Cristo crocifisso

dipinto, post 1296 - ante 1310

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura a tempera/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Lippo Di Benivieni (attribuito): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Giotto di Bondone
    Maestro Della Filicaia
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Crocifisso non risulta citato negli inventari di Santa Croce precedentemente al XIX secolo in quanto la tavola venne trasferita internamente alla Basilica soltanto dopo il 1789, quando la chiesa di San Pier Maggiore, e con essa quindi la cappella dei Filicaia per il cui ambiente era stata commissionata l'opera, venne demolita per ragioni di instabilità strutturale. In quella circostanza la croce fu quindi collocata nei locali del Museo del convento francescano dove è rimasta fino al 1966. L'alluvione che si abbattè quell'anno su Firenze produsse ingenti danni al patrimonio artistico della città e il dipinto, non risparmiato dalla piena dell'Arno, albergò provvisoriamente nel refettorio, come testimoniato da una foto dell'epoca, e in seguito presso la Limonaia. L'anno seguente venne trasferito presso i locali della Fortezza da Basso dove, inserito dagli esperti tra i casi restaurativi di quasi impossibile risoluzione, rimase per alcuni anni in attesa di uno sviluppo delle tecnologie conservative. Soltanto nel 1996, tornato al suo antico splendore grazie al medesimo complesso trattamento applicato al Crocifisso di Cimabue, è stato ricollocato nell'abside della cappella Cerchi. La fortuna critica dell'opera, a partire dal XIX secolo, è inficiata inizialmente da un'erronea interpretazione di un passo delle Vite del Vasari in cui si riferisce di un crocifisso giottesco collocato nella sagrestia di S. Croce. L'attribuzione a Giotto o alla sua bottega però non è più suffragata a partire dal 1956, quando Offner, rinvenendo un linguaggio espressivo autonomo ed originale, ipotizza la mano del "Maestro della Filicaia". Nel 1972 il Volpe, sviluppando la propria ricerca dai postulati di Offner, attribuisce il dipinto a Lippo di Benivieni, artista presumibilmente fiorentino che operò documentatamente dal 1296 al 1327, riconducendolo così a quella sua prima produzione artistica (1296-1310) in cui l'adozione della maniera giottesca, evidente nella resa realistica delle componenti anatomiche e del perizoma, nonché nel rigore del modulo rettangolare reiterato nella sagomatura della tavola, riesce a stemperare stilemi di matrice più antiquata, traditi, peraltro, dalle espressioni e dagli atteggiamenti pateticamente caratterizzati dei due santi, non di stampo senese o perugino, come verranno descritti da studiosi successivi, ma squisitamente "gotici". Al corpus di Lippo, che ricevette dal monastero di San Pier Maggiore almeno altre due committenze, vengono attribuite altre opere riferibili a questa per soggetto e per fattura: la Croce dipinta della Villa della Quiete (n. cat. 00191753), probabilmente eseguita anch'essa al principio del XIV secolo; la Croce conservata presso il convento di Santa Maria della Marca, databile tra il 1315 e il 1320; la più tarda (1320-1330) porzione di Croce della Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi alla Villa il Tasso (n. cat. 00155548)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900649479
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • ISCRIZIONI in alto, sul cartiglio - HIC E[ST] IH[S]US/ NAZAREN'[US]/ REX IUDO[RUM] - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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