Sepino 01-Strada Comunale del Casarinetto (sito pluristratificato)

Sepino, III a.C - XVIII d.C

L’area oggetto delle indagini archeologiche è ubicata in agro di Sepino Loc. Traversa strada comunale casarinetto, ed è delimitata ad est da una piccola strada interpoderale ed ad ovest da campi incolti con bassa vegetazione spontanea. L’intera superficie di scavo raggiunge un’estensione di mt. 60,22x 13,82. Le indagini di scavo stratigrafico hanno consentito il recupero di numerose evidenze archeologiche e la puntualizzazione della sequenza stratigrafica, dimostra come quest’area sia stata intensamente occupata, con funzioni e destinazioni d’uso diverse, dall’età sannitica a quella moderna. I rinvenimenti si riferiscono alla presenza di strutture edilizie che occupano principalmente il settore centro-occidentale dell’area di scavo, il cui primo impianto sembra collocarsi in età sannitica, tra la fine del III sec. a.C. e la prima metà del II a.C., con ammodernamenti successivi databili sino e non oltre la seconda metà del II sec. d.C.; e di due nuclei necropolari: l’uno ad ovest, ascrivibile all’età altomedievale e l’altro ad est, di età tardo romana. Successivo alla necropoli altomedievale è una possente fornace da calce, solo parzialmente indagata e individuata nel settore nord-occidentale dell’area di scavo. Età sannitica: l’evidenza più antica, databile tra la fine del III sec.a. C. e la metà del II sec. a.C., è riconducibile ad una struttura abitativa, le cui evidenze si collocano nel settore centro occidentale dell’area di scavo. Questa si presenta in cattivo stato di conservazione, dovuto alle forti incisioni praticate dai mezzi agricoli nel corso del tempo. Nonostante questo è possibile riconoscere la presenza di un atrium di cui rimane l’impluvium , una vaschetta rettangolare delimitata da una cornice di blocchi calcarei. L’abitazione che si sviluppa con orientamento nord-sud aveva un ingresso a ovest che dava direttamente sull’atrium. A sud dell’ingresso sono ipotizzabili due ambienti di deposito, come mostra il rinvenimento di due dolia in situ e di residui di pavimento in terra battuta. A nord, invece, si distinguono due ambienti a pianta quadrata (cubilia ?) caratterizzati d pavimentazione in cocciopesto. I materiali rappresentati principalmente da ceramica a vernice nera e ceramica da fuoco, sembrano indicare che l’edificio fu utilizzato almeno fino alla fine del II sec. a.C. periodo dopo il quale l’area viene abbandonata per essere poi rioccupata a partire dalla metà del I se. a.C., con una struttura apparentemente monumentale, che in parte riutilizzò le strutture precedenti ancora visibili. Età romana: I muri della nuova struttura romana, sono da riferirsi ad un imponente edificio di cui sono documentabili almeno due fasi. Della struttura è stata riconosciuta una porticus, organizzata intorno ad un cortile centrale, orientata nord-sud, dove si conserva sei basi di colonna. Allo stato attuale delle indagini non è possibile definire la funzione dell’edificio. Ciò che sembra certo invece, è il periodo dell’abbandono: il materiale ceramico più tardo (terra sigillata A) indica un orizzonte cronologico che non va oltre la metà del II sec. d.C. I dati archeologici mostrano come l’area, in questo periodo, perde la sua funzione abitativa per essere utilizzata prima a scopo artigianale e successivamente funerario. Ancora in età romana è l’edificazione di una fornace a pianta rettangolare individuata immediatamente ad ovest dell’edificio di prima età imperiale. Data l’esiguità del materiale rinvenuto, non è possibile fornire una cronologia in termini assoluti sul periodo d’uso; si può tuttavia affermare, per questioni di ordine stratigrafico che essa si colloca cronologicamente tra il III sec. e la fine dell’età romana. Coevo potrebbe essere un piccolo nucleo sepolcrale rappresentato da sei tombe che conservano solo parte del fondo: l’assenza dello scheletro e di elementi di corredo, rendono dubbia la cronologia, tuttavia considerazioni di carattere tipologico consentono forse di attribuire il nucleo