Rilievo con rappresentazione di banchetto funebre (rilievo/ funerario)

Roma,

È rappresentato un banchetto funebre (Tohtenmahl) al quale partecipano il defunto disteso su una kline, la sua sposa e un servitore. Il defunto è semisdraiato verso sinistra. Le gambe sono avvolte nell'himation, mentre il torso è di tre quarti verso lo spettatore. Col gomito sinistro si appoggia su un cuscino ripiegato tre volte. La mano destra è appoggiata sul ginocchio. La testa è di profilo; il viso è barbato, i capelli ondulati sono trattenuti da un cercine. In primo piano, davanti alla kline, è rappresentata una figura femminile. Siede di tre quarti verso destra e appoggia i piedi su un basso sgabello modanato. Veste chitone senza maniche e himation avvolto intorno alle gambe e arrotolato in grembo. Un lembo passa sopra la testa ed è trattenuto con la mano sinistra. La mano destra è appoggiata sul piano del sedile. Sullo sfondo è rappresentato, per intero, un cavallo di profilo verso destra; la testa si inserisce nello spazio tra le figure principali. Presso l'estremità destra del rilievo è un giovane servo nudo, frontale; le proporzioni ridotte della figura possono far pensare ad un fanciullo, se non che la muscolatura sviluppata indica piuttosto che la differenza di statura è dettata dalla necessità di obbedire a criteri gerarchici. Il ritmo della figura è influenzato dagli schemi fiqurativi Policletei. I capelli corti e ricciuti sono trattenuti da un cercine. L'oinochoe nella mano destra e la patera nella sinistra permettono di riconoscere nel giovane un servo. Il rilievo è inquadrato ai lati da pilastrini lisci che culminano in capitelli con modanature a semplici listelli. Il rilievo rientra nella classe dei "Tohtenmahlreliefs", cioè oggetti che nella Grecia di età classica avevano destinazione votiva (come indicano alcune iscrizioni col nome del dedicante) o funeraria. L'elemento costante di questi rilievi è il personaggio virile disteso su kline, davanti alla quale di solito è una trapeza con i cibi. Attraverso le iscrizioni di alcuni esemplari il personaggio è stato identificato genericamente con un Eroe ideale, sulla cui tomba era consuetudine offrire vivande. I rilievi sono completati di solito da una figura femminile e da un servo, oppure da una processione di personaggi. La produzione di questi rilievi, iniziata nell'ultimo quarto del VI secolo in varie località del mondo greco, a partire dalla fine del V si concentra in Attica, dove se ne osserva una eccezionale fioritura tra il 400 e il 300 a.C. (THÖNGES-STRINGARIS, in bibl., p. 2 ss.). Il rilievo Del Drago è stato inserito all'inizio di questa fase della produzione, soprattutto per le analogie con un rilievo dal Pireo datato intorno al 400 a.C. (SVORONOS, in bibl., II, p. 528, tav. LXXXIII; THÖNGES-STRINGARIS, p. 75, n. 47; tav. 7,2: rilievo del Pireo). Nel rilievo del Pireo il banchettante e il giovane servo sono assai si mili alle figure dell'esemplare Del Drago, ed è comune anche il particolare della trapeza senza vivande. Diversa è, invece, la figura della donna che ha i capelli nascosti da un saecos e indossa il peplo attico mentre la donna del rilievo Del Drago è in chitone ionico, Lo schema della figura femminile, seduta di tre quarti, con la mano che regge il velo, richiama molte immagini femminili che compiono frequentemente sulle stele attiche di IV secolo. Il motivo del cavallo ricorre frequentemente sui rilievi di questa classe, di solito ridotto alla sola protome, molto più raramente nella versione a figura intera, come nel caso in oggetto. Questa particolarità trova confronto solo in un rilievo di provenienza ignota, conservato a Venezia (Museo Archeologico, cfr. THÖNGES-STRINGARIS, p. 36; p. 91, n. 152, tav. 22,1) datato verso il 400 a.C., nel quale è un cavallo con cavaliere, e un altro conservato nel British Museum di Londra, proveniente da Taranto, certamente eseguito da un artista greco fortemente influenzato dallo stile del Partenone, e pertanto datato intorno al 420 a.C. (id., p. 36; p. 87, n. 136, tav. 17,2). Tipologicamente il rilievo Del Drago potrebbe essere ricondotto all’ambiente tarantino, perché il motivo del cavallo, che si inserisce con la testa fra i due personaggi principali, è attestato spesso sui rilievi di terracotta tarantini (THÖNGES-STRINGARIS, p. 33 ss.). Tuttavia non debbono essere sottovalutate le influenze attiche che si osservano nello stile del rilievo e la componente ionica presente nella veste della figura femminile. In mancanza di dati sulla provenienza non è possibile soltanto ipotizzare un centro di produzione nell'Italia meridionale; invece la cronologia intorno al 400 a.C., proposta da R.N. THONGES-STRINGARIS, è giustificata dai confronti citati

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