statua/ femminile

Tivoli, II a.C./ I a.C

Statua femminile marmorea mutila vestita con chitone e mantello

  • OGGETTO statua/ femminile
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • MISURE Altezza: 140 cm
    Spessore: 42 cm
    Larghezza: 52 cm
  • CLASSIFICAZIONE SCULTURA/STATUARIA
  • AMBITO CULTURALE Età Romana
  • LOCALIZZAZIONE Tivoli (RM) - Lazio , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La statua femminile risulta un esemplare scultoreo del genere composito, in quanto articolata in due elementi uniti fra di loro attraverso incassi e relativi perni di innesto: la porzione delle gambe e del busto, che si interrompe all’altezza dei seni, e la parte superiore, andata perduta, comprendente le spalle e la testa. La figura femminile indossa un chitone plissettato coperto da un ampio mantello che scende dalla spalla destra sull'addome avvitandosi sul fianco sinistro. Quest'ultimo reca quattro incassi e le tracce dell’inserzione di un elemento architettonico (forse una balaustra o una transenna). Elementi di tradizione scultorea tardo repubblicana sono riconoscibili nella particolare consistenza della stoffa e nel trattamento della plissettura del chitone. La statua è identificabile, sulla base della provenienza, delle dimensioni e della documentazione d'archivio, con la “statua muliebre in marmo bianco greco di grandezza naturale mancante della testa fino all’altezza del seno”, rinvenuta nello scavo del 1893 dell’ambiente Erario nel Foro di Praeneste (Bochicchio 2021, pp. 154-157), antico ambiente inglobato nell’Ex Seminario Vescovile di Palestrina (RM), oggi sede museale (Complesso degli Edifici del Foro di Praeneste). La statua è riconoscibile, proprio all’interno dell’Erario di Praeneste, in un disegno di Francesco Coltellacci del 1895 (Coltellacci 1895, fg. 16) e in una foto d’epoca (1980-1990) conservata presso il fondo fotografico dell’American Academy in Rome. L’esemplare statuario, per la tecnica impiegata nella sua realizzazione, a tagli netti e parti assemblate tra loro, è assimilabile ad altre sculture di provenienza prenestina. Si tratta di una tecnica rintracciata in produzioni scultoree di Delo, Palestrina, Fianello Sabino (Agnoli 2002, pp. 15-21). Potrebbe trattarsi quindi di un altro esemplare assegnabile all’attività di maestranze greche e microsiatiche operanti a Praeneste nel corso del II-I secolo a.C. (Agnoli 2002). La statua trova un confronto diretto con altre tre statue femminili rinvenute durante gli scavi della Terrazza della Cortina del Santuario di Fortuna Primigenia (Gullini 1973, p. 770). Una delle caratteristiche più interessanti è la presenza, su almeno due di queste statue, di incassi quadrangolari presenti sui fianchi, relativi all’assemblaggio delle stesse con altri elementi architettonici, riscontrati anche sulla statua presa in esame. Essa potrebbe aver fatto parte, insieme con gli altri esemplari, di un ciclo scultoreo unitario, forse relativo ad un monumento votivo offerto all’interno del Santuario o ad altra decorazione similare. La stessa Agnoli (2002, p. 43) propone di identificare queste statue con sacerdotesse o devote matrone dell’aristocrazia locale, forse facenti parte di un ordo matronarum che, come noto dalle fonti (Cicerone, De Divinatione II, 41) deve aver svolto, nell’ambito della devozionalità offerta a Fortuna Primigenia, un ruolo di primo piano (si pensi al rituale delle matres castissimae)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201391707
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Santuario di Ercole Vincitore-Tivoli
  • ENTE SCHEDATORE Santuario di Ercole Vincitore-Tivoli
  • DATA DI COMPILAZIONE 2024
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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