ANFITEATRO DI SEGUSIUM (anfiteatro, luogo ad uso pubblico)

Susa, Eta' romana imperiale metà/ fine

Il sito dell'Anfiteatro romano di Segusio si trova a sud del centro antico, tra le attuali vie San Francesco e via della Consolata. Anticamente doveva collocarsi nelle immediate vicinanze dell'abitato, come suggeriscono sporadici rinvenimenti di tombe nei pressi della struttura. La scelta della posizione non sembra casuale, considerata la presenza di una conca naturale e di uno sperone roccioso che offrivano supporto per la costruzione delle gradinate e riparo dai venti. Esposto alle esondazioni del torrente Gelassa, è possibile che dopo essere caduto in disuso, sia stato colpito da episodi alluvionali fino ad essere completamente sommerso dai detriti. Se ne perse la traccia fino al ritrovamento casuale, nel 1865, da parte del vescovo di Susa, in un terreno di sua proprietà. Nel 1881 furono eseguiti i primi sondaggi, a seguito di lavori agricoli che rilevarono la presenza di un corridoio ed un vano sotterraneo, che furono però subito ricoperti. Le indagini ripresero ufficialmente nel 1928 con l'intervento di Barocelli, che espose solo una porzione limitata di cavea nel settore W a causa dello spessore di oltre 6 m. dei depositi, riuscendo però ad identificare i ritrovamenti con il podio di un anfiteatro. Scavi sistematici furono effettuati tra gli anni 1956 e 1961 ad opera di Carducci: si liberarono per prime le gradinate sul lato W appoggiate al fianco della montagna, ricollocando in situ grossi blocchi di pietra della cavea trascinati nel mezzo dell'arena dalle alluvioni; in seguito si portarono in luce gli ingressi N-W e S-E con e relative camere laterali, permettendo di delimitare il perimetro della struttura. Per ultime vennero liberate la parte S-E della cavea, mettendo in luce le sostruzioni anulari ed una camera sotterranea di servizio, già identificata nei primi scavi. Alcune indagini più recenti localizzarono anche una strada fiancheggiata da mura che non è stato più possibile identificare con certezza, insieme ad altre strutture di cui restano scarni disegni. Nel 1969, dopo un lungo restauro, il sito fu aperto al pubblico. Dell'anfiteatro sono dunque note le caratteristiche generali. Il complesso si presenta di forma ellittica e di piccole dimensioni (60x53m. al perimetro esterno), orientato NW-SE. Le gradinate della cavea poggiano in parte su sostruzioni artificiali e in parte sul declivio di una collina; i gradini sono realizzati in pietra locale e raggiungono lo spessore di 0,80 m.; nella sostruzione della cavea è stato ricavato un cunicolo anulare con volta a botte che corre lungo un podio alto circa 3 m., che circonda l’arena interrompendosi in corrispondenza degli ingressi. Questi erano ampi 3 m. e recavano probabilmente delle forme monumentali. Lungo l’asse minore dell’anfiteatro si collocano due tribune destinate agli spettatori più illustri. Un sistema di cunicoli e canalette permetteva il deflusso dell'acqua verso il centro dell'arena. Il podio è realizzato in scaglie calcaree e ciottoli spaccati, disposti in corsi orizzontali abbastanza regolari, legati da abbondante malta di calce bianca. In più punti reca ancora tracce dell'intonaco signino e probabilmente era decorato con sculture architettoniche. Nel Museo Civico di Susa è conservato infatti un interessante bassorilievo, rinvenuto nell’anfiteatro, che rappresenta una figura femminile (forse una Nemesi) che regge un pugnale nella mano destra. La medesima provenienza hanno forse numerose cornici bronzee di chiara funzione decorativa. È possibile che la cavea si sviluppasse oltre il primo anello lapideo, mediante un maeniano le cui gradinate erano ricavate dal pendio della collina sul lato W, costruite su sostruzioni in terra pressata sostenuta da modeste murature di contenimento e accessibili da scale in carpenteria lignea sul lato E

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