RESTI GRANGIA MONASTICA (strutture per il culto edificio di culto)

Riva Ligure, XII

La riscoperta della Grangia medievale si deve ad uno storico locale il quale per primo identificò il monastero cistercense con i ruderi situati nella zona indicata col toponimo di Villa Grangia nella cartografia IGM (CERVINI 1997-1998, pp. 167-170). E’ molto probabile che con questi ruderi si debba proprio identificare la grangia gestita da un certo Odecionus che, in un documento del 1197, viene definito con l’appellativo di grangerius di Taggia (POLONIO 1997-1998, pp. 32-33). Il documento ricorda che questa grangia, termine con cui nel Medioevo si indicava un’azienda agricola gestita da monaci, dipendeva dall’abbazia cistercense di S. Andrea di Sesti Ponente. La zona, situata poco sopra il sito archeologico di Capo Don, presenta ancora evidenti elementi strutturali. I resti sono tali da consentire di identificare due ambienti tra loro attigui, uno dei quali, il più orientale, è costituito da un edificio a pianta rettangolare composto da diversi ambienti. Il muro perimetrale del lato settentrionale, che si addossa alla collina, si conserva per ampi tratti, a differenza dei due lati corti conservati solo parzialmente. Più precisamente quello ad est, anch'esso addossato al pendio e in parte occultato da un muro di terrazzamento recente, è leggibile per circa 6 m; mentre quello ad ovest si è conservato solo per un breve tratto di circa 1,5 m. Una serie di misurazioni effettuate in corrispondenza delle lacune hanno consentito di rilevare lo spessore dei muri, che si attesta intorno ai 70 cm. La seconda parte della struttura è formata da un muro che dall'estremità N/O del vano corre lungo la mulattiera immediatamente a N di essa per circa 10,5 m. I due muri addossati alla collina hanno una successione di nicchie di dimensioni e altezze variabili, che presentano tracce di intonacatura interna; esse risultano intervallate da fori travepontai e altre cavità relative alle condutture. La tecnica muraria prevede la realizzazione di due paramenti in blocchetti di arenaria e calcare locali, di forma rettangolare, ben squadrati, disposti su corsi regolari di altezza che oscilla tra i 12e i 16 cm, legati da malta di calce. Il nucleo interno è costituito da frammenti e ciottoli dello stesso materiale misti a malta. Tale tecnica costruttiva suggerisce, per li complesso, una datazione compresa tra il XII-XIII secolo

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