Testa di Doriforo (statua/ testa)

Roma, SECOLI/ I secondo quarto

Testa del Doriforo (su tale opera e sul canone policleteo e per un elenco delle repliche: C. ANTI, in "Mem. Acc. Lincei",XXVI, 1920-21,c.627s., con bibi. prec.; Th. LORENZ, Polyklet, WIESBADEN 1972, p. 4 s., 68 s.; A. F. STEWART, in "JHS", 92, 1972, p.122 s.; H.V.STEUBEN, Der Kanon des Polyklet, Doryphoros und Amazone, Tübingen 1973; P. ZANKER, in bibl.,p. 7 s.; R. TOBIN, in "AJA", 79, 1975, p. 307 s.; E. LA ROCCA, in "St. e Civ. dei Greci", II, 4, p.516 s.; A. H. BORBEIN, in "GottgelAnz", 234, 1982, p. 184 s.) Il volto presenta un ovale allungato, piuttosto magro, che si assottiglia verso il mento, arrotondato; la bocca molto rovinata, ha labbra appena dischiuse, separate da un solco netto. Gli occhi piccoli, contornati da pesanti palpebre, nonostante la corrosione del marmo, conservano qualcosa dell'originario valore: la palpebra superiore è appena sporgente, il bulbo ha un profilo naturalistico, tondeggiante, le arcate sopraorbitarie presentano un orlo piuttosto tagliente, che si raccorda con il dorso del naso formando una linea curva (cfr. C. ANTI, in bibl.,C.670 s.). Anche la calotta dei capelli, disegnata secondo il caratteristico sistema policleteo rivela un'esecuzione abbastanza buona, per quel che è possibile giudicare dalla superficie fortemente consunta: soprattutto sul sommo del capo i riccioli sono completamente dilavati, privi dell'originario sottile disegno lineare. Le ciocche a virgola, brevi, spesse e fittamente disposte, vengono sottolineate da lievi incisioni e contornate da solchi più profondi, che danno una sufficiente morbidezza e un certo spessore alla massa dei capelli, pur restando fortemente aderenti al cranio. Per le caratteristiche tecnico-stilistiche dell'acconciatura la replica in esame si avvicina al gusto artistico dell'età neroniana (cfr. un ritratto neroniano: R.GALZA, Scavi di Ostia, V, I ritratti, I, Roma 1964, n. 60) ed è proprio in questo periodo (cfr. H. LAUTER, in bibl.;P. ZANKER , in bibl.) che è da porsi la realizzazione di tale opera, certo anteriore alla più mossa, plastica e chiaroscurale replica antonianiana, conservata nel Museo Barracco (H.V. STEUBEN, op. cit., p. 30, tav. 14, c-d). La testa del Museo Nazionale Romano presenta un modellato piuttosto sommario e semplificato, non privo però di un certo valore artistico e documentario

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