motivo decorativo a nastro intrecciato

pilastrino, ca 940 - ca 960

Frammento di pseudo parallelepipedo con una delle facce scolpita in bassorilievo; il campo figurativo è delimitato da una cornice marginale a listello piatto e largo ribattuto internamente da un listello stretto

  • OGGETTO pilastrino
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Sarda
  • LOCALIZZAZIONE Maracalagonis (CA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il reperto in esame fu reperito durante i lavori di ampliamento del cortile parrocchiale, nel 1966 circa. È verosimilmente da identificare come parte di arredo liturgico, un pilastrino ad unica faccia decorata, destinato ad intervallare due plutei; a differenza di altri trovati nell’Isola, in questo, però, non sono più evidenti le scanalature verticali per l’incastro delle transenne o dei plutei. Forse apparteneva al recinto presbiteriale dell’ormai scomparsa chiesa dedicata a Santo Stefano, martire locale, individuabile fino alla fine dell’Ottocento, quando dai suoi ruderi potevano ancora essere prelevati numerosi materiali di spoglio. Essa era la chiesa del villaggio bizantino e medioevale di Calagonis, abbandonato tra il 1416 ed il 1436, il cui territorio può essere identificato con il quartiere dove ancora oggi persiste il toponimo “Santo Stefano”, a qualche centinaio di metri a sud-ovest dal centro di Maracalagonis. Calagonis doveva essere un centro di una certa importanza, forse tra quelli di riferimento della corte giudicale, tanto che la sua chiesa divenne sede di un Arcipresbitero. Un’indagine archeologica potrebbe verificare, però, l’esistenza di una chiesa preesistente all'attuale parrocchiale, cui, in alternativa, far riferire questo pilastrino e gli altri coevi reperti maresi con i quali deve, pertanto, essere messo in relazione. Lo scultore, dopo aver scelto e sbozzato il blocco marmoreo e delimitato il campo figurativo con la cornice, provvedeva a scolpire i motivi decorativi richiesti, tracciando con il compasso gli ornati con un marcato sviluppo curvilineo ed utilizzando le sagome del repertorio figurativo della bottega. Le varietà ornamentali erano ripetute nelle diverse botteghe isolane - anche per l’uso delle stesse tipologie di sagome - tanto da consentire una classificazione scientifica dei reperti ritrovati in Sardegna ed in Campania, con la cui coeva produzione scultorea si trovano puntuali riscontri. “Nella scultura mediobizantina del meridione sardo”, scrive R. Coroneo, “il nastro intrecciato si trova esclusivamente nella forma a capi binati, separati dal solco prodotto dallo scalpello a pettine, che descrivono occhielli con bottoni più o meno bombati, provvisti talvolta di incavo o trapanatura centrale”. Questo peculiare motivo decorativo, definito anche “a treccia” o “a matassa”, di ascendenza antico-mesopotamica, fu recepito in epoca classica e, successivamente, nelle fasi di revival classicista; è, pertanto, largamente riproposto dalla scultura tardoantica, bizantina e, in Occidente, nell’alto Medioevo. Il pilastrino in esame rientra nel gruppo con cornice a due listelli, nastro intrecciato e bottoni lisci, ed è databile alla metà del X secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000067766
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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