Pieve di San Giovanni di Mediliano e area cimiteriale (pieve, strutture per il culto)

Lu, ca X sec. d.C - ca XII sec. d.C

L’antica Pieve di San Giovanni di Mediliano, fu fondata tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo, in età carolingia. La prima menzione nell’elenco delle pievi della diocesi di Vercelli risale alla metà del X sec., quando viene ricordata come plebs Metiliani. L’area circostante ha restituito tracce di frequentazione in età pre-protostorica (2500-125 a.C.) e romana (I-III secolo d.C.), quando l’elemento principale era una villa, abitata almeno dalla fine del I secolo a.C. e rimasto polo di attrazione ancora in età gota e longobarda. Tra il IV e l’VIII secolo, dove più tardi sorgerà la pieve, viene creata un’area funeraria, forse collegata a un luogo di culto dislocato e non identificato. da cui proviene l’iscrizione di Livarna del V-VI secolo, che rappresenta la più antica epigrafe cristiana del Piemonte meridionale. Databili alla prima fase di occupazione sono un piccolo monumento funerario con nicchia interna per l’alloggiamento di un sarcofago e un pozzetto funzionale ai riti del refrigerium. Tale area ha restituito anche tombe medievali. La prima chiesa di età carolingia misura circa m. 12,10x7,60 e risulta terminata da due absidi affiancate tuttora conservate. Le fondazioni sono realizzate in ciottoli e gli elevati in laterizi di reimpiego. I piani pavimentali in cocciopesto su una preparazione in pietre e ciottoli. Nell’angolo sud-est dell’aula si apriva un piccolo sacrarium, destinato ad accogliere le lavature dei vasi sacri e i liquidi benedetti utilizzati durante i riti religiosi. Nella zona presbiteriale erano presenti il coro e un fonte battesimale poligonale. Tra il X e l’XI sec. la chiesa subisce una prima modifica: viene prolungato, mediante una massiccia struttura, il perimetrale settentrionale che piega poi verso sud ad angolo retto, forse funzionale alla fondazione di un primitivo campanile. Sono di questo periodo tre fosse per la fusione delle campane. All’esterno l’area viene intensamente utilizzata con funzione cimiteriale La chiesa viene ampliata verso ovest in età romanica, alla fine dell’XI sec.: la facciata viene avanzata e il nuovo campanile, contenuto all’interno del perimetro dell’aula, viene eretto al posto di quello ottoniano, con una pavimentazione in laterizi di reimpiego. A questo periodo si riferisce una seconda fornace per le campane. Lo spazio interno della chiese viene suddiviso longitudinalmente mediante due pilastri. Nella zona presbiteriale si realizza una barriera in muratura che parte dal perimetrale sud e si raccorda al fonte battesimale. Nella zona settentrionale del presbiterio si rinviene la base per un ambone, forse ligneo. L’apparato decorativo era forse costituito da affreschi figurati Tra la fine del XII e la prima metà del XIII secolo divenne sede di una canonica. Tra la fine del XV e la metà del XVI sec. si segnalano massicci interventi, tra cui il crollo del campanile e la trasformazione dello spazio interno nuovamente ad unica navata; ai perimetrali nord e sud si addossano lesene in laterizi; le absidi vengono chiese da una tamponatura decorata con nuovi affreschi a motivi floreali; due muri che la percorrono trasversalmente hanno una funzione di contenimento. In questo periodo si comincia a seppellire all’interno della chiesa. Tra la fine del XVI e il XVII sec. viene ampliato il presbiterio. Nel 1479 tutti i diritti dell’antica pieve furono trasferiti alla chiesa di Santa Maria Nuova, all’interno del borgo che si era sviluppato sulla collina. La pieve fu oggetto ancora di numerosi interventi, sia nel XV-XVI secolo, sia successivamente, quando venne quasi completamente riedificata, forse in seguito ad un periodo di scarsa frequentazione come si intuisce dalle prime visite pastorali. Nella seconda metà del XVII secolo la facciata fu rialzata e vennero aperte due finestre rettangolari “di devozione” accanto alla porta centrale; nella prima metà del sec. XVIII si costruì il timpano. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Pieve visse un periodo di completo abbandono fino al 1992, quando il Comune di Lu avviò alcuni scavi e lavori di consolidamento

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