Borgo di Brugnato (insediamento borgo)

Brugnato, ca VI - ca XVIII

Il borgo storico di Brugnato, posto al margine settentrionale della piana alluvionale del fiume Vara, in una zona di confluenza di antichi tracciati viari, nasce e si sviluppa attorno all’insediamento di un’abbazia divenuta nel Medioevo (1133) sede vescovile. Le origini dell’insediamento religioso risalgono presumibilmente agli inizi del VI secolo, in concomitanza con l’edificazione di un primo edificio di culto. La dedicazione della chiesa ai Santi Pietro e Lorenzo e la successiva cointitolazione a S. Colombano hanno consolidato la tradizione storiografica che riconduce alla fine del VII secolo lo sviluppo del complesso ecclesiale, in seguito all’arrivo nel territorio di Brugnato dei monaci di Bobbio. Le prime notizie che testimoniano l’esistenza dell’abbazia sono contenute in quattro diplomi imperiali, promulgati tra la fine del IX e gli inizi dell’XI secolo, due dei quali menzionano i privilegi concessi al monastero già dal re longobardo Liutprando (712-744). I primi interventi di scavo all’interno dell’edificio di culto risalgono agli anni Cinquanta del XX secolo, in occasione di lavori di restauro dell’impianto romanico. Le indagini, condotte da R. Trinci, confermarono la complessità della stratificazione archeologica e l’antichità di fondazione del complesso, mettendo in luce, tra i vari resti murari, due edifici absidati al di sotto delle due navate della chiesa medievale. L’edificio sottostante alla navata minore venne interpretato come chiesa cimiteriale risalente al VI secolo, mentre al monastero di età longobarda venne correlata la struttura messa in luce sotto la navata maggiore. Nuove attività di scavo condotte nel 1993 in concomitanza con interventi di valorizzazione dell’area, alle quali seguiranno altre indagini nel complesso religioso e nel borgo storico, hanno permesso di proporre una nuova lettura delle fasi edilizie dell’edificio di culto. Al di sotto della navata centrale sono state identificate tre strutture murarie riferibili a un periodo anteriore all’edificazione della prima chiesa cristiana e pertanto da assegnare, genericamente, ad età romana o tardo-antica. Contrariamente a quanto ipotizzato durante le indagini degli anni Cinquanta, la rilettura delle stratigrafie murarie e le analisi per termoluminescenza condotte sulla pavimentazione in cotto indicano come più antica la chiesa localizzata sotto la navata maggiore, datata tra la fine del V e gli inizi del VI secolo. All’area cimiteriale correlata a tale edificio appartengono le numerose sepolture poste in luce dal Trinci all’interno della navata e forse riferibili a più fasi cronologiche, come suggerisce la presenza di varie tipologie tombali. In un momento successivo all’impianto della prima chiesa, ma forse in fase ravvicinata, si colloca la costruzione del più piccolo edificio di culto – anch’esso ad aula unica con abside semicircolare – visibile al di sotto della navata minore di età romanica. Si è conservata parte dell’altare posizionato al centro dell’emiciclo absidale, nettamente separato dalla navata mediante un muretto trasversale, mentre non è rimasta traccia dei piani pavimentali, sebbene la quota di calpestio, indiziata da evidenze stratigrafiche, non dovesse discostarsi da quella del pavimento della navata della chiesa paleocristiana. La costruzione di un organismo distinto, affiancato alla chiesa già esistente, potrebbe essere spiegata con una specifica funzione reliquiaria della seconda, nonché con la citata dedicazione posteriore a S. Colombano. Sulla base dei dati stratigrafici il secondo edificio di culto si colloca cronologicamente tra il VI secolo (edificazione della prima chiesa) e il X secolo (ampliamento della prima chiesa), con probabile datazione attorno al VII-VIII secolo. Prima della costruzione dell’odierna cattedrale, la chiesa paleocristiana viene ampliata verso ovest, fino a raggiungere l’estensione dell’attuale navata centrale, e dotata di un fonte battesimale ad aspersione con pianta circolare. L’analisi mediante termoluminescenza dei laterizi del piano pavimentale in uso in questa fase ha condotto a una datazione attorno alla seconda metà del X secolo. Nella medesima fase edilizia, o in un momento di poco successivo, vengono realizzate particolari strutture ad archetti in laterizio addossate ai perimetrali nord e sud, interpretabili ipoteticamente come sedili a uso dei fedeli. In tale periodo si continua a seppellire all’esterno delle due chiese, come attesta una delle tombe che risulta immediatamente addossata alla fondazione del muro di prolungamento sud. A distanza di circa un secolo dall’ampliamento delle strutture preesistenti si assiste all’edificazione dell’impianto romanico, i cui caratteri architettonici e costruttivi rimandano ad un orizzonte cronologico compreso tra la fine dell’XI e la prima metà del XII secolo. L’anno 1133, quando Brugnato diviene sede di diocesi autonoma, potrebbe