Madonna con Bambino in trono fra sei angeli e i Santa Elisabetta d'Ungheria e Ludovico da Tolosa
Il dipinto presenta la Madonna (abito e mantello in marrone scuro) con il Bambino Gesù (veste rosa) in braccio. Il gruppo è seduto in un trono bianco composto da quattro nicchie che assumoo funzione di seggio. E' corredato di specchi marmorizzati e di colonnette attorcigliate che risultano sorrette da piccoli leoni, simboli della sapienza. Ai lati del seggio si dispongono verticalmente quattro angeli (con abiti da diacono in rosa, celeste e rosso; ali in giallo e celeste) che si alternano in figure di giovani e di fanciulle. In primo piano sono invece Sant'Elisabetta d'Ungheria (tunica marrone e soggolo bianco) e San Ludovico da Tolosa (saio e manto in marrone). La composizione si conclude con una tenda marrone disposta fra il trono ed il fondo dorato, dietro la quale si dispongono due angeli con vesti in rosa e azzurro. Uno di questi è raffigurato nell'attimo in cui sta' offrendo un ramo di gigli all'altro. Il dipinto, corredato di una cornice cuspidata a doppia modanatura, presenta una fenditura verticale che interessa interamente il trono
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
legno di pioppo/ pittura a tempera/ doratura
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ATTRIBUZIONI
Maestro Di Figline (attribuito): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Figline e Incisa Valdarno (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Non si conosce ne' la provenienza della tavola ne' la committenza. Gli studiosi che si sono interessati del dipinto hanno ipotizzato che doveva essere stato eseguito per la chiesa di san Francesco, sempre a Figline. Tale congettura trova riscontro nei due santi francescani raffigurati nella pala. Non si conosce neppure l'epoca in cui il dipinto è stato trasferito nella Collegiata dove fu collocato nell'altare in Cornu Epistolae (non più esistente), a destra di quello maggiore. Nel terzo decennio del Novecento trovò collocazione vicino alla porta d'ingresso per essere poi trasferito a Firenze a causa dell'ultimo conflitto bellico. In quell'occasione gli storici dell'arte, rivisitando l'opera, si accorsero che la tavola era stata riquadrata negli ultimi decenni del Quattrocento (come voleva la moda del tempo) e ridipinta con tempera celeste negli spazi che si erano creati. La laccatura, risalente indubbiamente al Settecento, fu rimossa da Gaetano Lo Vullo verso il 1946. In quell'occasione il restauratore portò alla luce due angeli che, successivamente, il Conti (1980) ha riferito a Domenico Ghirlandaio. Nel corso dei restauri la tavola fu di nuovo cuspidata, presentata alla mostra del 1947 a Firenze e riconsegnata alla Collegiata dove si trova tutt'ora. Il dipinto, creduto per molto tempo di un anonimo senese o di un giottesco dal Bargilli (1875), dall'Offner (1926) e dal Coletti (1937) fu riferito al Maestro di Figline dal Graziani (1943). Tale ascrizione è stata accettata dal Pope-Hennessy (1946), dal Longhi (1948), dall'Oertel (1949), dal Toesca (1951), da Kaftal (1952), dal Bologna (1956), dal Volpe (1973), dal Bellosi (1977), dal Conti (1980) e dalla Caneva (1985)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900193726
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0