Madonna di Loreto

Graglia, XVII seconda metà

Salendo da Biella, lungo una delle ultime curve prima di raggiungere il Santuario della Madonna di Loreto, si trova il serbatoio dell’acqua potabile di Graglia (1903-1930). L’acqua per Graglia è elemento primo di economia e di fede. Il luogo sacro offre la possibilità di salutari passeggiate, è rinomato proprio per la salubrità dell'acqua, leggera e diuretica, acqua che dal Santuario prende il nome. In passato tale ricchezza naturale fu valorizzata in stabilimenti idroterapici e bagni. Lungo il sentiero che porta alla sommità del colle di San Carlo, dove si erge l'omonima chiesa che doveva rappresentare il punto culminante del percorso, si trovano i ruderi di altre cinque cappelle, con condizioni climatiche ideali. In un punto dedicato si può riprodurre il fenomeno di un'eco acustica, talmente qualitativa da poter ripetere parole fino a undici sillabe

  • OGGETTO santuario diocesano
  • LOCALIZZAZIONE Graglia (BI) - Piemonte , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Campiglie, 1, Graglia (BI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Santuario ingloba la cappella della Casa Santa di Loreto, cappella che rientrava nel progetto straordinario, poi abbandonato, del parroco di Graglia Nicolao Velotti secondo cui si sarebbe dovuto edificare un Sacro Monte di ben cento cappelle tra Graglia ed il Colle San Carlo. Succeduto al Velotti nel 1630, il teologo Agostino Dal Pozzo pensò meglio di concentrare le energie nella costruzione di un unico Santuario. I Savoia, nella figura del duca Carlo Emanuele II, furono provvidi mecenati. Proprio Carlo Emanuele II, infatti, diede incarico all'ingegnere Pietro Arduzzi di approntare il disegno dell'edificio. Si ebbe la collocazione della prima pietra nel 1659 e si dovette arrivare alla seconda metà del XVIII secolo per vedere la conclusione dei lavori. Numerose le grazie ottenute nel contesto gragliese. Si ricordano quelle certificate negli anni 1654-1655: otto graziati erano di Graglia, quattro di Sordevolo, due di Muzzano, uno di Mongrando, uno di Donato, uno di Ronco, uno di Camburzano, uno di Occhieppo Superiore. Due graziati erano residenti nella diocesi di Ivrea, uno abitava a Carema ed un altro a San Benigno. In gran parte si trattava di guarigioni, ma vi erano anche visioni. Si certificò che Maria e Comina Begliuto il 3 giugno 1654 videro una processione che si muoveva alla Santa Casa, ma le persone mandate per constatare il fatto non trovarono nessuno. Ancora, Minotto ed Anna Maria Garzena, il 15 giugno dello stesso anno, videro passare una processione che a mezzogiorno si muoveva verso la Santa Casa, ma che il cappellano mai vide arrivare. A proposito di miracoli e grazie ricevute non può dimenticarsi il patrimonio degli ex voto di tale santuario, talvolta legati proprio alle acque. Si ricordi, ad esempio, l’ex voto secentesco che raffigura nella porzione sinistra la Madonna di Graglia con l’ampio gonnellone e nella porzione destra un anonimo salvato dalle acque. Cadere nelle acque di fiumi e torrenti era un rischio oltremodo frequente. Il teologo Dal Pozzo nel suo "Ragguaglio" riferisce di certo Martino Nicolis il quale "vedendo circa mezo Giugno 1655 che per il strepito del tuono un’altra sua mula, spaventata si precipitava nell’Elvo fiume (in quel tempo grossissimo) d’alto ben piedi trenta; e non ostante la quantità dell’acque e l’eminenza d’alcuni sassi acuminati, quali là dove vanno a soffocare e fracassare: raccorrendo nel principio del pericolo alla detta Madonna, hebbe la mula in ogni parte sana"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 01-ICCD_MODI_9054606773071
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA decreto (1)
    decreto (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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