necropoli
Si tratta di 90 accumuli di pietre e terra di varie forme ed estensioni, con diametri compresi in media tra gli otto e i dieci metri - con alcune eccezioni che superano i 20 metri - e un’altezza di 50-60 centimetri, al massimo 1 m: alcuni appaiono più compatti e con una struttura conica a base circolare, altri più espansi e con un perimetro ovoidale e trapezoidale. L’analisi delle tipologie ceramiche e di alcuni resti ossei ha permesso di collocare il sito tra la metà del IV e il III millennio a.C. in accordo con il diffondersi di una pratica funeraria - quella del seppellimento sotto tumulo - estesa dal nord Europa fino alla Puglia meridionale, all’interno di un processo di interazione culturale. Complessivamente ne sono stati indagati dodici, di cui tre non hanno restituito informazioni di carattere archeologico, trattandosi di spietramenti recenti. Per il resto, si distinguono due differenti tipologie di monumenti, quelli di carattere cultuale, il tumulo 2 (5 x 4 metri) e il tumulo 4 (8 x 5 metri), entrambi di forma allungata, che hanno restituito frammenti ceramici e strumenti in pietra, e quelli utilizzati come strutture sepolcrali, caratterizzate dalla presenza di resti umani combusti entro vasi e/o resti inumati affiancati da corredo ceramico, deposto solitamente su una piattaforma di grandi blocchi, e successivamente coperti di pietra e terra. Nello specifico, il tumulo 1 (lungo 10 metri, largo sei e alto 60 centimetri), a 300 metri sud-ovest della Masseria Don Cesare, e il tumulo 6, a 700 metri da quest’ultimo, in località l’Aparo di Valentini, con un profilo circolare (diametro 10 metri e altezza 60 centimetri), documentano il ricorso alla pratica di impilare tre vasi uno nell'altro prima della loro deposizione in una zona marginale del tumulo: il primo conservava, all’interno di un vaso decorato con motivo a fasci incisi, resti combusti di minimo due individui, una donna e un bambino; nel secondo, erano i resti combusti e inumati di almeno cinque individui, di cui tre adulti, un giovane e un bambino, sparsi in parte nella zona centrale, apparentemente senza ordine, e in parte in alcuni vasi frammentari. Un osso umano del tumulo 6 è stato datato al 2600-2300 a.C. Nel tumulo 9, di forma ellittica, furono recuperati resti umani, di cui uno combusto, deposti in una zona centrale, poco sotto la superficie. Oltre ai resti umani erano circa 300 frammenti ceramici di cui uno datato al 2.702-2.474 a.C. Il tumulo 68 è, finora, il tumulo più antico della necropoli: lungo 8,90 m, largo 6,30 m, alto 60 cm ha una pianta trapezoidale e ha restituito una buca delimitata da lastre e una cista litica contenente resti umani cremati di cui uno datato al 3.650-3500 a.C. Il tumulo 10, lungo 11 m, largo 5,5, alto 1 m è una struttura triangolare articolata in 3 ambienti con resti di incinerati deposti in vasi: in un caso, tre vasi impilati contenevano i resti cremati di un adulto datato al 3020- 2680 a. C. Di particolare interesse, per le sue dimensioni, il tumulo 11: lungo 22 m, largo 18, alto 1 m, il monumento fu costruito su un’area sopraelevata. Esso ha restituito una cista litica con ossa cremate e frammenti ceramici e circoli di pietre con al centro un’urna cineraria contenente i resti di un adulto datato al 3090-2900 a.C. Il tumulo 7, il più monumentale, è caratterizzato da una complessa articolazione degli spazi: esteso 200 metri quadri e di forma trapezoidale presenta un muro di grandi blocchi lungo 14 metri che separa l’area di rispetto con valenza cultuale da quella funeraria vera e propria caratterizzata da una cista litica ubicata all'estremità orientale della struttura. Si tratta di un ambiente di forma rettangolare (1,60 x 1,35 metri spazio interno; 2,30 x 2 metri ingombro esterno; profondità 150 centimetri) chiuso su tre lati da grandi lastroni e sul lato ad est da tre massi rimovibili. Al suo interno, nella parte più in bassa è documentata l’incinerazione entro vasi di tre individui di cui due datati al 2910-2630 a.C.; successivamente la tomba fu usata per la deposizione secondaria di minimo 50 individui, di cui 35 adulti di entrambi i sessi e 15 immaturi di età compresa tra i 0 e 19 anni: da un osso proviene la datazione di un osso al 2480-2280 a.C. Altri resti umani vennero messi in luce in una struttura al di là del muro di divisione, di forma quadrangolare e perimetrata da cinque massi: in particolare, un femore e denti umani, per un totale di minimo tre individui, che testimoniano un suo ipotetico utilizzo come luogo di deposizione e scheletrizzazione dei defunti. Al centro del tumulo è stata rinvenuta una buca circolare con pietre piatte disposte in quattro filari contenente resti di terra, ceneri, ossa bruciate e parte di un vaso. Una funzione cultuale fu rivestita anche da un’altra buca di forma circolare trovata a sud del muro, delimitata da otto lastre, e contenente terra bruciata e una saliera rotta intenzionalmente. La frantumazione intenzionale del corredo ceramico e la dispersione dei suoi frammenti è una pratica ampiamente diffusa nell’età del Rame dell’Italia centro-meridionale e documenta un’interazione culturale tra i gruppi Laterza, Gaudo e Rinaldone. Accanto alla ceramica, di cui si conservano in particolare forme per bere e scodelle basse e aperte per il consumo di cibi o per pratiche cerimoniali, la cista conteneva anche altri manufatti, come ornamenti in pietra, osso, conchiglia e corallo; strumenti in calcare (due asce a ferro da stiro) furono deposti, uno accanto all’altro, su un margine del tumulo. Il materiale ceramico è riferibile alle facies Laterza e Gaudo: alla prima si riferiscono i boccaletti, le patere, i recipienti decorati a bande campite a reticolo; alla seconda le brocche con decorazione a fasci di linee incise
- OGGETTO necropoli
-
CLASSIFICAZIONE
area ad uso funerario
- LOCALIZZAZIONE Salve (LE) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO S.P. 339, 73050 Salve (LE), Salve (LE)
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389925
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0