S. Maria di Casalpiano (edificio di culto ed annessi, insediamento)

Morrone del Sannio, II a.C fine

L’insediamento si colloca in un’ampia area pianeggiante di media collina, ai margini della valle del fiume Biferno; a breve distanza è ancora visibile il tracciato del tratturo Celano-Foggia. L’insediamento rustico (villa o vicus), di notevoli proporzioni, come è stato evidenziato anche con gli ultimi saggi di scavo, è occupato dall’età tardo-repubblicana fino a quella tardoantica/altomedioevale. Per il sito romano le indagini archeologiche hanno portato in luce solo un settore pertinente alla parte residenziale, tuttavia sufficiente per individuare una preliminare successione delle fasi in cui si articola la storia dell’insediamento. Tra la fine del II e il I secolo a.C. l’area viene edificata con vani, che conservano la parte inferiore dei muri perimetrali, in opera incerta e i pavimenti in opus signinum. La decorazione dei pavimenti è ottenuta con l’inserimento in un massetto di cocciopesto di tessere bianche, nere o verdastre formanti decorazioni geometriche: motivi a reticolo o a elementi poligonali, con cornice delimitata da riquadri o meandri. Un altro tipo presenta un campo riempito senza ordine con pietruzze e scaglie di marmo policromo e tessere di dimensioni maggiori disposte al centro e ai vertici di poligoni. Il complesso viene ampliato nella prima età imperiale, con la costruzione di nuovi ambienti, con pareti rivestite in opus reticulatum. Di un impianto termale si è messo in luce un vano con il pavimento sopraelevato da suspensurae fittili. In particolare nell'area dei quadrati di scavo BC 4-5, lo spazio definito dalle murature evidenziate, e ad oriente dai limiti dello scavo, si presenta con dimensioni considerevoli. Essendo stato esplorato solo in parte, è delimitato a N e S da pareti perimetrali di altri vani, mentre a occidente si conserva discontinuamente la pavimentazione di un ambiente contiguo con decorazione a poligoni ottenuti con tessere verdastre; ha un'ampiezza di mt. 7,50. Gli alzati delle pareti sono conservati per un'altezza massima di cm 108 nella parete meridionale, mentre quella settentrionale e quella occidentale presentano un elevato di pochi centimetri. Una soglia rettangolare in pietra si conserva nella parete N verso l'angolo NW. Poiché non si è rinvenuto alcun pavimento nello spazio considerato, non è chiaro se si tratti di un esterno nell'articolazione dell'impianto della villa o di un atrio. Nel complesso residenziale sono leggibili sovrapposizioni di fasi successive, che attestano una lunga continuità di vita dell’insediamento fino al V secolo d.C. Gli scavi condotti nella badia romanica di S. Maria di Casalpiano, negli ambienti annessi e all’esterno hanno portato in luce un complesso cimiteriale, con notevole densità di sepolture (oltre 70), che hanno prevalentemente un orientamento W-E. Dopo l’abbandono e il crollo della villa rustica l’utilizzo sepolcrale ha in parte danneggiato gli ambienti, tagliando strutture murarie e creando incassi nel piano pavimentale. Le tombe, a cassa con copertura e rivestimento di lastre e blocchetti di pietra squadrati, sono per lo più prive di corredo. Gli scarsi oggetti rinvenuti sono riferibili all’abbigliamento del defunto (fibbie in bronzo e in ferro) e raramente sono costituiti da suppellettile vascolare, ornamenti (bracciali in bronzo, perle in pasta vitrea) e monete, databili dalla fine del VI/VII secolo d.C. Come avvenuto negli altri settori indagati all'esterno della Badia, in età post classica son state inserite alcune sepolture (tombe 5-7, 12, 13, 15, 17, 42) disposte a raggiera, seguendo la curva di una muratura che si imposta direttamente sulla parete occidentale, descrivendo un abside. La muratura in questione presenta una cortina alquanto irregolare in blocchi di calcare e sembra riferibile a un primo impianto religioso cristiano, costruito direttamente sulle strutture della villa

  • OGGETTO edificio di culto ed annessi
  • CLASSIFICAZIONE insediamento
  • LOCALIZZAZIONE Morrone del Sannio (CB) - Molise , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In età romana il sito doveva essere inserito in un più ampio sistema produttivo ed essere collegato ad altri centri e mercati. Provvedeva tuttavia con sufficiente autonomia, oltre che alle colture agricole, anche alla lavorazione delle derrate alimentari (olearie) e ad attività artigianali, quali la tessitura, la produzione di ceramica e di materiale edilizio. I pavimenti di cocciopesto e i battuti arricchiti con l’inserzione di pietre e marmi colorati sono in uso a Pompei nel periodo del primo stile, ma continuano anche in una fase successiva contemporaneamente all’affermazione del mosaico ornamentale e del tessellato. Confronti con pavimenti rinvenuti a Roma e nel Lazio confermano la cronologia proposta. Alcune epigrafi romane sono edite nel CIL IX (725, 746, 760). La produzione e distribuzione di ceramica tardoantica, l’associazione tra sigillate tarde d’importazione e la ceramica dipinta, documentate nel contesto di Casalpiano, sono caratteri peculiari dei territori che rimasero a lungo sotto il controllo bizantino. Dai documenti del Chronica Monasterii Casinensis, II, 32, CDM S (p 648) si evince che nel 1017 due presbiteri, Pietro e Martino, donano al Monastero di Montecassino le chiese di S. Apollinare e S. Maria di Casalpiano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Complessi archeologici
  • INTERPRETAZIONE Il complesso monumentale di Casalpiano ha rappresentato un polo di aggregazione delle attività agricole del circondario in diverse fasi cronologiche. Di una villa rustica romana di ampie proporzioni si sono evidenziati, nel settore settentrionale degli scavi, alcuni vani della 'pars dominica' con pavimentazione in opus signinum. Dalla fase tardo repubblicana (fine II secolo a.C.) nella villa sono leggibili sovrapposizioni di fasi successive: in età imperiale fu dotata di un impianto termale con suspensurae fittili; fu in uso fino al V secolo d.C. L'impianto delle tombe, nella fase altomedievale, coincide con l'abbandono e il successivo crollo della villa rustica. Le sepolture hanno sfruttato le strutture della villa, tagliando strutture murarie e creando incassi nel piano pavimentale della fase precedente. Vi è notevole densità di sepolture. Datando dal VI sec. d.C., l'uso sepolcrale è anteriore rispetto all'insediamento benedettino, ma da porre probabilmente in relazione con la presenza di un piccolo edificio ecclesiastico. Strutture murarie sono attribuibili a successivi impianti di ambienti del complesso monastico. Di tale insediamento le fonti attestano la esistenza agli inizi dell'XI secolo. E' testimoniato dalla presenza di un complesso di strutture architettoniche, databile tra XI e XIV secolo: la badia romanica di Santa Maria di Casalpiano, costruita su una piccola chiesa preesistente; il rudere di un secondo edificio ecclesiastico dall'abside monumentale
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400021722
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia del Molise
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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