insediamento (piattaforma lignea, pani in bronzo)

Offida, PERIODIZZAZIONI/ ARCHI DI PERIODI/ età del bronzo antico, età del ferro, età romana

Presso il torrente che localmente è detto "Fosso del Metallo" (oggi corrotto in fosso del metano) a causa della "grossa quantità di pani di bronzo che da parecchi anni vi si vanno raccogliendo" l'Allevi rinvenne quella che è stata interpretata come una piattoforma (m 48x12) in grossi tronchi (alcuni di m 1,20 di circonferenza e oltre 4 metri di lunghezza) posti a circa 1,30 m di distanza l'uno dall'altro con sopra incrociati tronchi più piccoli. Non essendo stata rinvenuta alcuna palificazione con la quale la piattaforma era tenuta connessa, l'Allevi ipotizzò che potessero essere presenti delle legature vegetali. La piattaforma è stata rinvenuta a circa 5 m di profondità dal p.d.c.; 1,10 m sopra di essa, invece, vennero rinvenuti materiali di età romana (due calicetti, frammenti di olle e patere "di argilla biancastra") tra cui un frammento "con tracce di bella vernice nera". Sulla piattaforma i rinvenimenti furono: selci, pietre rotondeggianti, "un vasetto forgiato a mano…una ventina di pani di bronzo coperti di bella patina verde-azzurra, del peso ciascuno tra i grammi 150 e i grammi 700, i quali erano stati fusi entro forme circolari come i masselli di bronzo del famoso ripostiglio di Bologna". Ulteriori materiali vennero rinvenuti tra 1,70 e 3 m al di sotto della piattaforma, dalle descrizioni è possibile ricostruire un bicchiere monoansato, un frammento con incisioni a zig-zag e un vaso a tubercoli che sembrano collocare il sito nell'orizzonte cronologico del bronzo medio. Ulteriori rinvenimenti hanno permesso di ricostruire una forma di fusione per una lama di scure, un coltello in selce e alcune cuspidi in selce. Non è stato possibile, da parte della Dott.ssa Lucentini, effettuare un esame diretto dei materiali irrintracciabili presso il Museo Civico di Offida. La presenza della piattaforma, messa in discussione dal Rellini, venne confermata a suo tempo dal Pigorini e più recentemente alla Dott.ssa Lucentini dall'ex colono del terreno che ricorda la rimozione di grossi tronchi, lunghi anche 4 metri, dal terreno. Durante i sopralluoghi effettuati nel 1985 dalla Dott.ssa Lucentini erano visibili sul terreno due deboli affossamenti e due chiazze di terreno grigiastro che restituivano resti di legno ben conservato ma nessun frammento ceramico. Due pani in bronzo vennero rinvenuti nel 1987, nel medesimo campo dai signori Cruciani e Gregori: uno dei due presentava un'impressione a ramo secco su entrambe le facce (aes signatum), l'altro aveva forma subrettangolare. Il pane con ramo secco (dimensioni cm 6,5x6x3,1; peso 946 gr) risulta piuttosto isolato nel panorama adriatico (è l'unico esemplare marchigiano) e non è chiaro il tramite per il quale possa essere giunto nel Piceno, il tipo risulta infatti particolarmente diffuso in Emilia nel VI secolo a.C

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