costituire pertanto il termine ad quem per la fondazione della nuova cattedrale. La chiesa romanica ricalca quasi perfettamente lo spazio delle costruzioni precedenti e si connota per la scelta planimetrica della doppia navata divisa da pilastri cilindrici, probabilmente imposta di vincoli di natura urbanistica. Nella fase di vita dell’edificio di culto medievale lo spazio sottostante continua ad essere utilizzato per le sepolture, con la realizzazione di casse in muratura per accogliere inumazioni multiple. Ulteriori indagini archeologiche condotte dapprima nel sedime del palazzo vescovile (1998-1999) e quindi nel sagrato (2004) hanno permesso di ampliare il quadro delle informazioni relative al complesso ecclesiastico. Lo scavo nel palazzo vescovile, adiacente al lato nord dell’edificio di culto, ha interessato gli ambienti del piano terra, rivelando una sequenza stratigrafica estesa complessivamente dall’altomedioevo al XVIII secolo. All’impianto abbaziale potrebbero appartenere le strutture più antiche individuate, rasate a -80 cm dalla quota del attuale chiostro, e poste a delineare una planimetria più complessa ed estesa rispetto a quella del successivo palazzo episcopale. La tecnica costruttiva denota l’impiego di ciottoli di varia pezzatura, spaccati o sbozzati grossolanamente, posti in opera senza corsi e con abbondante malta. In un momento successivo viene realizzata una tomba ad arcosolio, rinvenuta priva di deposizione, per la quale l’unico termine di riferimento cronologico è rappresentato dalle murature che le si addossano successivamente, databili al XII-XIII secolo. La tomba viene in seguito monumentalizzata con la costruzione di un’antistante struttura a U, la cui tecnica muraria richiama quella della seconda chiesa. La fase successiva corrisponde all’edificazione del palazzo vescovile, in seguito all’erezione di Brugnato a sede di diocesi: il nuovo impianto modifica in modo radicale le precedenti strutture abbaziali, pesantemente rasate e obliterate da un deposito di livellamento finalizzato all’innalzamento delle quote pavimentali. In questa fase, di cui sopravvivono murature in fondazione e parzialmente in elevato, l’edificio assume una struttura non troppo dissimile da quella oggi visibile: un grande vano, con accesso dall’attuale chiostro, è affiancata a nord da tre ambienti che conservano lacerti di piani pavimentali costituiti da un battuto di colore rosato. Le murature sono costituite da filari sub-orizzontali di ciottoli allungati di medie dimensioni, a volte sbozzati o spaccati, legati da malta con giunti di notevole spessore. Alla prima Età Moderna è riferibile la riedificazione di parte del palazzo, di cui rimane testimonianza la stanza sud, che sembra mantenere inalterata la volumetria originaria, con volta a crociera impostata su peducci angolari. Nel corso del XVII secolo, infine, si attuano nuovi restauri e riedificazioni, attestate da fonti epigrafiche e archivistiche. Lo scavo del sagrato ha permesso di documentare un’area cimiteriale con prolungato utilizzo, articolata in tre principali fasi cronologiche, la più antica delle quali – relativa a inumazioni in fossa terragna prive di corredo – è riferibile alla chiesa di VI secolo per la corrispondenza tra la sua quota pavimentale e quella del deposito, di formazione naturale, in cui sono tagliate le fosse di deposizione. Un successiva fase sepolcrale, da porre in relazione all’ampliamento di fine X-inizi XI secolo sulla base di correlazioni di carattere stratigrafico e altimetrico, si caratterizza per la presenza di tombe in struttura, con spallette in muratura, copertura orizzontale in lastre e fondo in terra. In un momento posteriore, a seguito dell’innalzamento del piano esterno per raccordare il sagrato alla quota pavimentale della chiesa romanica, viene organizzata la più tarda fase cimiteriale, connotata da un’elevata concentrazione di inumazioni in fossa terragna. L’indagine sull’organizzazione planimetrica e la struttura materiale del complesso ecclesiastico di Brugnato ha trovato ulteriori elementi di approfondimento nelle attività di scavo condotte nelle aree esterne all’attuale episcopio, che hanno precisato l’esistenza di murature fortificate a protezione dell’abbazia, i cui resti sono stati rintracciati in Piazza Brosini (2004-2005) e nel lotto edificato compreso tra Via dell’Olivo e il chiostro di San Colombano (2005). L’esistenza di una cinta muraria esterna a protezione dell’insediamento abbaziale, ascrivibile ai secoli X-XI e connotata da fondazione in pali lignei, è stata rinvenuta nelle indagini stratigrafiche di Piazza Ildebrando (2003-2005-2013). Sempre in quest’area si è potuta riconoscere la seconda cerchia difensiva di XIII secolo, individuata anche in Piazza De Gasperi, generatrice della caratteristica configurazione circolare del borgo, sviluppatosi dopo la dismissione dell’impianto fortificato (XVIII secolo)

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