abito da sposa lungo, svasato

abito da sposa, da nozze, femminile - ambito italiano (secondo quarto sec. XX)

Completo da sposa, costituito da abito con cintura, sottabito, acconciatura con velo e scarpe coordinate. Abito da sposa lungo, con corpino aderente a collo alto, ad anello; ampie maniche arricciate e blusanti, a pala alta con imbottitura, lunghe al polso e terminanti con piccoli spacchi laterali, chiusi da bottoni a peduncolo con rispettive asole, rifinite a punto occhiello. Stretto in vita da alta cintura a fascia, fittamente arricciata alle estremità, da chiudere sul centro davanti mediante 3 ganci metallici con rispettive asole ad anello rivestite a punto festone; decorata da applicazione con bouquets di fiori d'arancio in cera e tessuto inamidato, su struttura rigida in fil di ferro rivestita in fibra sintetica e carta. Gonna di linea svasata, con leggero strascico sul retro. Apertura centrale posteriore (cm 19) chiusa mediante bottoni automatici. Interamente confezionato in tessuto di rayon goffrato, color bianco avorio, ad effetto marezzato. E' presente una fodera all'altezza dei fianchi, a coprire il retro. Non sono state riscontrate etichette che ne attestino la provenienza sartoriale

  • OGGETTO abito da sposa lungo, svasato
  • MATERIA E TECNICA fibre artificiali
    tessuto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria del Costume
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.zza Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La linea dell'abito e il taglio delle maniche suggeriscono una datazione alla seconda metà degli anni '30; confronti pertinenti con modelli della stilista Jeanne Lanvin, ascrivibili al periodo suddetto, e in particolar modo con un abito da sera ad oggi conservato presso le collezioni del Victoria & Albert Museum di Londra. In questo periodo si assiste ad una graduale "militarizzazione" della moda femminile, specie nell'abbigliamento da giorno: le spalle si fanno squadrate, dal taglio rigido e pronunciato. Inoltre, in un momento di ristrettezze economiche nonché di oggettiva difficoltà nell'approvvigionamento di materiali di lusso (conseguente alla scarsità delle merci d'importazione), sempre maggior diffusione trovarono i tessuti realizzati in fibre artificiali (il rayon in primis), in linea con le disposizioni del Regime fascista che tendeva a promuovere una certa semplicità e "decoro" formali, associati però alla ricerca di modernità ed innovazione. Il rayon, noto anche come "seta artificiale" per le sue caratteristiche di morbidezza e lucentezza, si rivelò materiale versatile, trovando impiego sia nella confezione di capi da giorno e biancheria che in quella di abiti da sera, per cerimonie ed occasioni importanti. Per ulteriori informazioni si rimanda alla bibliografia di riferimento (Donne protagoniste nel Novecento, Sillabe 2013)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Vestimenti antichi/contemporanei
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900750091
  • NUMERO D'INVENTARIO TA 6354
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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