Rilievo Marmoreo con divinità (rilievo)

Roma, SECOLI/ I seconda metà

Il rilievo si presenta con una cornice aggettante modanata in alto, con un piatto listello pure aggettante in basso e un orlo liscio sui lati brevi. Vi sono rappresentate cinque divinità, concordemente riconosciute come Zeus, Plutone, Persefone, Nettuno e Anfitrite. Da sinistra abbiamo per prima la figura di Zeus in trono. Questo è di profilo con un’alta spalliera e bracciolo, terminante con una sfinge alata, il dio in vece è raffigurato di tre quarti circa verso destra, ruotando leggermente busto e testa verso lo spettatore. Ha barba e capelli ricci, è a torso nudo con il mantello appoggiato sul braccio sinistro che gli passa dietro la schiena e va a coprirgli i fianchi e le gambe scendendo in parte anche sul bracciolo. I piedi, di cui il sinistro retratto, poggiano su un basso piedistallo. Nella mano sinistra alzata doveva tenere lo scettro, la destra abbassata regge il fulmine. Segue la figura di Plutone stante di prospetto con il volto leggermente rivolto a sinistra verso Zeus. Anche egli è a torso nudo con il ricco mantello che passando sulla spalla sinistra gli cinge i fianchi e arriva fino a terra lasciando scoperti i piedi, di cui il destro è scartato di lato con il piegamento del ginocchio. Pure barbato e con folti capelli regge nella mano sinistra la cornucopia, nella destra di restauro una patera. Fa coppia con Persefone che gli sta accanto a destra. Raffigurata di prospetto con la gamba sinistra flessa, la dea ha il volto leggermente rivolto a sinistra verso Zeus, Indossa un peplo cinto e un ampio himation che parte dalla testa retto da un diadema scendendo lungo le spalle. La mano destra in basso regge un lembo di questo, la sinistra sollevata probabilmente teneva lo scettro perduto. Di poco spaziata è l'altra coppia con Nettuno e Anfitrite. Nettuno barbato appare circa di tre quarti con il volto di profilo, con la gamba sinistra appoggiata su una roccia, coperto da un mantello che passa sul braccio sinistro e gli copre i fianchi; la mano destra è portata su un fianco, la sinistra tiene il tridente perfettamente orizzontale. Accanto gli è Anfitrite, di prospetto con il volto rivolto verso di lui; indossa un peplo quasi completa mente coperto dall'himation che porta in avanti con la mano destra e di cui solleva un lembo con la sinistra. I ca pelli sono raccolti sulla nuca e il piede sinistro è scartato indietro. Lo Schrader (Phidias) riconobbe per primo in questo rilievo una copia parziale della statua crisoelefantina della Parthenos, in cui si rappresentava il mito della nascita di Pandora al cospetto degli dei. La disposizione delle figure in questo modo e il loro accoppiamento trovano una conferma nella descrizione che Pausania fà della base della statua di Zeus ad Olimpia (V, 11, 8). Nel nostro rilievo la figura di Zeus è isolata, è stata infatti soppressa Era che doveva trovarsi alle spalle del trono, evidentemente per l'intento di accentrare tutta la scena sulla singola figura del dio. Lo schema dello Zeus così come qui si presenta fu riproposto più volte dai copisti neoattici; lo ritroviamo su un puteale di Madrid con la nascita di Atena (BECATTI, Problemi fidiaci, p. 54, tav. 12, fig. 35) sulla lastra di Tegel (BECATTI, op. cit., tav. 12, fig. 34), sull'ara di Ostia con il dodekatheone (BECATTI, Annuario, p. 85 ss., fig. 1; BECATTI, loc. cit. , tav. 12, fig. 33) e su un rilievo di Corinto (R. CARPENTER, Hesperia, II, 1933, p. 65, fig. 23; BECATTI, Annuario, p. 92, fig. 4; SCHRADER, ÖJh p. 186, fig. 85; BECATTI, loc. cit., tav. 11, fig. 30). Se esaminiamo attentamente queste quattro immagini confrontandole con quelle sul rilievo Del Drago, risalteranno subito la stretta analogia tra i primi tre e diversamente tra il rilievo di Corinto e il nostro. Come ha per primo notato lo Schrader (Phidias) infatti, in quelli le gambe e il panneggio di Zeus seguono un andamento obliquo