Oppidum della Giostra (insediamento insediamento fortificato)

Collelongo, post 400 a.C - ante 1 a.C

L'oppidum della Giostra con il suo circuito di circa 350 m cinge pressappoco un ettaro. Il percorso delle mura è quasi ovale e sembra determinato, soprattutto, dalla volontà di adeguarsi alla linea di quota prescelta. Si registra, infatti, solo la modesta variazione di una decina di metri fra la porta sud (quota m 1022) e l'opposto tratto settentrionale (quota m 1032), che domina il vallone Casaccone. La cinta è costituita da una doppia cortina con opera a sacco di pietrame incoerente. I blocchi poligonali, ma non sempre regolari, senz'altro lavorati sul posto per distacco dal calcare affiorante, poggiano direttamente sul banco roccioso; invece della fossa di fondazione si è trovato un allettamento di pietrame minuto, forse semplice disgregazione della roccia basale che doveva facilitare la stabilità del filare inferiore. Antistante la cinta muraria, di cui è stato possibile ricostruire il percorso, doveva esserci un doppio fossato. Nonostante i crolli si è potuta riconoscere una depressione anulare (larga 6 metri circa), che si duplica su due terzi della cinta, ad eccezione del lato settentrionale rettilineo. Un ulteriore fossato doveva essere scavato a maggiore distanza dai precedenti, sul lato sud, dinanzi alla porta. Per il suo accentuato andamento a sacco, la trincea sembra limitata al settore della cinta che necessitava di maggiore protezione. L'unico ingresso individuato, orientato quasi esattamente nord-sud, è composto da due ali rientranti che vengono a costituire un corridoio interno obliquo. Si tratta di una tipologia costruttiva, che si richiama a precise regole della pratica difensiva e, con poche varianti, è ben attestata per altri oppida della Marsica e del vicino Sannio. L’accesso (lungo 8 e largo 2.30 metri) si presenta leggermente in salita sfruttando il banco roccioso che, facilmente sgretolabile in superficie, offriva un comodo battuto naturale. Appare possibile che la porta fosse arretrata rispetto al corridoio, perché un profondo incasso per trave ligneo, riferibile ad una chiusura, è scavato all’inizio del corridoio stesso. Quanto alle ali, che fungevano da bastioni difensivi, presentano un riempimento a sacco e paramenti in un poligonale molto curato, disposto su filari alquanto regolari e orizzontali; anche in questo caso la fossa di fondazione è sostituita da un generico livellamento del masso calcareo. Sulla sommità della Giostra si sono individuate diverse strutture, in primo luogo l'edificio 1 (4.90x8.50, orientamento nord-sud) comprendente due vani rettangolari comunicanti, in uno dei quali è un tratto di pavimento in cementizio con prevalenza assoluta di malta. Parte della pavimentazione risulta proseguire all’esterno dei vani, attestando un rimaneggiamento delle murature. La costruzione mostra l'impiego di diverse tecniche murarie: i lati sud ed est presentano un poligonale molto regolare con l'impiego di blocchi squadrati, disposti su filari quasi orizzontali; mentre i restanti muri perimetrali sono assai meno curati, con interventi di tamponatura particolarmente evidenti sul lato ovest. Uno dei due ingressi pare un'apertura quasi posticcia, mentre, il divisorio mediano è costruito in una tecnica prossima all'opus incertum, con giunti precisi e blocchi maggiori ai lati della soglia centrale e con qualche traccia di malta nelle commessure. A ridosso del lato nord dell'edificio 1 è una cisterna costituita da un pozzo di raccolta (diam. 5.95, profondità m 3.55) con una banchina anulare nella parte inferiore, a m 0.90 dal fondo. L'interno è a pianta grosso modo ellittica e tende progressivamente a restringersi. Sebbene scavata nel banco di calcare, per la foderatura della cisterna furono messi in atto particolari accorgimenti costruttivi, onde non disperdere l'acqua pluviale che vi era convogliata: il paramento interno è di blocchi squadrati, talora di grosse dimensioni, alternati a blocchi poligonali generalmente più piccoli e disposti con giunti accurati; i ricorsi sono a tratti