ara

Roma, 36 a.C - 35 a.C

scultura e plastica, elementi di arredo, ara votiva con modanature . Ara cilindrica poggiante su alto zoccolo modanato, mutila nel coronamento (perduta la corona) e scheggiata in basso, scavata internamente a seguito di reimpiego strumentale, probabilmente come vasca (vedi l’apertura rettangolare sul fondo e la lavorazione delle pareti interne a profonde costolature oblique e concentriche, nonché il foro con i resti di piombatura presente sulla parete esterna, a sinistra dell’ultima riga dell’iscrizione). Titulus iscritto su campo aperto. Superficie interessata da leggere scheggiature e incrostazioni.Impaginazione centrata su asse mediano. Caratteri accurati. Segni divisori triangolari regolari. Segue la trascrizione del testo:Cn(aeus) Domitius M(arci) f(ilius) Calvinus,pontifex,co(n)s(ul) iter(um), imper(ator)de manibieis.R. 1 lettere I (Domitius; Calvinus) e T (Domitius) riconoscibili solo in base al contesto.L’ara è dedicata ad una divinità ignota de manubiis, ovvero con i proventi del bottino di guerra, dal senatore Cn. Domitius Calvinus, poco dopo il suo trionfo in Spagna (di qui il titolo di imper(ator) presente in r. 3), avvenuto il 13 giugno del 36 a.C. Il testo esibisce anche le principali cariche del suo cursus, ovvero il pontificato e il consolato, ricoperto la prima volta nel 53 a.C. e la seconda nel 40 a.C. (cfr. co(n)s(ul) iter(um) in r. 3). Manca il proconsolato in Spagna, rivestito negli anni 39-36 a.C. e precondizione necessaria al successivo trionfo [CIL, VI 1301 cfr. pp. 3134, 3799 = 31592; inde Alföldy 2000, con ampia bibliografia precedente]

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