vasca

soggetto assente, Milano, post 290 - ante 290

Vasca lustrale in porfido, di forma pseudo-ellittica alla cornice, con coppie di anelli scolpiti sugli pseudo-lati lunghi e un finto evacuatore laterale a testa di satiro. Il fronte superiore è stato adattato all’uso battisteriale rifacendo (probabilmente sulla falsariga degli originali) le due decorazioni laterali a conchiglia, mentre il coperchio bronzeo è moderno. La vasca è sostenuta da quattro zampe leonine bronzee, rifacimento ad opera di Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi (1570 ca.), poste su di una base di marmo di Candoglia

  • OGGETTO vasca
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ battitura, fusione, cesellatura
    marmo/ scalpellatura, levigatura, a incisione
    porfido/ scalpellatura/ levigatura
  • MISURE Profondità: 100 cm
    Altezza: 110 cm
    Larghezza: 220 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Milanese
  • LOCALIZZAZIONE Santa Maria Nascente
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Milano (MI)
  • SPECIFICHE DI LOCALIZZAZIONE interno, intercolumnio fra la seconda campata della navata esterna e quella interna di sinistra
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Una tradizione, credibile per la qualità del manufatto e la probabile origine termale, vuole l’opera originaria delle Terme Erculee, realizzate per volontà dell’Augusto d’Occidente, Massimiano (286-305), nell’area orientale di Mediolanum (attuale largo Corsia dei Servi). Si tratterebbe cioè di una delle vasche decorative collocate nell’ingresso monumentale, secondo uno schema di vasta diffusione: opera di grande solennità pur nei tratti volutamente essenziali del modellato. E’ invece sicuro l’utilizzo ambrosiano (quindi verso il 374) come sepolcro dei martiri Dionigi, Canzio, Canziano e Canzianilla nella basilica dionisiana; e tale rimase fino agli interventi in basilica del governatore Antonio De Leyva (1535-1536). Spostati i sacri corpi nella Cattedrale, l’arcivescovo Carlo Borromoe incaricò Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi (1527-1596) di realizzare un nuovo Battistero per aspersione per il Duomo, stante la caduta in disuso e l’abbattimento del Battistero per immersione di San Giovanni alle Fonti. Pur nella singolare carenza di una datazione esatta, siamo nell’ambito delle grandi trasformazioni cattedralizie promosse dal Borromeo nell’ottavo decennio del Cinquecento, e il risultato è un tempietto a ciborio con quattro colonne corinzie su alti basamenti, trabeazione e quattro timpani. L’importanza nella liturgia ambrosiana presente (presenza pendula delle dodici lampade degli Apostoli per la Traditio olei del Giovedì Santo) e passata (consacrazione reiterata al Sabato Santo e alla vigilia di Pentecoste con battesimo di tre bambini da parte dell’arcivescovo e imposizione loro del suo nome e di quelli dei Protoklétoi eccetto Andrea; processioni del Capitolo) spiega l’importanza simbolica assunta dal manufatto e la sua mutazione sostenibile di significato (vasca termale, sepolcro, vasca battesimale)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303268540
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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