NECROPOLI DEI MONTEROZZI (area ad uso funerario necropoli)

Tarquinia, VII secolo a.C - Età romana

L'estremità nord-occidentale del colle è occupata dalla moderna città di Tarquinia mentre i restanti settori (coltivati, adibiti a pascolo o proprietà demaniale) sono interessati dalla presenza di tombe etrusche, databili tra la prima età del ferro al I secolo d.C. Il lunghissimo periodo di uso, ininterrotto, della necropoli determina la presenza di numerose tipologie sepolcrali nell'area: pozzetti semplici o con custodia litica di età villanoviana, tumuli orientalizzanti, tombe a camera e a fossa di epoca arcaica ed ellenistica, tombe a buca

  • OGGETTO area ad uso funerario necropoli
  • LOCALIZZAZIONE Tarquinia (VT) - Lazio , ITALIA
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE A causa della presenza dell'abitato moderno e della suddivisione del territorio su cui insiste la necropoli in numerosissimi fondi di proprietà privata, adibiti a colture o pascolo, essa non è stata oggetto di indagini estensive ma è nota, nella critica, come divisa in una serie di settori: Calvario, Primi Archi, Arcatelle, Secondi Archi, Fondo Scataglini, Fondo Villa Tarantola. A questi si aggiungono anche una serie di tombe isolate, individuate in terreni di proprietà private, o gruppi di sepolcri su cui insiste la città moderna, che costituiscono una testimonianza della maggiore estensione della necropoli in epoca antica rispetto alla situazione odierna
  • SPECIFICHE DI REPERIMENTO Le prime scoperte nella necropoli dei Monterozzi sono documentate a partire da XVI secolo e continuano ad intermittenza per tutto il XVII. Nel XVIII secolo le "grotte cornetane" sono con certezza già identificate come tombe etrusche pertinenti alla Necropoli detta, a causa dei tumuli che ancora si ergevano in gran numero sul colle, "dei Monterozzi". Prime ricerche e scavo di alcuni importanti complessi si devono ad esempio al Cardinal Garampi, documentate dai disegni di James Byres. Nel 1839 si contavano già più di 2000 tombe, il cui scavo non sistematico era in teoria regolamentato dall'Ufficio del Cardinale Camerlengo di Corneto ma era, di fatto, in larga parte oggetto di spoliazioni clandestine. Tra il 1864 ed il 1870 lo scavo di numerose tombe si deve ai Conti Bruschi-Falgari nel settore dei Secondi Archi, mentre dal 1875 al 1880 il Municipio di Corneto, sotto la direzione di Luigi Dasti e Wolfgang Helbig effettuarono scavi sistematici nel settore dei Primi Archi e del Cimitero. Dal 1881 al 1896 il municipio di Corneto, con la partecipazione dell’Università Agraria, promuove una sistematica ricerca in loc. Arcatelle. Nel primo trentennio del Novecento vengono effettuati scavi in vari settori, sotto la direzione di G. Cultrera, direttore del nuovo museo di Tarquinia e ispettore agli scavi. Nuovi scavi, sempre dal carattere episodico, sono diretti da P. Romanelli, subentrato al Cultrera. Nuovo impulso all'indagine sistematica della necropoli viene dato, a partire dal 1963 sino al 1978, dalle campagne di prospezione geofisica e di scavo eseguite a tappeto dalla Fondazione Lerici in concerto con la Soprintendenza per l'Etruria Meridionale, concentrate sopratutto nei settori "Calvario" e "Fondo Scataglini". Quest'ultimo costituisce l'unico settore della necropoli ad essere stato scavato in maniera estensiva. Una serie di rinvenimenti fortuiti di tombe singole o gruppi di tombe pertinenti alla necropoli sono avvenuti a partire dagli anni Sessanta nel settore più a nord del colle, occupato dal centro moderno di Tarquinia, la cui espansione edilizia si è sovrapposta all'area dell'antico sepolcreto. Oltre a singoli interventi di emergenza, la Soprintendenza per l'Etruria Meridionale ha effettuato campagne di scavo in vari settori della necropoli nel 1985 (scavo della Tomba dei Demoni Azzurri), 1989 (scavo in zona Cimitero), 1991 (scavo "dell'Alluvione" in zona Secondi Archi), 1998-2004 (scavo del sepolcreto villanoviano di Villa Bruschi-Falgari)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201339191
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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