Villaggio di Val Fondillo (sito pluristratificato)

Opi,

Nella valle di San Rocco si sono rintracciati consistenti resti di una villa rustica. Il complesso è risultato articolato in una pars rustica e in una residenziale. L'accesso a quest'ultima avveniva da ovest, attraverso un breve ingresso carrabile lastricato in pietre. Gli ambienti sono risultati disposti intorno a un portico con colonne in laterizio. Gli elevati in pietre legate da malta appaiono ridotti a livello di fondazione, a causa sia delle aratura sia di un'attività di spoliazione iniziata forse precocemente, già in epoca post-classica. In brevi tratti si sono individuati frammenti di intonaco rosso. La zona residenziale era pavimentata in cementizi a matrice fittile con inserti e in mosaico a campo bianco; l'area rustica, invece, presentava il pavimento in terra battuta. Nelle vicinanze della villa si è individuata una sepoltura infantile a cappuccina (t. 205) fortemente disturbata dalle arature ma leggibile nei suoi elementi costitutivi e cronologici. Al di sotto della villa, le successive campagne di scavo, hanno individuato materiali e stratigrafie relativi a tracce di frequentazione più antica. In primo luogo, al di sotto del livello pavimentale di uno degli ambienti della villa, si è messo in luce un lastrone lapideo, rivelatosi copertura di una tomba spoliata; altri spezzoni di lastre lapidee si erano già trovate nei terreni di copertura. Sotto i livelli d’uso degli ambienti settentrionali della villa si è scoperta una piccola struttura a pianta approssimativamente quadrangolare (lato di poco inferiore ai 5 m), conservata a livello di fondazione, realizzata in ciottoli fluviali ben accostati. Per gli elevati, sulla base del deposito di terriccio depuratissimo limoso, molto chiaro e fine rinvenuto solo all’interno e nelle immediate vicinanze della struttura, si è ipotizzata la presenza di muri fabbricati in tutto o in parte in terra cruda. In associazione con i resti strutturali, l'area ha restituito frammenti di impasto più antico rispetto a quelli riconducibili ad eventuali sepolture arcaiche presenti nella zona. A est della villa, a brevissima distanza dai suoi ambienti, si è trovata una superficie continua (largh. 4.70 m ca.) di pietre e ciottoli, frammisti a terreno compatto e sabbia grossolana, con margini sfuggenti, disseminata di frustuli d’impasto, interpretabile come vespaio-basamento di una struttura a pianta rettangolare, in cui si è riconosciuta, con ogni verisimiglianza, una capanna; purtroppo lo stato di conservazione ha impedito di determinare la posizione dell’ingresso. In prossimità del lato ovest della struttura si è trovato, infisso tra le pietre dello strato, il fondo di grosso dolio in impasto, forse inserito nella massicciata pavimentale in modo che ne emergesse la parte superiore. Il ritrovamento è stato interpretato come la fondazione basale, il vespaio di isolamento di una struttura abitativa a pianta rettangolare dotata, lungo una delle pareti, di contenitori fittili, murati nella pavimentazione. Dalla stratigrafia dei terreni che coprivano l’area si è determinato che la “capanna” fu realizzata sui livelli di distruzione della struttura più piccola in terra cruda già rinvenuta. Più a sud, allo sbocco del Fondillo nella spianata di San Rocco, altri saggi hanno portato alla luce una seconda superficie di ciottoli e pietre, un vespaio del tutto simile a quello rinvenuto nelle immediate vicinanze della villa, marginato sul lato meridionale da una massicciata caotica di grossi blocchi lapidei irregolari, una sorta di argine contro il quale è stato documentato un consistente accumulo di sottilissimo limo fluviale, testimonianza delle esondazioni del vicino torrente Fondillo che in questo punto, scendendo dal fianco del rilievo, deve a più riprese aver depositato i suoi sedimenti, assenti altrove, e in particolare sull’attigua piattaforma di pietre. Su questo piano, anche se in pessime condizioni di conservazione, sono state rilevate tracce di esposizione al calore e, in una limitata area prossima al lato est, un accumulo di terreno concotto disfatto, frammenti e frustuli in impasto, forse uno scarico di materiali tra i quali si segnalano due frammenti di fornello e uno di trachite pertinente, verosimilmente, a una macina

  • OGGETTO sito pluristratificato
  • LOCALIZZAZIONE Opi (AQ) - Abruzzo , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella valle del Fondillo sull'opposta sponda del torrente rispetto a quella dove insisteva la villa vi è una vasta necropoli arcaica con sepolture prevalentemente a cassone in lastre di pietra calcarea, secondo una tipologia peculiare delle aree funerarie dell’alto Sangro come Alfedena e Barrea. L’area è stata interessata da tre campagne di scavo rispettivamente nel 1995, nel 1998 e nel 2011
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE Nell'area, sulla base delle evidenze messe in luce, si può distinguere una fase protostorica, articolabile in almeno due momenti distinti. Ad un primo momento afferisce la struttura costruita quando il piano di campagna era più alto e in cui venne realizzata la trincea continua del perimetro, riempita di ciottoli fluviali scelti e accostati con cura per drenare l'umidità, mentre gli elevati dovevano essere completamente o in parte in terra cruda. Ad un secondo momento, che viene considerato successivo (il battuto pertinente la nuova più grande struttura non interferisce con l’US che ricopre il crollo degli alzati della capanna e le sue fondazioni in ciottoli, e dunque venne realizzato quando quest'ultima non esisteva più) anche se si stratta di rapporti cronologici complessi mancando relazioni stratigrafiche dirette, va connessa la costruzione a pianta rettangolare della quale resta la parte inferiore del vespaio del pavimento. In questo caso, si è di fronte a un grande edificio a carattere abitativo, con piani d'uso preparati con vespai di pietre e con dolia per la conservazione degli alimenti inseriti nell'impiantito come lascia supporre il fondo di dolio trovato ben accomodato tra le pietre a ridosso del lato ovest. In età arcaica, quando l'insediamento protostorico doveva essere ormai completamente azzerato, l'area fu destinata ad uso funerario. I rinvenimenti del 1995, in particolare la tomba 204 che ha restituito una fibula di ferro del tipo a bozze, permettono di ascrivere la necropoli al VI-V sec. a.C. Infine vi è la fase romana, con l'impianto della villa forse preceduto da un abbassamento-livellamento dell'area, che però non coinvolse completamente il precedente villaggio. Da segnalare la presenza della tomba 205, databile al IV-III sec. a.C. se non più tardi. Se si accetta la datazione della villa al III-II sec. a.C., la tomba risulta essere di poco antecedente se non coeva ma forse la vicinanza della sepoltura fu tollerata perché ospitava un neonato. La piana di S. Rocco di Opi ha quindi rivelato una complessità e un’articolazione di fasi d’uso e di frequentazione tali da renderlo il sito a più lunga continuità di vita tra quelli dell'Alto Sangro. La zona appare, infatti, aver ospitato un insediamento esteso ed articolato, cui appartennero almeno due grandi strutture costruite su ampi vespai in ciottoli. Il sito venne poi abbandonato e, nel VI sec. a.C., in accordo con la datazione di massima della necropoli che si estende al di là del torrente, divenne a sua volta area funeraria. Almeno tre secoli dopo, cessato l'uso sepolcrale, nella spianata venne impiantata la villa, in un punto nevralgico per la viabilità antica
  • CONDIZIONE GIURIDICA dato non disponibile
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300301004
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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