macchina dinamoelettrica di pacinotti

1878-1880

La macchina è fissata ad una piattaforma di legno tramite due blocchi, pure di legno; l'albero motore è verticale, poggia sulla piattaforma mediante un supporto munito di vite di regolazione e porta una puleggia di trasmissione in alto e due in basso. Gli elementi essenziali della macchina sono l'induttore e l'indotto. L'induttore, o statore, è fisso ed è costituito da due avvolgimenti cilindrici verticali i cui nuclei di ferro sono chiusi fra loro in alto, mediante una lastra di ferro e terminano in basso con espansioni polari di forma cilindrica, realizzate con tre lastre di ferro sovrapposte e isolate tra loro. L'indotto, o rotore, che è solidale e coassiale con l'albero motore, ruota tra le espansioni polari dell'induttore ed è costituito da un anello di ferro sul quale sono avvolti 16 gruppi di spire collegati in serie fra loro e l'ultimo col primo. Quando l'indotto viene posto in rotazione, se c'è una pur debole magnetizzazione residua nell'induttore, si generano nei suoi avvolgimenti delle f.e.m. indotte; per raddrizzare la corrente generata, ciascuno dei sedici terminali comuni a due avvolgimenti contigui è collegato ad una delle sedici lamelle di rame, fra loro isolate, fissate sulla superficie di un cilindro isolante (collettore), coassiale e solidale con l'albero motore. Sul collettore poggiano, da parti diametralmente opposte, due spazzole di rame che prelevano la corrente che alimenta in serie, sia il carico che le elettrocalamite dell'induttore. Perché tensioni e correnti possano persistere è necessario che la rotazione dell'indotto avvenga nel verso in cui la corrente generata, attraversando le elettrocalamite dell'induttore, tende ad aumentare la magnetizzazione residua nel suo nucleo di ferro. Quando la resistenza del circuito esterno è elevata, e in tutti i casi in cui si vuole aumentare la magnetizzazione dell'induttore, si può inserire un dispositivo detto da Pacinotti sopraeccitatore. Esso è costituito da un cilindro (diametro 3,6 cm; altezza 3,5 cm) solidale e coassiale con l'albero motore, ricoperto per circa tre quarti da una lamina conduttrice e per la parte rimanente da un isolante. Su di esso strisciano, da parti diametralmente opposte, due spazzole di rame che, essendo collegate ai morsetti della macchina, escludono e ricollegano il carico ad ogni quarto di giro. Infatti nel quarto di giro in cui una delle spazzole è in contatto con il settore isolante, la corrente generata attraversa l'induttore ed il carico; nel quarto di giro successivo, in cui entrambe le spazzole sono in contatto con il settore conduttore, il carico risulta cortocircuitato e la corrente attraversa solo l'induttore aumentando la magnetizzazione; e così via di quarto di giro in quarto di giro. Sia le spazzole del collettore che quelle del sopraeccitatore sono costituite da una serie di sottili lamelle di rame, tenute affiancate e molto vicine tra loro da una laminetta di rame alla quale sono saldate in un estremo. Ciascuna spazzola è incernierata al telaio della macchina dalla parte della lamina e sfrega nel centro sull'organo in movimento (collettore o sopraeccitatore); mentre sull'estremo libero agisce un premi spazzola di ottone a cerniera, tramite un cuscinetto di materiale isolante sufficientemente morbido ed elastico

  • OGGETTO macchina dinamoelettrica di pacinotti
  • MATERIA E TECNICA FERRO
    Rame
  • MISURE Altezza: 20.5 cm
    Lunghezza: 35 cm
    Larghezza: 58 cm
    : 15 cm
    : 21.5 cm
  • CLASSIFICAZIONE induzione
    elettricità e magnetismo
  • ATTRIBUZIONI Pacinotti Antonio (1841/ 1912): costruttore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Fisica di Sardegna
  • LOCALIZZAZIONE Dipartimento di Fisica
  • INDIRIZZO SS554, Km. 4500, Monserrato (CA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La macchina dinamoelettrica è il documento più significativo della permanenza di Antonio Pacinotti a Cagliari come Professore di Fisica Sperimentale presso la Regia Università (1873-1881). Inventariata solo nel 1887 (ben sei anni dopo il trasferimento di Pacinotti a Pisa) fu costruita dallo stesso Pacinotti con il Macchinista del Gabinetto di Fisica e Assistente preparatore Giuseppe Dessì, tra il 1878 ed il 1880, insieme ad altre due che si trovano una a Pisa, tra i cimeli del Museo Pacinotti e l'altra a Londra, nel Science Museum
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000219170
  • NUMERO D'INVENTARIO 78
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Università di Cagliari
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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