Poggiato su un alto zoccolo liscio, l'altare a forma di parallelepipedo rettangolare presenta superiormente una cornice modanata che la separa dal coronamento in forma di piccolo frontone semicircolare con due maschere tragiche in posizione acroteriale, con rappresentazione di banchetto funebre. Sopra una bassa kline p disteso il defunto vestito con tunica e mantella, appoggiato con il gomito sinistro a un cuscino; il braccio destro è sollevato e la testa è rivolta a destra. Davanti alla kline è raffigurato un piccolo tavolo rotondo a tre piedi, su cui sono poggiati due oggetti non distinguibili. Ai piedi del letto si trova un candelabro, mentre presso la testata è poggiato a terra uno scrinium. Il coronamento presenta una cavità semicircolare per le ceneri. Sul lato sinistro dell'altare è un urceus, sul lato destro una patera. Nello specchio epigrafico è l'iscrizione D(is) / M(anibus) / Q(uinto) Vibio / Trophimo fecit / Vibia / Fortunata / coniugi optimo / benemerenti. La scena del banchetto funebre, di tradizione ellenistica, si trova rappresentata nelle are dal II secolo d.C., trovando poi diffusione soprattutto come immagine simbolica distintiva dei monumenti funerari degli equites singulares. L'ara è datata negli anni 175-200 d.C