Testa di sacerdote isiaco (statua/ maschile)

Sacerdote isiaco, Roma, SECOLI/ I inizio

La volumetria del cranio si presenta molto espansa e piatta nella parte superiore, con il frontale percorso da due solchi paralleli. Delle incisioni simmetricamente divergenti sono inoltre ravvisabili agli angoli degli occhi, del naso e della morbida bocca. Gli occhi sono molto grandi ed aperti, la palpebra curva quasi a semicerchio è delimitata da incisioni nette e sottili. La rasatura e la cicatrice, nella caratteristica forma del tau semitico, consentono d'inserire il personaggio rappresentato tra i sacerdoti d'Iside. La struttura generale e l'abbondanza delle masse carnose consentono di accostare questo ritratto ad un gruppo di teste calve egizie di età tardo-tolemaica: il Cesare in schisto verde di Berlino (Blumel R9, p. 4 ss., tav.5; da ultimo: A. Adriani in RM 77, 1970, p. 79, tav. 37,1); la testa in diorite nera di Detroit (Treasures from the Detroit Institute of Arts, Detroit 1966, p. 24; Ariani cit., p. 79, tav. 37, 3); l'Isiaco di Parigi (Biblioteque Nationale, inv. n. 3290, Adriani cit., p. 79, tav. 37,4), databili intorno alla metà del I sec. a.C. Una maggiore sensibilità plastica ed un minore schematismo nella resa dei tratti fisiognomici presenta invece una testa di sacerdote isiaco dall'Agorà di Atene (E.Harrison, The Athenian Agora I, 1953, n.3, p. 12, tav. 3; Adriani, cit., p. 78, tav. 37,2). Possiamo quindi agilmente collocare tra la fine del I sec. a.C. e l'inizio del I d.C. la ricezione a Roma di tali influenze artistiche egittizzanti, che danno origine, nel nostro caso, ad una traduzione di natura fredda e meccanica

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