Psiche abbandonata

scultura, ca 1846 - ca 1846

Statua in marmo raffigurante Psiche abbandonata

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA Marmo di Carrara
  • ATTRIBUZIONI Cappelli Giovanni (1814/ 1855): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Musei
  • INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'ingresso dell'opera nelle raccolte estensi è probabilmente da riconnettersi al suo carattere di saggio di profitto scolastico per l'ottenimento di una sovvenzione governativa. Consta infatti che Giovanni Cappelli, già allievo di Luigi Mainoni presso l'Accademia Atestina, ottenesse nel 1846 una pensione ducale per frequentare l'atelier fiorentino di Lorenzo Bartolini esibendo due prove: una testa di Venere ripresa da Antonio Canova e, appunto, questa Psiche, copia da Pietro Tenerani, di altezza di poco inferiore al prototipo, che misura cm 118 (cfr. la minuta della lettera di A. Malatesta in data 25 luglio 1846 nell'Archivio dell'Istituto d'Arte "Venturi" di Modena presso l'Archivio di Stato di Modena, "Atti amministrativi", 1845-1846, b. 9; cfr, inoltre, Rivi 1995, pp. 29 e 32, n. 39). Il marmo dell'Estense ripropone la statua che nel 1817 aveva consacrato il suo autore, il giovane Tenerani, da circa un paio d'anni nello studio romano di Berthel Thorvaldsen, fra i protagonisti della scultura internazionale. Acquistata dalla marchesa Carlotta de' Medici Lenzoni per il suo palazzo fiorentino di Santa Croce (ora nella Galleria Nazionale di Palazzo Pitti), venne poi replicata per illustri collezionisti, tra cui il principe di Metternich (cfr. Pinto 1972, pp. 39-40 e 225; Di Majo, Susinno 1989, pp. 314, 317-318). Sull'onda di quel successo, nel 1822 Tenerani avrebbe prodotto l'altra celebratissima "Psiche svenuta" (esemplare nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma). L'opzione di un simile modello illumina il contesto culturale dell'Accademia Atestina di quegli anni quaranta. Sceglie infatti il Cappelli l'opera che Pietro Giordani, nel 1826, aveva acclamato sulle pagine dell'"Antologia", come "vera e vivente ... molle e tepida carne con quelle delicate apparenze del moto interiore" (Giordani 1826, p. 200). Dunque, una maggiore disponibilità verso il dato naturale, che sembra preludere ai modi del purismo. Quest'approccio alle "tematiche narrativo-sentimentali" (Di Majo, Susinno 1989, p. 314), di clima ormai romantico, avrebbe fortemente segnato l'ispirazione del Cappelli, al quale sarebbero rimaste congeniali le raffigurazioni femminili solitarie e pensose, come avvolte in atmosfere melanconiche, espressive di sensi simbolici. Legato il suo nome al monumento funerario dell'arciduca Ferdinando Carlo d'Austria d'Este nella chiesa di San Vincenzo di Modena, del 1855, il Cappelli sarebbe divenuto docente di scultura, e quindi di "disegno di modellato" presso l'Accademia modenese. E intanto, questa "Psiche abbandonata", oltre a costituire un parametro del gusto collezionistico austro-estense, invera un ideale di bellezza che dovette profondamente emozionare il Cappelli: un adesione sentimentale che traluce dalla tersa resa delle forme, di una preziosità quasi alabastrina
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800439266
  • NUMERO D'INVENTARIO 567
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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