all’età tardo-romana. Si tratta di sepolture ad inumazione entro fossa terragna subrettangolare con struttura in laterizi (cassa o cappuccina?). Età altomedievale: Ascrivibile cronologicamente ad età altomedievale (seconda metà del V-VII sec. d.C.) è invece il cimitero che occupa in maniera caillare il settore centro-occidentale dell’area di scavo. Esso è costituito da 49 tombe (TT. 1-10, 16-20, 20-23, 25-45, 47, 49-58, 60-61) orientate principalmente nord-ovest/sud-est, eccetto due (TT.52,55) disposte in senso nord-sud. Sono state individuate 3 diverse tipologie: una prima (TT. 2-3, 5, 7-9, 16, 23, 31-42, 44-47, 51, 54, 60) rappresentata da 26 sepolture ad innumazione in fossa terragna sub-rettangolare con angoli arrotondati, munita di spallette. La copertura era probabilmente in materiale deperibile, forse legno. Il defunto è adagiato in posizione supina con testa a nord-ovest o ad ovest, braccia conserte sul bacino e gambe distese e parallele. Una seconda tipologia (TT.6,10,17,26,43,53,55) è documentata da sette sepolture anch’esse a inumazione con defunto deposto in posizione supina con testa a nor-ovet o ad ovest, braccia conserte sul bacino e gambe distese e parallele, sistemato entro una cassa realizzata con materiale di rimpiego, cotituito da blocchi calcarei disposti in filari orizzontali e fondo in spezzoni di tegole e laterizi. La copertura in soli due casi ( TT.43, 55) era realizzata con lastre calcaree. Una terza tipologia ( TT. 4, 20-22, 25, 27-30, 49-50, 52, 56-58) è invece documentata da 15 sepolture: si tratta di semplici inumazioni a fossa terragna di forma antropomorfa, con defunto posto in posizione supina con testa a nord-ovest ed a ovest, braccia conserte sul abcino e gambe distese e paralell, che solo in un caso (T27) è adagiato su un piano realizzato con spezzoni e tegole. Solo in otto casi sono stati rinvenuti elementi relativi al corredo personale. La T2 e T 54, riferibili ad individui di sesso femminile, conetevano due orecchini in bronzo a verga sottile; nella T 32 si conserva una fibbia in bronzo e un coltello in ferro, mentre nella T 30 una fibula in bronzo ad omega con estremità desinenti a volute. La T 10 ha restituito un coltello in ferro posto lungo il fianco sinistro e una coppa ombelicata in vetro con motivo decorativo in bianco a doppia elica. Dalla T 26 proviene invece una fibula in bronzo a disco con 4 lapislazzuli e dalle TT 43 e 53 due fibule in bronzo. Età bassomedievale: successivo all’area necropolare è l’impianto di una possente fornace da calce nel settore nord-occidentale dell’area di scavo. Si tratta di una tipica fornace da calce a pianta circolare, conservatasi sino ad un’altezza di mt. 2,40 e scavata nel terreno interecettando parte delle strutture e delle sepolture preesistenti. L’imponenza della fronace, il cui diametro è di circa mt. 3,10, lascia ipotizzare la produzione di un grosso quantitativo di calce, utilizzata per la fabbricazione di uno o più edifici, di cui non è stata rinvenuta nessuna traccia nello scavo: è possibile che tali costruzioni siano da collocarsi nelle immediate vicinzanze. Età moderna/contemporanea: tra il XVII-XVIII secolo, l’area è attraversata da un’ampia starda orientata nord-est/sud-ovest, per la cui realizzazione fu livellato tutto il settore occidentale, comportando una rasatura delle strutture antiche ancora visibili e delle sepolture su questo lato

  • OGGETTO sito pluristratificato
  • MISURE Lunghezza: 60,22 m
    Larghezza: 13,82 m
  • AMBITO CULTURALE Ambito Sannitico/ Moderno
  • LOCALIZZAZIONE Sepino (CB) - Molise , ITALIA
  • INDIRIZZO Strada Comunale del Casarinetto, Sepino (CB)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE Lo scavo stratigrafico a permesseo di documentare un esteso sito pluristratificato che ha avuto una contiuità di vita dall'età sannitica a quella moderna
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400108084
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia del Molise
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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