La Poesia. Allegoria della Poesia

dipinto, 1822 - 1822

Lastra

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA porcellana/ pittura
    legno/ intaglio/ traforo/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Abraham Constantin (1785/ 1855)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Palatina e Appartamenti Reali
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.zza Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Pubblicato da Svend Eriksen nel catalogo delle porcellane francesi (Firenze 1973, p. 120, n. 68), il presente dipinto, copia su porcellana di un quadro di Carlo Dolci conservato nella Galleria Corsini, venne eseguito nel 1822 dal pittore Abram Constantin, attivo per la manifattura di Sèvres durante la prima metà dell'Ottocento (1813-1848). L'opera, racchiusa entro un'elaborata cornice neobarocca a intagli di nastri e volute, documenta l'interesse da parte della committenza ottocentesca verso la pittura del Seicento che a partire dagli anni venti si affiancava a quelllo per gli artisti del Rinascimento. Non a caso, infatti, il Constantin era famoso per eseguire copie su porcellana di Sèvres dai dipinti dei maestri del Cinquecento e del Seicento. Il Constantin fu un celebre pittore su smalto e porcellana di origine ginevrina (studiò nella sua città natale con i pittori Cassin, Dufour e Léchaud), ben presto trapiantato a Parigi dove frequentò l'ambiente artistico della capitale espondendo con successo al Salon del 1811 dopo aver eseguito miniature su commissione di illustri personaggi tra cui anche la moglie dell'Imperatore, Giuseppina. Dal 1820 al 1826 soggiornò a Firenze dove dipinge diverse copie dai quadri famosi visibili nelle raccolte cittadine e strinse amicizia con Ingres. Proprio durante questo periodo fornì diverse opere all'allora principe di Carignano, il futuro re Carlo Alberto (cfr. F. Mazocca in "Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna 1773-1861", Torino, 1980, vol. 3, p. 1424 e relative schede). Dopo aver soggiornato nuovamente in Italia nel 1835 il pittore si stabilì a Parigi fino al 1848 quando ritornò a Ginevra dove, di lì a settembre, morì (cfr. Thieme- Becker, " Allgemeines Lexicon der bildenden kunstler...", Leipzig 1912, vol. VII, pp. 325-326). Il quadro risulta inventariato per la prima volta tra gli arredi di Palazzo Pitti nell'Inventario dei Mobili redatto a partire dal 1819 al n. 10089 in data 25 agosto 1822 (cfr. Scheda OA redatta da S. Tabakoff nel 1972)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900006123
  • NUMERO D'INVENTARIO OdA Pitti, n. 765
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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