dettato da una necessità per la vista dal basso, mentre in questi la posizione è orizzontale. Inoltre, come ha aggiunto il Becatti (Problemi Fidiaci p. 54) in quelli la gamba destra è retratta e la sinistra avanzata, il panneggio tra le gambe risulta più morbido e l'himation scendendo dalla schiena lascia scoperta la parte posteriore del bracciolo; in questi invece la gamba sinistra è portata indietro, il panneggio tra le gambe risulta più teso e il mantello copre gran parte del bracciolo del trono. Si può concludere da queste osservazioni che questi rilievi conservatici non sono copia di uno stesso originale; in un caso, infatti, si tratta della riproduzione dello Zeus sul frontone Est del Partenone, in cui si rappresenta va la nascita di Atena, nel nostro e in quello di Corinto così strettamente simili (tranne per la mancanza di Era, volutamente eliminata) della riproduzione dello Zeus sulla base della Parthenos. Per le altre figure troviamo un confronto quasi identico nella base triangolare del Laterano (HELBIG II, 3, n. 1218), forse di età augustea che ci propone su ognuno dei lati le tre figure di Plutone Persefone e Nettuno sono qui acefale, di forma un po’ più sfinata, ma essendo identiche nei dettagli ci assicurano sia che l'ordine originario era quello del nostro rilievo, sia che Plutone nel braccio destro (sul rilievo Del Drago di restauro) stringeva un attributo identificato come chiave, sia lo scettro in mano alla Persefone. Questo rilievo dunque ricostruisce la parte sinistra della base della Parthenos, tranne per la figura di Hera di cui sappiamo attraverso il rilievo di Corinto e Elio sul carro noto attraverso la base della statuetta Lenormant, mentre il gruppo centrale si può riconoscere nella base ridotta della Parthenos di Pergamo. Le figure su questa sono molto rovinate e varie sono state le identificazioni: il Becatti vi riconosce le tre Ore, Pandora ed Atena. Parlando Plinio (N.H. XXXV, 19) di venti divinità ed in base agli accoppiamenti noti attraverso la sua descrizione dello Zeus di Olimpia (N.H. V, 11,8) sempre il Becatti ricostruisce dopo Atena le coppie di Demetra ed Efesto, Afrodite ed Ares, Artemide ed Apollo, Estia ed Ermete e a chiusura Selene sul carro. Lo Schrader tornando sull'argomento vuol vedere in questa base la mano di Agorakritos, trovando un rapporto tra questa e la copia parziale della Nemesi agorakritea di Rammunte su una lastra di Stoccolma. Riconosce infatti nel tipo di Plutone il prototipo nello Zeus di Dresda opera attribuita alla personalità di Agorakritos e trova un confronto tra la figura di Persefone e la figura femminile centrale sulla lastra di Stoccolma. Il Becatti invece attribuisce la base alla personalità di Fidia vedendo nello Zeus il tipo della divinità frontonale con leggere differenze, nel Plutone i vecchi del fregio orientale (BECATTI, Problemi Fidiaci, tav. 43, fig. 128), nella Persefone i tipi sulle metope XIX e XX del lato sud, nell'Anfitrite il tipo dell'Afrodite che si interpone tra Menelao ed Elena nella metopa XXV del lato nord, ripresa poi nel IV sec. a.C. in una delle colonne dell'Artemision di Efeso (rilievo della colonna: BRUNN-BRUCKMANN, Denkmaler, tav. 52). Per il Fuchs che ha datato questa lastra all'età flavia insieme al puteale di Madrid e alla base del Laterano, l'originale non è precedente alla seconda metà del IV sec. a.C. in quanto l'Anfitrite non sarebbe pensabile prima dell'Artemide Brauronia di Prassitele e per accenti lisippei nelle teste di Plutone e Persefone. Sono di restauro l'angolo superiore sin. compresa la testa di Zeus e la spalliera del trono, la mano sin di Zeus; l'avambraccio des. e la mano con patera della figura di Plutone; la mano sin. con lembo del panneggio della fig. di Anfitrite; l'angolo inf. des. con un lembo del panneggio e il piede sinistro della fig. di Anfitrite; moderno anche l'orlo des. di cm. 9

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