orizzontali; il fondo è rivestito di malta molto dura e compatta, con l'aggiunta di numerosi frammenti laterizi anche piuttosto grossi; tra il paramento poligonale e il taglio nella roccia fu lasciata un'intercapedine, poi riempita di argilla molto compatta, rossastra e sterile, diversamente, verso ovest, dove il suolo roccioso non offriva una seconda parete naturale il paramento fu completato con una serie di lastre piatte disposte di taglio. La cisterna si completava con una volta a tholos così da chiudersi ad una quota probabilmente superiore a quella pavimentale dell'edificio 1. Il riempimento del pozzo ha dato scarsi materiali ceramici, poiché era costituito principalmente da un interro naturale misto ad una grande quantità di blocchi e pietre di crollo. Tra queste ultime sono da segnalare due rocchi troncoconici lisci di calcare. Immediatamente dietro alla cisterna è l'edificio 2, a pianta rettangolare alquanto allungata (m 17.10x10.35), orientato pressoché esattamente E-O. L'interno si articola in quattro vani: il primo, C, totalmente aperto sulla fronte meridionale della costruzione, occupa metà della superficie complessiva; gli altri (B, A, E), che si affacciano su quest'ultimo e non comunicano tra loro, hanno larghezza via via decrescente. Il vasto ambiente C fungeva da vestibolo, verosimilmente porticato; pur non essendosi recuperata traccia dei sostegni collocati sulla fronte, un prospetto colonnato è stato ipotizzato sulla base del rinvenimento di tegole, di chiodi per travatura lignea, e di tre frammenti di basi modanate in calcare. È possibile che l'accesso fosse preceduto da un gradino. Dei tre vani ai quali il vestibolo dava accesso, quello centrale, A, presenta una base rettangolare in muratura rivestita d'intonaco che, in base alla sua collocazione poco discosta dalla parete di fondo e in asse con la porta, si è pensato fosse la base per una statua. Nei vani laterali B ed E e nel vestibolo C il pavimento è andato distrutto, ma, in base ai ridottissimi lembi conservati, sembra essere stato un semplice battuto bianco di calce e calcare sminuzzato, steso sopra un sottofondo di piccole pietre e malta. Negli stessi vani, mancando l'intonaco di rivestimento, appare la muratura in opus incertum costituita da blocchetti poligonali medio grandi con grossi blocchi squadrati agli angoli. Il vano A mostra un pavimento in cementizio a base fittile, nel quale sono inseriti minuti spezzoni di calcare bianco uniformemente distanziati e disposti in modo da formare un riquadro centrale, incorniciato da una fascia di solo signino lungo le pareti. A circa una quindicina di metri ad est dell'edificio 1 è stato messo in luce un deposito votivo scavato nella roccia. Accanto è una piccola fossa che non ha alcun rapporto con questa struttura ed è certamente assai più recente. La fossa è leggermente ellittica al fondo, mentre si allarga a divenire irregolarmente circolare all'imboccatura. Materiali a carattere votivo sono stati raccolti non solo dentro il pozzetto artificiale, ma, in misura non trascurabile, anche su un'area circostante più vasta, forse perché l'interro ridotto ha facilitato la dispersione degli oggetti più in superficie. Tra i materiali provenienti dal deposito votivo particolarmente significativa è la presenza di ceramica a vernice nera, prevalentemente di produzione regionale o locale, databile dal III al I a.C

  • OGGETTO insediamento insediamento fortificato
  • MISURE Circonferenza fianchi: 1 ha
  • LOCALIZZAZIONE Collelongo (AQ) - Abruzzo , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Valle d'Amplero, che è più propriamente una piccola conca dolinare di cui si distingue ancora l'inghiottitoio (cd. Otre), è posta a fianco della lunga valle di Collelongo ed è dominata dal monte Annamunna (m 1230) e, più da vicino, dal colle della Giostra (m 1039). L'oppidum sul monte Annamunna, in località La Scodata, ha una circonferenza 800 metri circa, leggibile in quasi tutto il suo percorso. La cinta è costruita con grossi blocchi irregolari, messi in opera senza particolare cura per i giunti e per la facciavista (poligonale di I e II maniera), ed è interrotta da una porta a Sud e da una posterula
