingevano ad allontanarsi da casa: durante uno di questi deliri cadde in un dirupo, rimanendo miracolosamente incolume. Vide allora la Vergine, la quale gli promise la completa guarigione se egli avesse costruito una cappella in suo onore. Durante la costruzione (decisa nel luogo in cui era stato visto, nottetempo, un lume) Leonardo rinvenne la statua che divenne oggetto della devozione. Si tratta di una raffigurazione della Pietà in alabastro, alta 16 cm. Tale leggenda è trascritta su una tavola posta nell’interno della Basilica Santuario (1733). Il dato storico parla dell’esistenza sul posto, nel 1579, di una cappella di dedicazione mariana, che però secondo il parroco di Nova Ponente/Deutschnofen - che stese una relazione in occasione della visita pastorale di quell’anno - era ancora in costruzione e non ancora consacrata. Si rese presto necessaria la costruzione di un edificio di dimensioni maggiori, per cui la cappella primitiva (nella quale c’è oggi una copia settecentesca della statua venerata, in legno dipinto) fu incorporata in una chiesa più grande, costruita a partire dal 1638 da Anton Santa da Monte San Pietro/Petersberg su progetto dell’architetto Giovanni Battista Delai (completamento nel 1654, consacrazione nel 1673). Nel 1658 l’autorità diocesana giudicò veritieri i fatti che avevano portato alla nascita del luogo sacro, e i conti Khuen-Belasi fondarono un beneficio per il sostentamento di un sacerdote (secolare) stabile. Fin dal 1630 vi era sul posto anche una struttura ricettiva per i pellegrini, sostituita nel 1708 da un ampio “hospizio” divenuto poi l’Albergo di Pietralba. Lo stesso conte Matteo Khuen aveva pensato fin dal 1649 di favorire l’arrivo a Weißenstein dei Servi di Maria della provincia tirolese: tale insediamento fu però ostacolato dal parroco di Nova Ponente/Deutschnofen e dai canonici della cattedrale di Trento, per cui si dovette attendere fino al 1718, quando quattro religiosi dell’ordine dei Servi di Maria poterono fare ingresso nel santuario con l’approvazione di papa Clemente XI e dell’imperatore Carlo VI, il quale invitò tutti i suoi sudditi a venerare la “Vergine taumaturga di Pietralba”. Tra 1719 e 1722 fu costruito l’annesso imponente convento, disposto su due ali ai fianchi della chiesa. Nel 1727 e nel 1732 papa Innocenzo XII concesse ai Servi di Maria che operavano a Pietralba il permesso di assolvere i penitenti anche nei casi riservati, cosa che favorì ulteriormente l'afflusso dei pellegrini. Nel corso del XVIII secolo i Servi costruirono anche una chiesetta nel luogo in cui Leonardo, il fondatore, aveva vissuto come eremita; promossero il rinnovamento del luogo di culto in forme barocche, con gli affreschi di Joseph Adam Mölk (1753) e l’altare maggiore, con pala dell’Immacolata, di Johann Victor Platzer (1665-1708). Nel 1787 il Santuario fu soppresso per ordine dell’imperatore Giuseppe II. I Servi furono allontanati; il denaro e gli oggetti di valore furono confiscati; gli arredi liturgici venduti ad altre chiese. Il monastero e la chiesa furono messi all’asta, passarono per più proprietari e furono ridotti dapprima a magazzino e poi a luogo di villeggiatura, rischiando più volte la demolizione. Nel 1826 il vescovo di Trento espresse però il desiderio di veder rinascere il Santuario. La statua dell’Addolorata tornò a Pietralba/Weißenstein (oppure fu posta a Pietralba una copia della statua rimasta invece a Laives). I Servi di Maria ritornarono nel 1836 e si occuparono poi della cura d’anime anche nel villaggio di Monte San Pietro/Petersberg: quanto era stato disperso fu riacquistato e il santuario tornò al precedente splendore. La chiesa fu restaurata e ridipinta da Alphons Siber (gli affreschi del Mélk furono poi riscoperti nel 1977). Nel 1885 la statuetta posta sull’altar maggiore fu incoronata con un diadema di oro e brillanti dal vescovo Giovanni Giacomo Della Bona, alla presenza di oltre quindicimila pellegrini. Molti dei miracoli avvenuti tra XVII e XVII secolo (guarigioni, protezione e altro; alcuni casi di resurrezioni di bambini per il tempo necessario a ricevere il battesimo) sono stati registrati in raccolte a stampa (la prima nel 1722, l’ultima nel 1778); tra 1952 e 1970 sono state contate 197 “grazie”. Vi è una raccolta di ex voto composta da migliaia di pezzi (tavolette dipinte e oggetti di oreficeria, a partire dal 1826); parte di quelli più antichi sono andati distrutti nel 1787 quando il santuario fu soppresso. Oggi vengono conservati nella chiesa, nell’atrio d’ingresso, nei vicini corridoi. Non pochi sono stati portati da reduci, tornati incolumi dalle guerre: il Santuario fu meta di grandi pellegrinaggi il 27 settembre 1914 e il 14 giugno 1943 (Curzel Emanuele - Varanini Gian Maria, Madonna di Pietralba in "Santuari d’Italia Trentino Alto Adige/Südtirol", Roma, De Luca, 2012, pp. 190-192)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 04-ICCD_MODI_3556839565071
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA dépliant (1)
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  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0