sfinge

Potenza, SECOLI/ VI a.C metà

il mostro, dal magro corpo allungato, è rappresentato accucciato con gli arti anteriori dritti piantati su un coppo. L'ovale del volto - dal modellato piuttosto pesante tranne che per gli zigomi, caratterizzati da morbida lavorazione plastica che armonizza i passaggi di piano - presenta fronte bassa, coronata da una stephane, incorniciata da una fila di riccioli che realizzano un motivo ad onde; il naso pronunciato si origina da arcate sopraccigliari appena accennate, come il cavo oculare del resto, assai poco profondo, con grandi occhi amigdaloidi; le labbra sono serrate e premute; l'orecchio schematico è segnato da rigido geometrismo. La chioma dei capelli è raccolta in tre trecce. Il busto è decorato da una banda rettangolare allungata che corre tutt'intorno alla parte anteriore del corpo, inquadrata da una linea a rilievo in alto e da una coppia di linee incise in basso, la quale presenta una decorazione a rilievo realizzata a rullo presentante una teoria di leoni che inseguono cinghiali. Plastica la resa delle due ali spiegate e falcare, ricurve verso il basso, con piume che si inarcano come petali di un fiore. La sfinge si presenta, secondo la prassi della coroplastica antica, come una statua cava internamente, le cui varie parti realizzare separatamente, sono state prima della cottura assemblate. Per la realizzazione delle diverse parti sono state usate generalmente matrici, mentre alcuni elementi sembrano modellati a mano. La statua doveva essere dipinta di cui se ne conservano minime tracce. Si ipotizza l'uso del rosso porpora associato al nero, in un sistema di policromia a tre colori che alternava rosso, nero e colore naturale dell'argilla. Non è escluso che si usasse anche il bianco, anche se non ne sono distinguibili tracce

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