Elia sale al cielo sul carro di fuoco e getta il mantello a Eliseo, angeli

decorazione plastico-pittorica,

Personaggi: Elia; Eliseo. Figure: angeli. Abbigliamento: all'antica. Fenomeni metereologici: nuvole. Oggetti: carro; mantello. Animali: cavalli

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
    stucco/ modellatura/ pittura/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Franceschini Baldassarre Detto Volterrano (1611/ 1690)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il primo a ricordare questi affreschi è Filippo Baldinucci nella sua 'vita' del Franceschini, così scrivendo: "Avendo risoluto Francesco Orlandini senatore fiorentino ricchissimo gentiluomo di adornare di pitture a fresco la Cappella di sua famiglia nella chiesa di S. Maria Maggiore de' frati Carmelitani della Congregazione di Mantova, ed avendo sentito il grido di questo artefice, volle che egli di sua mano la dipignesse: nel che fare si portò tanto bene che non si può dir più. Vedesi nella volta di sotto in su, sopra un carro di fuoco tirato da due cavalli à quali non manca se non il moto, un venerabil vecchio, figurato per lo Profeta Elia, in atto di gettare il mantello ad Eliseo, il quale si vede con un piede posato in terra e l'altro alzato, correre furiosamente per assecondare il moto veloce del carro e con braccia alzate per ricevere il mantello: figura così bella e con si bene adattato scorto acconcia in prospettiva che non vi è veduta dalla quale alla non si vegga operare. Negli angoli dipinse alcuni Angeli con cartelle volanti in mano con certi motti tutte figure di gran rilievo". Il Baldinucci descrive poi gli altri affreschi del Volterrano, nella lunetta della stessa cappella e, nella navata centrale, nell'arco corrispondente della cappella stessa; conclude dicendo che il pittore disegnò anche gli stucchi che adornano la cappella. Tutte le antiche fonti ricordano quest'opera del Volterrano, il Bocchi-Cinelli (1677), il Del Migliore (1684), il Richa (1755). Il Lanzi (1795) osserva che "l'Elia è scortato così bene, che fa rammentare il celebre S. Rocco del Tintoretto per l'inganno che fa all'occhio". La volta affrescata è ancora citata dal fantozzi (1842). I Paatz (1952) datano gli affreschi al 1642 circa. Questa data è accettabile dato che il Baldinucci scrive che committente degli affreschi fu Francesco Orlandini, lo stesso che nel 1642 fece ristrutturare l'intera cappella. Infatti non ci sono altre datazioni proposte (vedi Mosco 1974, Caramellino 1974). le scritte nei vari cartigli inneggiano tutte a maria perchè all'origine sull'altare era posto un dipinto del Bilivert con alcuni santi che facevano corona ad un'antica immagine della Madonna del Carmine (vedi Richa)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900119370
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • ISCRIZIONI nel cartiglio dell'angelo di un pennacchio - MATER INTEGRA - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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