Deposito votivo di Mitza Salamu (strutture per il culto luogo di culto all’aperto)

Dolianova, ca II mill. a.C - ca II a.C

Il sito, che si estende sui rilievi a N del centro abitato di Dolianova, è interessato dalla presenza di una sorgente (mitza) che prende il nome della località. Nel 1988 la ripulitura occasionale della sorgente, coperta fino a quel momento da pietrame per buona parte del suo elevato, ha consentito di recuperare, sul fondo melmoso e tra gli interstizi delle pietre che ne rivestono le pareti, 36 mascherine fittili antropomorfe di carattere votivo che fanno interpretare la sorgente come fonte sacra e indicano il sito come area di culto. La sorgente, d’acqua potabile con proprietà oligominerali, utilizzata in tempi recenti per abbeverare gli animali al pascolo, si localizza su un lieve pendio presso due recinti a pianta circolare (diametro m 30 e m 4) di cui si conserva un elevato di m 0,80 realizzato con pietre sistemate a filari secondo la tecnica a secco. Tali strutture per la presenza di alcuni elementi betilici sembrano legati a una originaria funzione rituale prima di essere successivamente riutilizzati come recinti per animali. Attorno alla sorgente si dispone una costruzione, quasi del tutto interrata, vagamente troncopiramidale realizzata con pietre di medie e piccole dimensioni lavorate solo nella faccia a vista interna. Un muretto trasversale modifica la sistemazione circolare della sorgente indirizzando l’acqua all’esterno in una sorta di piccola vasca quadrangolare facendola scorrere tra due pareti divergenti che ne accompagnano il corso per un breve tratto. Il materiale rinvenuto si rivela tipologicamente omogeneo in quanto costituito esclusivamente da maschere e piastrine antropomorfe, distinguibili in base alle caratteristiche di esecuzione, alle argille utilizzate o alla tecnica , basata per la maggior parte dei casi sulla modellazione a mano in altri esemplari invece sulla realizzazione a matrice. All’interno della classe di materiale si possono inoltre rilevare distinzioni nell’ambito dei modelli che si riferiscono a importazioni, a imitazioni locali o a realizzazioni pienamente autonome nel gusto compositivo. Il sito fa parte, costituendone il limite N, di un ben più ampio complesso archeologico che comprende un edificio nuragico di cui si conserva la torre a tholos semplice (12 filari di blocchi in arenaria conservati per un’altezza di m 3 e), strutture circolari, terrazzamenti un’altra area cultuale testimoniata da un ulteriore deposito votivo. Quest’ultimo è costituito da monete puniche e romane, ossa di animali combuste e calcinate che testimoniano l’accensione di fuochi; prossimi a tali materiali si sono trovate barchette in bronzo e vasetti miniaturistici di età nuragica che sembrano palesare per l’area una funzione cultuale protrattasi nel tempo

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