statua/ maschile (statua-ritratto)

statua con le fattezze di Ercole, Roma, SECOLI/ III terzo quarto

La statua-ritratto, di dimensioni maggiori del vero, raffigura Ercole in nudità con la leontè riportata sul capo; a destra la clava rovesciata è appoggiata a un rialzo roccioso, mentre a sinistra è scolpita la faretra ripiena di frecce; il volto riproduce le fattezze di un uomo barbato, di età adulta. Il peso del corpo è retto dalla gamba destra portante, mentre la sinistra è piegata con il ginocchio appena flesso e il piede leggermente avanzato; entrambi i piedi sono saldamente poggiati a terra. Il torso è leggermente ruotato verso la sua sinistra con la spalla corrispondente arretrata; al deciso innalzamento dell’anca destra, non corrisponde però l’abbassamento della spalla. Il braccio destro è disteso lungo il fianco, con l’avambraccio appena avanzato per stringere con la mano perduta la clava. Quest’ultima è caratterizzata dalla presenza dei nodi resi in forma di gocce contornate da un netto solco inciso. Dietro la clava si imposta un sostegno di forma irregolare, a formare un blocco squadrato che arriva fino al gluteo destro. Al sostegno aderisce lateralmente la gamba corrispondente. In origine doveva esservi un puntello tra presenti il sostegno e la clava. La leontè copre la testa, le spalle e la schiena del personaggio: le zampe anteriori sono annodate sotto al collo, con i forti artigli poggiati sul petto, mentre la testa del leone riveste completamente il capo con le possenti fauci ad incorniciare la fronte. La resa del muso appare naturalistica, scolpita con plastica evidenza anche nella criniera con brevi ciuffi che proseguono sulla nuca con ciocche più consistenti e lunghe, separate da solchi profondi, che in corrispondenza delle spalle continuano in una forma più stilizzata. La pelle felina dalle spalle gira sul fianco sinistro e si avvolge sull’avambraccio corrispondente, ricadendo di fianco con le zampe posteriori e la coda penzoloni, che termina sulla faretra dalla quale spuntano le frecce. Quest’ultima è posta a terra in funzione di sostegno e ad essa aderisce il polpaccio sinistro. L’astuccio, a sezione troncoconica, è completato dalla correggia di cuoio e da un lembo con i bordi ondulati e un ornato spiraliforme inciso in alto. Il volto del personaggio è stato realizzato nello stesso blocco del corpo della statua e presenta un viso dall’ovale allungato, con il mento pronunciato e volitivo; le mandibole sono robuste. I piani facciali appaiono levigati ed elastici, solcati da plastiche rughe d’espressione. L’alta fronte spaziosa è solcata da tre rughe parallele, appena ondulate. Il collo, possente, è percorso da quattro rughe parallele, incise. Gli occhi sono grandi, dal taglio a mandorla, leggermente inclinati, con palpebre consistenti. Il naso è arcuato e carnoso con ampie narici. La bocca, finemente disegnata e dai contorni sfumati, ha labbra carnose appena dischiuse, separate da un solco segnato agli angoli da due fori di trapano. Il labbro superiore è coperto dai folti baffi che proseguono agli angoli della bocca con ciuffi più lunghi che non si ricongiungono alla barba composta da soffici ciuffi a fiammella, segnati da fitte incisioni. L’uso del trapano è limitato nel volto alle pupille, alle narici e al solco labiale. Per le caratteristiche stilistiche di stampo classicistico e per i confronti iconografici l’opera è stata attribuita a una produzione statuaria urbana della prima età gallienica

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