Chiesa di Santa Maria di Vezzano Ligure (strutture per il culto edificio di culto ed annessi)

Vezzano Ligure, ante VII-VIII - ca XV-XVI

La chiesa di S. Maria è ubicata nei pressi del castrum di Vezzano inferiore, lungo un importante percorso di crinale - relativo al sistema viario compreso tra i fiumi Vara e Magra - corrispondente a un itinerario secondario di raccordo con la Via Francigena. Con la seconda metà del secolo XII la chiesa di S. Maria, divenuta priorato dei Canonici Regolari di S. Agostino, riveste un’importanza crescente, grazie alla protezione dei signori di Vezzano attestata dai documenti archivistici dei secoli XII-XIII. Ben presto l’edificio di culto diviene il centro parrocchiale del borgo inferiore e della campagna circostante, sostituendosi alla pieve di S. Prospero di Corongiola. La chiesa, oggetto di importanti interventi di restauro e riqualificazione architettonica, è stata indagata archeologicamente tra il 1983 e il 1990 con ripetute campagne di scavo che hanno interessato la navata centrale. Le indagini hanno messo in luce una chiesa primitiva, di dimensioni inferiori all’attuale: l’abside antica, con quattro corsi in alzato, si imposta sopra una più larga fondazione e presenta una tecnica accurata in pietre sbozzate, con regolarità dei corsi. Ad essa si collega il muro perimetrale nord, fondato su roccia e strati di argilla sterile, mentre il perimetrale sud è forse individuabile alla base del corrispondente muro di età romanica; lo scavo ha altresì accertato la presenza di un vano annesso all’aula principale sul lato nord, lasciando ipotizzare l’esistenza di una navata laterale e richiamando pertanto la nota tipologia della “chiesa doppia”, consistente in due distinte aule affiancate. L’indagine ha permesso di distinguere più fasi pertinenti a questo edificio, segnate dalla sovrapposizione di tre distinti livelli pavimentali. Alla fase più antica è associato un pavimento in lastre di pietra irregolari, fortemente inclinato verso sud, al pari di quelli successivi, in conseguenza di una situazione di generale scivolamento verso valle dell’edificio, che sarebbe all’origine dei vari interventi di ristrutturazione. Un secondo piano d’uso, in malta biancastra, si imposta sopra un livello di cantiere dal quale provengono materiali databili al VII-VIII secolo (tra i quali un frammento di lucerna vitrea) che costituiscono un significativo termine ante quem per la cronologia di fondazione della chiesa. Nello strato di preparazione per la posa della terza e ultima pavimentazione, infine, è stata documentata una piccola buca, poi sigillata da una pietra piatta, contenente un recipiente in vetro databile tra VIII e IX secolo: rinvenuto integro, è da porre probabilmente in relazione all’intento rituale di dedicare la posa in opera del nuovo pavimento, sebbene non sia da escludere anche l’ipotesi suggestiva che richiama un possibile contenitore di reliquie. L’edificio di culto primitivo rimase in uso fino all’ultima ristrutturazione, databile entro la prima metà del secolo XI sulla base dell’analisi della tecnica muraria dell’elevato dell’abside. Alla fase successiva appartengono le strutture dell’attuale chiesa romanica, anch’essa con presbiterio rialzato: la datazione di questa fase al XII secolo, già orientativamente desumibile dalla tipologia architettonica, dalla tecnica muraria e dalle fonti documentarie, è confermata dal rinvenimento di un frammento di ampolla vitrea, inquadrabile cronologicamente in tale epoca. Al centro dell’abside è venuto in luce un sarcofago marmoreo ricavato mediante il riutilizzo di un architrave romano di prima età imperiale, accostabile a esemplari del territorio lunense. Il sarcofago, che rientra nella tipologia riconducibile al VI-VII secolo, è inserito in una base quadrangolare in muratura, destinata a sorreggere in origine la mensa d’altare. E’ probabile che il sarcofago, riferibile a una sepoltura privilegiata, fosse in opera già nel più antico edificio di culto. Alla fase di XII secolo è attribuibile una porta laterale che poneva in comunicazione l’edificio di culto con un portico esterno, messo in relazione con una struttura di ricovero per viandanti e pellegrini. Sempre nel periodo di utilizzo dell’edificio medievale si colloca l’impianto di una sequenza di fornaci per la fabbricazione di campane, rinvenute nell’area ovest della chiesa, davanti al muro di facciata del primitivo edificio di culto e databili a partire dalla seconda metà del XIII secolo. Alla fine del Quattrocento è riconducibile l’ampliamento della chiesa con l’aggiunta di una seconda navata contrassegnata da arcate di tipo ogivale. Le fasi edilizie del XIV-XV secolo sono confermate dai reperti di scavo, con particolare riguardo ai manufatti di metallo e alle monete, provenienti in prevalenza dalle numerose sepolture che si susseguono dal primo Medioevo al Cinquecento. Le indagini archeologiche condotte nell’area della chiesa di S. Maria hanno permesso di acquisire anche significativi elementi in merito a plausibili fasi di occupazione antecedenti il primitivo edificio di culto. Il rinvenimento di strutture murarie antistanti la chiesa primitiva e ad esse stratigraficamente anteriori, insieme al rinvenimento di anforacei di età repubblicana e di ceramica comune romana imperiale nel riempimento di tombe tarde - che hanno tagliato i livelli più antichi proprio in aderenza alle strutture suddette - permettono quantomeno di supporre la presenza di stratigrafie di età romana nell’area della chiesa e nelle sue vicinanze

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