Chiesa di San Benedetto

Savignano sul Rubicone, XIII/ XX

Ha pianta rettangolare con abside quadrata. Il fronte, su Via Vendemini, è in mattoni a vista, con tracce di intonaco liscio molto deteriorato. La facciata è racchiusa da un ordine gigante di lesene a sezione rettangolare, che la percorrono sino all'imposta del timpano. Alla mezzeria è il portale d'ingresso, architravato, incorniciato da due lesene a sostegno del timpano dentellato. In asse con il portale, a circa 6 metri, di altezza, è una finestra rettangolare, di ragguardevoli dimensioni, impostata su di una modanatura che scandisce orizzontalmente la facciata. La finestra ha cornice liscia in cotto e infisso in legno. Al di sopra, impostato sull'ordine gigante di lesene, è il coronamento in forma di timpano dentellato. Il fianco destro, per tutta la lunghezza della navata è inserito nell'edilizia circostante e per un'altezza di circa 4m. è visibile da Via Voltone. Tale tratto di muratura reca evidente la traccia di una entrata secondaria alla chiesa, oggi murata. L'abside, in mattoni a vista, senza tracce di intonaco, prospetta su di un cortile, e si presenta come un volume distaccato dal corpo della navata, con copertura propria a padiglione. Il lato destro dell'abside presenta una finestra rettangolare murata, mentre il retro reca una finestra a monofora di ragguardevoli dimensioni anch'essa murata. Al di sopra è il cornicione a dentelli come nel fronte. L'interno presenta copertura a capriate di legno. Sono evidenti le tracce della volta a botte oggi crollata, Rimangono la cornice all'imposta della volta e due tiranti metallici, l'uno dei quali spezzato. La navata ha pavimento in cotto, come l'abside. I muri dell'aula sono intonacati. L'abside à separato dalla navata mediante uno scalino in cotto. Sull'intonaco, in corrispondenza dell'ancona, rimangono tracce di decorazioni dipinte a fresco

  • OGGETTO chiesa
  • AMBITO CULTURALE Maestranze Locali
  • NOTIZIE La chiesa e l'annesso convento, oggi distrutto, sorgono verso la metà del XIII sec. come "colonia" del più antico eremo detto Montalie Salutie, tenuto dai monaci camaldolesi sulla rive destra del Rubicone, fuori le mura del "castrum Sabiniani". Il passaggio dall'eremo della Salute sembra avvenire verso la metà del 1200. Lo si deduce da una bolla di Innocenzo IV del 1252, in cui si enuncia tra le pertinenze dell'eremo della Salute tale ospedale di San Benedetto in Savignano. Infatti sembra che il nuovo eremo sorgesse all'inizio come ospedale e che da tale si trasformasse in monastero negli anni successivi. Non si sa se la chiesa fosse donata o fondata dai monaci stessi. La denominazione stessa, San Benedetto, induce a crederla di fondazione monastica. Dagli Annalisti Camaldolesi si trae la prima costituzione dei Monaci di S. Benedetto in Savignano datata "anno Domini MCCLXXIX, I Kalendas Novembris". Certamente in questo periodo i monaci del Montale cominciarono a trasferirsi nel S. Benedetto che, acquistando importanza, fu trasformato da ospedale in monastero. Nel 1284, abate certo Bono, S. Benedetto è già residenza del Priore. Nel periodo che va dalla fondazione fino al 1370 circa, la chiesa di S. Benedetto, la più antica dentro il castrum, è nel pieno fulgore. Di tale ricchezza si è persa ogni traccia nei successivi rifacimenti. Dal 1370 in poi, le notizie su S. Benedetto, si fanno sempre più lacunose. Verso il 1450 chiese e convento sono in pieno decadimento. Se ne lagna il priore generale, Ambrogio dei Traversari, nella visita fatta il 16 dicembre 1433. Nel 1461 la chiesa di S. Benedetto è vacante. Nello stesso anno Pio II la tolse ai Camaldolesi e la ridusse in commenda. Il 10 febbraio 1463 ne fu spedita la bolla esecutoriale in cui si dice del monastero: "edificia dirupta... sunt, et in quo indiu alicuis monachus non abitavit". Da tale periodo sino al 1530 si conoscono tutti i commendatari della chiesa di San Benedetto. In tale anno, commendatario Philos Roverella, iniziano i diari delle enfiteusi di S. Benedetto. Con questa data si è soliti erroneamente indicare la fondazione delle chiesa. Il 25 giugno 1577, la chiesa di San Benedetto è visitata dal Vescovo di Rimini, G.B. Castelli. Nei verbali della visita è scritto: "... Visitavit ecclesiam S. Benedicti de Savignano, quae abet Titulum Abbatia. Rector et Abbas Blanchettis". Durante la visita il Castelli ordinò che ai togliessero due rovinate immagini monastiche poste sull'altare e diede altri provvedimenti riguardo agli arredi sacri. Intanto la chiesa, pur rimanendo aperta al culto passa di commenda in commenda. Nel 1592 à visitata dal Vescovo Salicini. Nel verbale della visita è citata come "Eclesiam S.Benedicti cum anners S.Petri ab Elmo (l'antico eremo Montale)". Nel 1629 la chiesa è occupata dalla confraternita del SS. Sacramento che officiava in S. Sebastiano. Verso la metà del XVII sec., sotto il commendatario Alessandro Magalotti, la chiesa subì massicci rifacimenti. Il rinnovamento della chiesa proseguì sino al 1669 "leggendosi questa nota cronologica sull'altare di marmo rosso di Verona come le balaustre che separano il presbiterio dalla navata" (da “Memorie del Monastero Camaldolese di San Benedetto di Savignano”, B. Borghesi, 1808), di tale date e dell'altare oggi non si ha traccia. L'aspetto attuale della chiesa è quello assunto dopo i lavori intrapresi dal Magalotti. Della chiesa camaldolese si è perduta ogni traccia poiché tali lavori provvidero alla quasi totale rimozione del primitivo aspetto. Il Borghesi suppone inoltre che nella ristrutturazione seicentesca si conservasse "l'antica pianta fabbricando sui fondamenti della chiesa monastica e che forse anche si appoggiasse il nuovo edificio sopra una porzione dei muri della medesima, dandone non lieve sospetto l'osservare che più moderni sembrano i muri superiori..." (Borghesi p. 134). Sembrano questi essere i più consistenti e soprattutto ultimi interventi architettonici sulla chiesa. Nel 1687 la chiesa è vacante. Dal 1688 si ha una nuova serie di affittuari; la chiesa è intanto aperta al culto come cappellania del Gerolimini della Madonna Rossa. Nel 1759, il Vescovo di Rimini, Ludovico Valenti, fece fare alcune riparazioni alla chiesa, e ne rinnovò l'altare che insignì delle sue armi. Con l'invasione francese del 1797, soppresso l'eremo, furono confiscati tutti i beni della chiesa ed estinta la commenda. Nel 1804 chiesa e monastero furono acquistati da Matteo Montesi che provvide alla manutenzione della chiesa e al mantenimento del culto. La famiglia Monteri mantiene la proprietà sino al 1978, anno in cui la cede all'attuale proprietario, Primo D'Altri. Chiusa al culto dagli anni della guerra versa ora nel più completo abbandono
  • LOCALIZZAZIONE Savignano sul Rubicone (FC) - Emilia Romagna , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Vendemini, 66, Savignano sul Rubicone (FC)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Architettura
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800305741
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2022
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda catalografica (1)
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA estratto di mappa catastale (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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