Durante l'impianto del nuovo cimitero nel 1876 vennero scavate alcune tombe da cui furono recuperati un lebete e la situla con Ercole che lotta con il leone nemeo e un'Arpia che germisce due puttini ora al British Museum. Nel 1877 l'Allevi intraprese dei saggi di scavo di quella che lui chiama la necropoli "di Nord-Est" che restituirono "di notevole" solo una lancia di ferro piegata ad arco e un vasetto di bronzo con zona di graffiti ritraenti 4 delfini (si tratta di una situla bronzea a campana di tipo F Giuliani Pomes che trova confronto con una identica dalla tomba 47 di Montefortino di Arcevia, datata da Landolfi al III secolo a.C.). Nel 1915 venne quindi intaccata una tomba (tomba 1) e i successivi saggi, eseguiti da I. Messina, rinvennero altre 5 sepolture e un fondo di capanna neolitico. Le tombe vennero rinvenute a una profondità compresa tra 0,90 e 1 m di profondità e presentavano dimensioni (dove fu possibile rilevarle) di m 0,60x2 circa, con fondo di ghiaia fluviale. Tra i materiali ad esse associati figurano: uno stamnos con anse a placche a maschera silenica, una situla stamnoide con ansa mobile e attacchi semilunati, uno strigile in bronzo. La necropoli risulta quindi la più tarda tra quelle di Offida collocandosi nel IV sec a.C (l'arco cronologico coperto da materiali sembra essere compreso tra V e III secolo a.C.). Il fondo di capanna neolitica venne rinvenuto nel fondo Alessandrini a circa 0,50 m dal p.d.c., si presenteva come una "macchia di terra nera uliginosa" di m 5x2,50 e venne scavato per 3 tagli successi di circa 20/25 cm ciascuno. Si rinvennero frammenti di "pareti e labbri dritti di olle d'impasto grossolano" , frammenti di argilla rossiccia con "impronta di grosso bastone", ossa, schegge di selce, frammenti di alcuni coltellini in selce e piromaca rossa, un abbozzo di cuspide di lancia in selce, un "fondo di un'olla d'impasto ordinario con piede cilindrico pieno"