Camerelle (area ad uso funerario necropoli)

Pozzilli, VI a.C

Lo scavo della necropoli, condotto in sistuazione di emergenza, giacchè la stessa individuata nel corso dei lavori per la realizzazione di uno stabilimeno industriale, non ha interessato l'intera area archeologica. E' stato esplorato un settore di circa 6.640 mq, riportando in luce settanta sepolture, disposte secondo raggruppamenti casuali ed orientamenti diversi. La quasi totalità è costituita da tombe a fossa (solo tre sono del tipo a cappuccina di tegole); le tombe più recenti sono quasi sempre caratterizzate da un'ampia controfossa colma di terra e pietrame mentre la fossa stessa era chiusa da lastroni di tufo (vedi ad esempio le tombe 51 e 48). I defunti sono costantemente distesi supini con le braccia lungo il corpo e gambe parallele. La necropoli fu frequentata dalla metà del VI sec. a.C., come si ricava dalla presenza di vasellame di bucchero, fino al periodo compreso tra la fine del V e gli inizi del IV sec. a.C. I corredi sono generalmente molto povweri di ornamenti personali, scarse le fibule quasi sempre di ferro; limitati anche gli altri oggetti di ornamento: grani di pasta vitrea, anellini e bracciali di filo di bronzo; le armi sono rappresentate quasi sempre da cuspidi di lancia di ferro. In alcuni casi faceva parte del corredo una grande olla da derrate, collocata presso al testa ad un livello più alto rispetto agli altri vasi, in maniera che l'imboccatura affiorasse tra le pietre della copertura. Nella necropoli si è trovato un unico vaso di bronzo, un bacile con orlo ribattuto all'esterno che presentava sul fondo evidenti tracce di un restauro antico. Il bucchero è presente in diverse sepolture, anche se con un solo vaso: oinochoai a bocca trilobata e ventre globulare, coppe carenate ache di piccole dimensioni, kantharoi su basso piede, stamnoi a corpo sferico, anforette con collo ad imbuto ed anse a doppio bastone. E' certamente materiale di provenienza campana, giunto a Pozzilli per il tramite della valle del Volturno: le forme attestate si inquadrano tutte nella fase V di Capua, datata tra il 570-60 ed il 520 a.C.. Anche la presenza del bucchero rosso conferma i rapporti tra questa area e la Campania settentrionale, dove questa classe di materiali appare diffusa. La ceramica a vernice nera, del tutto omogenea, sia come forme che come caratteristiche tecniche, proviene certamente da un'unica fabbrica locale; le forme sono piuttosto limitate, kylikes, coppe, piccole olpai, è una produzione anche cronologicamente abbastanza omogenea, che si può inquadrare nell'ambito del V secolo. Della ceramica di impasto di produzione locale si ha un quadro meno completo, frequente l'anforetta con anse a nastro e corpo ovoidale, talora con baccellature sul ventre, ma non mancano tipi più elaborati, come l'anfora della tomba 48, accanto al permanere di forme tipiche dell'Età del Ferro, come l'olla ovoide con prese a lingua al di sotto dell'orlo, sempre di rozza fattura

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'