Montessoro - abitato di età romano-imperiale (insediamento insediamento sparso)

Isola Del Cantone, PERIODIZZAZIONI/ ARCHI DI PERIODI/ età repubblicana-tardoantico

A Montessoro, la realizzazione di shovel tests, condotti in un’area di mezzacosta (600 m) caratterizzata dalla presenza superficiale di laterizi di età romana, ha permesso di individuare i livelli di vita e abbandono di due distinti edifici. La successiva indagine estensiva, eseguita tra il 2009 e il 2013, ha interessato un’area di circa 800 mq e consentito di riportare in luce l’intera planimetria di un insediamento rurale databile tra la fi ne dell’età repubblicana il V secolo, collegato alla maglia di sentieri e mulattiere, alternativa alla via Postumia, che da Genova permetteva di raggiungere Libarna e i centri della pianura. I nove edifici rinvenuti, profondamente intaccati dalla sistemazione agricola di età moderna, si conservano perlopiù a livello di fondazione e, sulla base dei dati di scavo, è lecito ipotizzare che fossero tutti realizzati con zoccolo in muratura legato con argilla, alzato in graticcio e copertura in laterizi (tegole e coppi). La prima occupazione dell’area avvenne tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio di quello successivo con la realizzazione di una struttura a pianta quadrangolare conservatasi limitatamente (Edificio 5). Dopo un apparente periodo di abbandono, nel IV secolo, si assiste all’impianto di una fattoria, costituita da tre distinte strutture: un’abitazione, articolata in tre ambienti adiacenti, realizzata sui resti dell’edificio più antico (Edificio 3); un granaio/magazzino (Edificio 2), dotato di una planimetria a “ferro di cavallo” e organizzato in quattro vani quadrangolari, al cui interno sono state rinvenute concentrazioni di semi di cereali e materiale anforaceo; un fabbricato, posto più a ovest in posizione isolata, destinato ad attività artigianali (un maniscalco?) e caratterizzato da un lato aperto (Edificio 8). Tra IV e V secolo, alcune strutture subirono ampliamenti e modifiche, mentre altre vennero realizzate ex novo: l’Edificio 3 venne ingrandito grazie alla realizzazione di un ambiente destinato ad attività metallurgiche (forse un fabbro) e dotato di un porticato esterno, adiacente a una struttura in legno con copertura in laterizi interpretabile come dispensa/magazzino (Edificio 4); sui livelli di crollo di quest’ultima venne successivamente costruito un fabbricato con pavimento acciottolato (una stalla?), conservato solo parzialmente (Edificio 1); in appoggio al lato occidentale del granaio, che sembra subire variazioni planimetriche, venne realizzata una tettoia con pali lignei e copertura in laterizi. Nella tarda antichità il sito è caratterizzato dalla presenza di un cortile esterno, ubicato a ovest dell’area insediativa, deputato allo scarico di rifiuti, alla stabulazione di animali e allo stoccaggio di derrate alimentari all’interno di strutture interrate, realizzate in pietre e laterizi. La tecnica costruttiva impiegata per la realizzazione delle strutture della fattoria prevede l’utilizzo di blocchi di calzare marnoso sbozzati e disposti su corsi regolari, verosimilmente frutto del lavoro di maestranze specializzate, o di abili muratori, e non all’opera stagionale di semplici contadini

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