Testa di Harmodios (statua/ testa)

Roma, SECOLI/ II seconda metà

Testa del tipo dell'Harmodios di Kritios e Nesiotes, creato nel 477–6 a.C. (E. BUSCHOR, in "SbMünchen", 1940, heft 5, p. 1 s.; S. BRUNNSÅKER, in bibl.; E. PARIBENI, in "BollArte", LXI, 1976, p. 185 s.; Z. MARI, in bibl., p. 121 s.). Resti dell'attacco del braccio destro, sollevato a brandire la spada, sono visibili sull'occipite (cfr. Z. MARI, in bibi. per la corretta ricostruzione del gesto: G.M.A. RICHTER, in bibl., p. 1 s.). La replica delle Terme, molto rovinata, presenta una resa più stereotipata e libera rispetto alle teste di Napoli e di New York (S. BRUNNSÅKER, in bibl. ). Il contorno facciale è notevolmente arrotondato; i lineamenti sono più duri e privi di intimo vigore: gli occhi diventano ampi e meno gonfi, delimitati da palpebre di minore spessore, ma sempre con quell'intaglio netto e rigido derivante dalla tecnica bronzea dell'originale; più semplificata è la resa dell'apice interno; l'orlo sopraccigliare è netto, ma inerte. Della bocca si può soltanto dire che le labbra erano divise, con gli angoli forati dal trapano; il taglio della mascella è diritto. Le orecchie sono schematicamente eseguite; quello destro è più naturalisticamente distaccato. La massa dei capelli forma la consueta calotta compatta, su cui si articolano le spirali dei riccioli: in quest'opera con l'aggiunta più liberamente manieristica del profondo foro di trapano. La stessa asimmetria, presente nelle altre repliche, caratterizza anche questa testa; ha metà destra è più piena e prominente, l'occhio destro è più sporgente e la massa dei capelli è più gonfia e bassa sulla fronte. Dall'analisi fin qui svolta, risulta evidente che la scultura in esame è una copia meccanica e alquanto innovati va in alcuni particolari, per cui i caratteri strutturali originali della plastica di stile severo appaiono notevolmente alterati: l'arrotondamento del volto, infatti, modifica sostanzialmente la concezione rappresentativa di carattere geometrico dell'arte della metà del V sec. (sullo stile severo: V. H. POULSEN, in bibl.: B. SISMONDO RIDGWAY, The Severe Style in Greek Sculpture, Princeton N. J. 1970), sebbene l'impianto massiccio della testa, dalle ampie superfici uniformi e appiattite, con netti trapassi anatomici, e l'orizzontalità della fronte e del mento conservino ancora qualcosa dell'originaria struttura geometrica. Il trattamento più libero e manieristico del modellato e dell'acconciatura, con forte uso di trapano, inducono a datare la testa delle Terme in età piuttosto avanzata: seconda metà II-III sec. d.C. La stessa ampiezza degli occhi testimonia di una tendenza che si va affermando nelle repliche più tarde(cfr. Z. MARI, in bibl. p. 124)

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