Abitato tardoantico e altomedievale e successivo castello (insediamento rurale, insediamento)

Santo Stefano Belbo, ca IV sec. d.C - ca VI sec. d.C

L’insediamento di epoca tardoromana-altomedievale sorto sul colle dominante l'attuale borgo di Santo Stefano Belbo, in un'area prossima al castello tardo medievale, era noto non solo in base alle segnalazioni verbali dei contadini della zona, ma anche a causa di un intervento abusivo condotto negli Ottanta del XX sec. d.C. che aveva messo in luce porzioni di murature con orientamento divergente rispetto a quelle del complesso medievale. L’impianto originario (IV-V sec. d.C.) è definito da un vano abitativo delimitato da brevi porzioni murarie in pietra locale, legate da argilla, giustapposto a una struttura a carattere difensivo che alterna travi lignee a settori in muratura e a un impianto artigianale per la riduzione del minerale. Quest'ultimo, costituito da due semplici pozzetti circolari scavati nel terreno impiegati per la trasformazione del minerale in metallo (bassi fuochi) e da due chiazze di concotto riferibili alla presenza del mantice di ventilazione accanto al focolare, sottolinea la destinazione artigianale dell'area. I materiali tardoantichi sono costituiti prevalentemente da sigillata locale di imitazione e tarda(olpi e forme aperte: IV-V sec. d.C.), frammenti di mortai a listello invetriati, monili bronzei (due anelli digitali con monogramma) e monete di fine III sec. d.C. Con il V-VI sec. d.C. si riscontrano consistenti trasformazioni: viene ampliata la superficie sfruttabile con la creazione di un terrazzamento verso S, viene realizzato un focolare con struttura in lastre di pietra e si allestiscono tettoie protettive poggianti su sostegni lignei. Dai livelli di questo periodo provengono frammenti di pietra ollare, ceramica grezza e modeste quantità di vasi a listello invetriati. Nel corso dell'epoca bassomedievale il sito viene occupato dal complesso castrense, del quale sopravvivono soltanto parte di una torre quadrangolare (XIII sec. d.C.), un tratto della cinta difensiva con più fasi costruttive, una cisterna per la raccolta dell'acqua e una fossa di scarico con materiali di XIV-XV sec. d.C. ( tra cui ceramica graffita arcaica e maiolica arcaica). A ridosso della cisterna, sulla pendici della collina, erano presenti una chiesetta, oggi scomparsa, e un’area cimiteriale provata dal toponimo “campo dei morti” e dalla notizia del rinvenimento di numerose tombe durante l’impianto dei vigneti. La sovrapposizione delle strutture bassomedievali alla palificata lignea preesistente, con orientamento divergente rispetto a quelle dell'impianto originario, suggerisce la precoce scomparsa di ogni forma insediativa sulla sommità del rilievo, probabilmente in una fase di poco successiva al VI sec. d.C

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