Saffo. ritratto di donna greca

scultura, 1857 - 1861

ritratto della poetessa Saffo seduta su una roccia alla quale sono poggiati una lira e una corona d'alloro

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • MISURE Profondità: 86
    Altezza: 141
    Larghezza: 122
  • ATTRIBUZIONI Duprè Giovanni (siena 1817 / Firenze 1882)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo delle Belle Arti
  • INDIRIZZO viale delle Belle Arti, 131, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In una lettera datata 5 settembre 1857, Giovanni Duprè confidava all'amico e allievo Tito Sarrocchi di essere alle prese con una "Saffo seduta, nel massimo abbandono, che medita di precipitarsi nel mare" (cfr. Duprè, 1882, p. 177). Lo scultore iniziò la lavorazione della statua nello stesso anno, al ritorno da un viaggio a Parigi e a Londra, nel corso del quale rimase molto colpito dai marmi del Partenone conservati al British Museum. L'elaborazione fu sicuramente lunga, e comprese anche un notevole cambiamento fra la prima idea, testimoniata dal bozzetto conservato a Villa Duprè (Fiesole), ed il bozzetto definitivo (perduto, ma replicato in una terracotta datata 1858, appartenente ad una collezione privata fiorentina). La composizione di quest'ultimo corrisponde meglio alla descrizione contenuta nella già ricordata lettera a Sarrocchi, ed allude più chiaramente al tragico suicidio della poetessa: secondo una delle leggende più note (riferita da Ovidio), Saffo, non corrisposta nel suo amore per Faone, si sarebbe gettata in mare dalla rupe di Leucade. Infatti, mentre nel primo bozzetto la poetessa è raffigurata seduta su un sedile all'antica, assorta in una dolente meditazione, nella versione definitiva essa posa su una rupe, in un atteggiamento di languido abbandono reso più dinamico da un contrapposto che prelude al tragico salto (cfr. Spalletti, 2002, p. 120).Il marmo venne presentato all'Esposizione Nazionale di Firenze del 1861, dove ottenne vasti consensi, sebbene la critica tentasse di minimizzare l'esuberante sensualità delle forme femminili modellate da Duprè : la bellezza della Saffo venne definita "quieta e decente", derivata dall'assidua osservazione della "bella natura" (Conti, 1861, pp. 10-12). Inoltre, i pochissimi accenni al denso pathos ellenizzante della scultura - che può essere inserita a pieno titolo tra le opere più significative nell'ambito del neogrecismo internazionale - si risolvono in qualche breve riferimento al "profumo di bellezza ellenica" spirante dal corpo della Saffo (cfr. C. J. Cavallucci, 1862, in Spalletti, 2002, p. 121).Altri esemplari:-Firenze, collezione privata (già collezione Cesare Corsi), bozzetto in terracotta firmato e datato 1858 (cfr. Spalletti, 1972, p. 79, tavv. 35a, 35b, 36);-Fiesole (FI), Villa Duprè "Del Poggetto", bozzetto in terracotta (cfr. Spalletti, 1972, p. 79, tavv. 35a, 35b, 38);-Fiesole (FI), Villa Duprè "Del Poggetto", bozzetto in terracotta (cfr. Spalletti, 1972, p. 79);-un bozzetto dell'opera è descritto da Arturo Viligiardi in AA.VV., A Giovanni Duprè, Siena, Lazzeri, 1917, p. 75
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200488724
  • NUMERO D'INVENTARIO 2328
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • ISCRIZIONI sul sedile in marmo, a sinistra - Duprè -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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