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE L’oppidum della Giostra, nonostante le sue ridotte dimensioni, svolgeva un ruolo importante, dominando i due accessi alla valle dell’Amplero, in particolare il collegamento con il Fucino tramite la valletta del Cantone e i Tristeri. Questa seconda via, breve e di comoda accessibilità, rimase in uso anche durante l'età romana come confermano i corredi della necropoli lì rintracciata. L'analisi di alcune strutture addossate alla cortina muraria ha indotto ad ipotizzare una distruzione del circuito difensivo agli inizi del III a.C. Resta però incerto se, parte delle mura, insieme con il terrapieno di rincalzo abbia subito un successivo intervento di rifacimento databile, in base alla ceramica rinvenuta, ai decenni centrali del I sec. a. C., quando il ripristino del circuito murario, piuttosto che essere dettato da ragioni militari, sarebbe da collegarsi ad una sistemazione della Giostra come santuario. La destinazione d’uso dell'edificio 1 rimane incerta. La costruzione fu di sicuro oggetto di differenti fasi edilizie, di cui l'ultima ha comportato una profonda trasformazione, forse come ricovero agro-pastorale. Soltanto nei lati meridionale ed orientale si può riconoscere quanto si conserva della struttura originaria, che prima della sua totale alterazione doveva estendersi più verso ovest, come conferma la prosecuzione del battuto pavimentale in quella direzione. In assenza di qualsiasi dato certo sul momento di abbandono e del successivo riuso, perché i materiali e le monete rinvenuti sono riferibili a tutto il periodo di frequentazione preromana e romana della Giostra, la tecnica edilizia dei prospetti antichi sembrerebbe ascrivere la costruzione genericamente al II sec. a.C. senza che sia possibile escludere estremi cronologici più ampi. Relativamente alla cisterna va detto che la presenza di una o più conserve d'acqua entro insediamenti d'altura era un'esigenza obbligata per assicurare in ogni occasione una riserva idrica, senza che si possa escludere una funzione cultuale nei casi in cui la cisterna si trovava inserita o era posta a ridosso di un'area cultuale. Per l'edificio 2, meglio conservato rispetto all'1 e non interessato da trasformazioni successive, si riconosce con certezza la destinazione antica, che è quella di santuario. In particolare nell'ambiente A, sulla base rinvenuta, doveva essere posta la statua di culto. Un bronzetto di Ercole promachos e vari frammenti di terracotte votive trovate nel crollo dell'edificio 2, tra le quali spicca per le sue dimensioni e per il soggetto una figura femminile stante con cane accanto ai piedi, confermano la destinazione religiosa del complesso. La costruzione dell'Edifico 2 può datarsi, per l'impiego del cementizio sobriamente ravvivato dall'intarsio monocromo bianco, tra gli ultimi decenni del II secolo e l'inizio del I sec. a. C., numerosi sono, infatti, gli esempi coevi sia in centri prossimi che in area laziale. Si accorda con questa cronologia la decorazione pittorica del vano A, che doveva essere la cella del tempio, purtroppo danneggiatissima: si conserva la porzione inferiore, costituita da uno zoccolo di colore nero e da un'ampia fascia rossa, al di sopra della quale è ipotizzabile una sintassi decorativa a fasce e pannelli di diversi colori variamente incorniciati (pittura di Primo Stile). La presenza di ceramica con i bolli CAMPILI e [C]OMMUNI sembra segnare una sporadica presenza stabile sulla sommità della Giostra ancora nel II sec. d. C. Non vi sono dati certi relativamente ad una successiva frequentazione in età romano-imperiale e tardoantica
  • CONDIZIONE GIURIDICA dato non disponibile
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300301009
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA riproduzione di carta topografica (1)
    riproduzione di carta topografica (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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