Monte Carmo (insediamento)

Deiva Marina,

Il Monte Carmo è un rilievo di serpentinite che si stacca dalla dorsale che divide la valle del Torrente Deiva da quella del Torrente Bisagno (Moneglia) e domina un esteso territorio compreso tra le alture del Bracco e l’area costiera. Ricognizioni di superficie hanno permesso di recuperare, sulla sella che collega il Monte Carmo con il versante, un significativo complesso di materiali ceramici e di industria litica. I manufatti litici più rilevanti e diagnostici comprendono punte di freccia in diaspro rosso e verde, uno strumento a ritocco bifacciale e un frammento di lama a ritocco marginale sinistro in diaspro verde e una perlina forata di serpentinite talcizzata nera. A questi si aggiungono un frammento di steatite rossa-bruna, recante tracce di lavorazione, e ulteriori frammenti di lame e schegge di diaspro e selce. La perlina forata e l’industria litica, con particolare riferimento alle punte di freccia, sembrano costituire un insieme omogeneo attribuibile genericamente all'Età del Rame. Sulla base dell’esame autoptico appare plausibile che le radiolariti utilizzate per la produzione dei manufatti recuperati sul Monte Carmo provengano dagli affioramenti individuati nel vicino sito di Deiva Marina – Case della Foce, caratterizzato dall'elevata qualità e dalla variabilità cromatica e tessiturale dei diaspri. La perlina talcizzata, inoltre, trova un puntuale confronto nelle numerose perline della Caverna Sepolcrale “Da Prima Ciappa” in Val Frascarese, che dista in linea d’aria non più di 6 Km. I frammenti di steatite sembrano testimoniare la lavorazione in loco di tale materiale, il quale, essendo un prodotto di alterazione delle serpentiniti, è disponibile allo stato grezzo nell'area circostante. Per quanto concerne i materiali ceramici, si tratta di frammenti piuttosto fluitati e privi di precisi caratteri diagnostici, accomunati da un impasto ottenuto con l’impiego di terre gabbriche, approvvigionabili nelle vicinanze. Nonostante l’assenza di specifici indicatori le caratteristiche e l’aspetto dell’impasto rendono l’insieme dei reperti ceramici un complesso omogeneo da ritenere plausibilmente associato alla litica e alla perlina. In conclusione si può affermare che i reperti rinvenuti sul Monte Carmo costituiscono la testimonianza di un sito dell'Età del Rame, che, come suggerito dall'uso di materiale locale, è stato stabilito da popolazioni stanziate nella regione

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