PIEVE DI SANTA MARIA DI SQUAROLO (Pieve, strutture per il culto)

San Martino Canavese,

Durante gli scavi effettuati nel 1988 per la messa in posa della recinzione di un piloncino dedicato alla Madonna, sono stati messi in luce resti di una struttura muraria e di una sepoltura pertinenti all'antica Pieve di Santa Maria di Pasquarolio (Squarolo o Pescarolo) e alla circostante area cimiteriale. Dell'edificio non rimane più nulla, essendo stato demolito nel 1968. In base alla descrizione di alcuni abitanti del luogo, di vecchie fotografie e della mappa catastale, è stato ricostruito l'aspetto della chiesa, costituita da un'unica navata con abside, lunga circa 10 m e con un campanile che risultava inglobato nel corpo edilizio per via di ampliamenti successivi. La fondazione della pieve si pone anteriormente al X sec. d.C., tra le prime della diocesi di Ivrea, in una zona dove sono attestate già frequentazioni di età romana (laterizi ed embrici sulla strada per Vialfré). La sua presenza costituiva un nodo religioso e amministrativo, ed attorno ad essa a partire dall'XI sec. dovette formarsi un borgo, S. Martino, con relativo castello, che nel tempo assunse un'importanza crescente. Man mano le prerogative della pieve furono trasferite all'interno del borgo stesso, parallelamente alla crisi che stava deteriorando il sistema pievano, le cui funzioni vennero sostituite dall'attività delle parrocchie

  • OGGETTO Pieve
  • CLASSIFICAZIONE strutture per il culto
  • LOCALIZZAZIONE San Martino Canavese (TO) - Piemonte , ITALIA
  • TIPOLOGIA SCHEDA Complessi archeologici
  • INTERPRETAZIONE L'antica pieve di S. Maria di Pasquarolio (Pescarolo o Pescharolio, toponimo forse in relazione alla presenza di pascua communia) si collocava originariamente presso una piccola chiesa con annesso cimitero, situata alle porte del borgo di S. Martino del Monte (secondo il toponimo medievale). Il villaggio, segnalato sul percorso della via romea pedemontana che da Yporegia conduceva a Torino, era sede di un castello, detto di Arduino, che fu teatro di travagliate vicende storiche, e di cui oggi non rimangono che modesti ruderi. Il complesso del borgo e del castello assunse una conformazione precisa attorno all'XI-XII sec., molto dopo l'affermazione della pieve di Santa Maria. Questa viene citata per la prima volta nel Liber Decimarum del 1368-70 della Diocesi di Ivrea con la dicitura “Plebs S.ti Martini”. La notizia è forse sintomatica del fatto che a quella data la pieve fosse stata già trasferita dentro il borgo, che molto probabilmente era fortificato. La scelta sottolinea l'importanza che S. Martino ed i suoi signori, i Conti di S. Martino, avevano acquisito col tempo. Compresi nel territorio di riferimento della pieve erano i centri abitati di Scarmagno, Vialfré, Perosa, Romano e Sassino le cui chiese o cappelle non avevano diritto di battesimo. È verosimile che la nuova sede della pieve fosse la chiesa di S. Maria delle Grazie o “dei morti” (giacché fino al 1847 ospitò il cimitero paesano), un edificio la cui fondazione si fa risalire all'XI sec. Dal resoconto della visita pastorale del 1566, il pievano risulta abitare nel borgo di San Martino “in Castro” e qui celebrare le messe. La descrizione della chiesa riportata nel testo, che dovrebbe far riferimento a S. Maria delle Grazie e non alla chiesa in regione Squarolo, menziona una fonte battesimale in pietra, con piramide lignea al centro dell'edificio; un altare maggiore, dotato di dipinti e reliquie, e tre altari senza arredi. Il vescovo in visita ordina che i morti siano sepolti in chiesa e solo in avelli coperti da pietra, mentre non sembra esistere un cimitero né una canonica. Nella visita del 1652 si menziona una chiesa sotto il titolo di San Martino, “antiquo more constructa”, senza rendita, ed un cimitero annesso. Nel 1666 viene fondata la nuova chiesa parrocchiale dove viene nuovamente trasferita la pieve. Non sono note le vicende dell'antico edificio in regione Squarolo dopo la perdita delle sue funzioni pievane; è probabile che divenne una semplice cappella di campagna, fino a decadere completamente e ridursi a rudere
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/ecclesiastica
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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