rilievo

Roma,

scultura e plastica, statuaria e rilievi, rilievo votivo . Frammento marginale superiore di lastra di arredo parietale (o della fronte della cassa di un sarcofago?) con specchio epigrafico delimitato da un tratto di cornice modanata. Lo specchio è stato parzialmente scalpellato allo scopo di reimpiegare il supporto per la realizzazione - in posizione rovesciata rispetto all'iscrizione - di un rilievo raffigurante Mithra tauroctono. Di quest’ultimo resta solo la porzione angolare inferiore destra, inquadrata in basso da una cornice a listello piatto, in cui sono visibili l’arto piegato del toro, il cane e il serpente che bevono il sangue vitale sgorgante dalla ferita dell’animale [per la posizione del serpente rispetto alla zampa del toro, cfr. Vermaseren, I, 1956, p. 159, n. 350, fig. 98; p. 161, n. 357, fig. 102] e la figura di Cautes con berretto frigio, tunica manicata e fiaccola alzata nella mano sinistra [per lo schema iconografico con Cautes alla destra di Mithra, cfr. ad es. Vermaseren, I, 1956, p. 162, n. 366, fig. 105; II, 1956, p. 114, n. 1283, fig. 337; p. 117, n. 1292, fig. 340; p. 148, n. 1400, fig. 360; p. 158, n. 1423, fig. 365; p. 277, n. 1935, fig. 505]. Sia la divinità dadofora, sia gli animali sono resi in modo alquanto sommario, tanto da sembrare incompiuti, e manca la definizione di qualsiasi particolare, soprattutto anatomico [cfr. ad es. Vermaseren, I, 1956, p. 162, n. 366, fig. 105; II, 1956, p. 66, n. 1084, fig. 276], mentre il piano di fondo forse è lasciato volutamente sbozzato per evocare l’interno scabroso dello spelaeum in cui si svolge la scena [cfr. Vermaseren, I, 1956, p. 211, n. 534, fig. 150]. Tracce di incrostazioni sulla superficie. Retro grossolanamente sbozzato

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'