Osservando la parte inferiore del frammento, può notarsi nella frattura centrale del margine delimitante lo spazio riservato ai busti-ritratto, una regolare variazione dello spes sore, che indica come, nella parte andata perduta, dovessero esservi, forse, delle scanalature. Il margine conservato ai lati delle due figure presenta, inoltre, un andamento curvilineo, ma non tanto regolare da far pensare ad un clipeo. La parte centrale, frammentata in basso, potrebbe forse riferirsi alla voluta di una valva di conchiglia che doveva risultare aggettante. Nel poco che si conserva della parte interna dello spazio incorniciante i busti non si vedono tracce delle scanalature che più comunemente caratterizzano le conchiglie, adoperate in alternativa al clipeo per accogliere il ritratto del defunto, con maggior frequenza su sarco fagi di soggetto marino (v. anche n. cat. 109). Non mancano esempi di conchiglie prive di scanalature (o medaglioni ripiegati in basso a valva di conchiglia, come in un sarcofago di Cagliari: G. PESCE, Sarcofagi romani di Sardegna, Roma 1957, n. 2, p. 22 ss., fig. 5; v. anche J. 5. BOERSMA, A roman Funeral Relief in the Allard Pierson Museum ‘>, in Bull. Ant. Rese/i., XLVIII, 1973, p. 133). All’interno dello spazio delimitato da quella che è stata supposta una conchiglia, appaiono a sinistra una figura femminile e a destra una maschile. La parte superiore del fondo è in stucco; alcune scheggiature, sul margine sinistro sono rappezzate, come molte parti delle figure. La figura feminile ha la testa (mancante del naso e danneggiata nell’arcata soprac ciliare destra e nella zona della bocca, con la capigliatura corrosa) e parte della spalla riattaccata e con ogni probabilità di restauro. Della testa maschile (mancante del naso e corrosa nella parte anteriore della capi gliatura) non è visibile il punto di attacco, nascosto dalla barba, ma vi sono buone ragioni per presumere che anch’essa sia di restauro. Il nucleo antico sembrerebbe dunque limitato alla sola parte inferiore del frammento