TORRE SAPERGO (insediamento insediamento fortificato)

Bordighera,

Questo sito, di poco arretrato sull’altura immediatamente alle spalle di Bordighera (Il Colletto) è identificato talora anche mediante l’evidenza della torre Cinquecentesca (Torre di Sapergo o Torre Saperga) che, restaurata, ancor oggi vi sorge sulle pendici occidentali e, restaurata, è adibita a usi residenziali. L’accesso alle pendici occidentali del rilievo avviene dall’area retrostante un vivaio di piante grasse: di lì, tramite un percorso tra folta vegetazione arbustiva ormai incolta che ha invaso un sottobosco di roveri e castagni, si arriva alle pendici dell’altura vera e propria. Il versante occidentale è caratterizzato da una serie di balze, definiti da muretti a secco, in alcuni punti crollati, che, pur essendo indatabili, ne denunciano una passata utilizzazione anche a fini agricoli (vi sono alcuni alberi da frutto ed olivi tra gli altri), analogamente ad un tratto di struttura, simile ad una rampa di accesso, che supera il primo dislivello. Già a queste prime balze, e nonostante il fondo del bosco, fittamente ricoperto di fogliame, è stato possibile, operando soprattutto partendo dalle zone rimaste ‘pulite’ e proseguendo nel fogliame stesso, rinvenire una notevole quantità di frammenti ceramici: assai spesso piuttosto dilavati, si tratta di frammenti anforici, in apparenza di produzioni tarde (è marginale, ed appare dl tutto occasionale, la presenza di pareti con impasto ad inclusi vulcanici, denunzianti produzioni dell’area tirrenica anteriori) e una grande quantità di tegoloni ad alette. Questi appaiono abbastanza omogeneamente distribuiti sulle balze, e, salendo, trovano però una significativa concentrazione su una balza prossima alla sommità –la cima è occupata da un vascone moderno per l’acqua, in un terreno cintato, sito a quota 195-, un tratto di struttura di muretti simili a quelli inferiori sembra ammorsarsi ad una sorta di avancorpo preesistente, in apparenza di tecnica più massiccia e regolare, che appare oggi crollato su se stesso e ricoperto anche di muschio, oltre che circondato dalla vegetazione incolta tutt’attorno che ne limita la visibilità; anche in questo caso, il materiale raccolto non si differenzia da quello ritrovato nella porzione sottostante (A ): questa struttura sembra corrispondere con quella di cui è dato un sommario rilievo in Lamboglia 1971 (riprodotta in allegato alle tavole). Si presenta dunque difficile la lettura e la collocazione cronologica delle strutture, odiernamente: non si può escludere del tutto che le recenziori strutture agricole si siano impostate su resti più antichi di apprestamento del terreno ad uso forse insediativi: in questo caso, in base ai dati della ceramica raccolta, ci si troverebbe di fronte ad un insediamento retro-costa, della tarda-età imperiale e tardo-antico (interessante, la mancanza di frammenti postclassici anteriori alla frequentazione di età moderna), probabilmente ritenuto più sicuro di quello costiero in quell’epoca: se ne segnala, inoltre, anche l’interessante collegamento visivo con altre alture che si allungano immediatamente retrostanti alla costa, come il monte Bauso e il monte di S.Croce verso occidente. La folta vegetazione erbacea che caratterizza invece il percorso fino alla Torre del XVI secolo, e quindi, di lì, il ricongiungimento con la strada moderna, oltre al fatto che ci si è dovuti affrettare trattandosi di terreno privato odiernamente frequentato, non ha consentito raccolta di reperti significativi in questa parte nord-occidentale delle pendici: appare comunque assai significativa la concentrazione di reperti riscontrata tra le balze strutturate con muretti della porzione boschiva. Nonostante la tradizione, raccolta e riferita in MANNONI 1989, p. 120, che ivi sorgesse il primitivo nucleo di Bordighera, il sito preromano – e al di là della plausibilità come sito ligure- bisogna ammettere che, ad oggi, in base alle evidenze raccolte nel sottobosco, la facies preromana rimane ancora solo congetturabile

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