Madonna della Cintura. Madonna con Bambino e San Giovanni Battista

dipinto, 1600 - 1610

In alto, tra le nuvole e due putti alati, la Madonna è vestita in azzurro e stringe sulle ginocchia il Bambino, coperto solo da un perizoma bianco, che porge fiori al Battista. Questi è seduto in basso sulla sinistra, coperto da un drappo rosso, mentre stringe un bastone. Ai piedi di San Giovanni vi è un agnello e sullo sfondo un paesaggio abitato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Bernabei Pier Antonio (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Corniglio (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Molto interessante, anche se necessiterebbe di un restauro urgente che ne ripristini la qualità generale e ne rinforzi la tela, è questo dipinto che Cirillo e Godi nella loro guida (1986, pag.208) assegnano a Pier Antonio Bernabei e ai primi decenni del Seicento. Ipotesi abbastanza condivisibile, anche se lo stato conservativo non buono non ne permette una lettura ottimale: si tratta comunque di pittura di notevole qualità, soprattutto per quel che riguarda le parti migliori, come il gruppo sacro tra angioletti in alto. Pier Antonio Bernabei (Roma 1567-1630) lavora in Santa Maria dei Servi di Parma ("Ascensione e storie di Cristo", 1612-13), poi opera al teatro Farnese e nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. E' inoltre significativa la grande cupola affrescata in Santa Maria del quartiere (1626-29) - per la quale spese parole positive il Lanzi nella sua "Storia pittorica dell'Italia" (definì l'artista "Uno dei migliori frescanti che allora vivessero in Lombardia e in Italia", 1795-96) - dove si nota un post correggismo con la parte "sentimentale" supportata da tendenze controriformiste. Per quanto riguarda la datazione invece si può ipotizzare in effetti un avvicinamento - si pensi alla cromia intensa e alle soluzioni spaziali adottate, tipicamente manieriste almeno in parte - con la tela raffigurante il "Battesimo di Cristo", conservata nella chiesa dei santi Lorenzo e Michele a Monchio delle Corti e databile agli stessi anni (schedatura inv. 08/00236678, n.45). Ma non essendo ancora certa l'attribuzione al Bernabei è possibile accennare brevemente ad alcuni modelli e artisti contemporanei che potrebbero aver influenzato il nostro autore. Similitudini che saltano subito all'occhio sono quelle con il modenese Bartolomeo Schedoni (1578 ca. - 1615) per molti anni al lavoro nel parmense. Si può notare infatti come alcuni particolari del nostro dipinto - tratti del viso della Madonna e Bambino, capelli biondi degli angeli con le loro occhiate equivoche allo spettatore, gamba di San Giovanni - siano davvero simili a quanto appare nella "Sacra famiglia in gloria con santi" del museo di Capodimonte a Napoli, proveniente dalle collezioni farnesiane (R.Roli, "Pittura bolognese", Bologna 1977; Guandalini G., 1986, pag. 106). Ci sono poi rimandi alla pittura bolognese tardo cinquecentesca e seicentesca, influenze assunte durante gli anni giovanili e formativi passati nella città felsinea, sia per quanto riguarda, ancora una volta, la scomposizione spaziale all'interno dell'opera che soprattutto per la figura della Vergine e il figlio. Pietro Faccini (1562 ? - 1602), culturalmente legato ai Carracci, ma capace di una concitata ricerca formale legata al manierismo emiliano, può essere chiamato in causa almeno per quel gruppo sacro posto in alto che sembra, tanta è la nitidezza esecutiva in punta di pennello, assimilabile al piccolo rame, della collezione Molinari Pradelli conservata nel bolognese, "Sposalizio mistico di santa Caterina con santi". Nella nostra opera manca la verve spigliata e anticonformista del miglior Faccini, ma lo stile e l'equilibrio poco contenuto sembrano assimilabili ("La raccolta Molinari Pradelli, dipinti del Seicento e del Settecento", 1984 pag. 97). Un ulteriore nome da chiamare in causa - visto che le tinte calde e diluite paiono molto vicine anche a tipologie cremonesi - per questo primo studio dell'olio di Petrignacola, è quello di AgostinoBonisoli di Cremona (1635 - 1707). Nel qual caso l'opera andrebbe postdatata, ma era impossibile non farvi un breve cenno, lasciando aperta la questione dell'attribuzione in questo momento al Bernabei. Pensiamo alla "Madonna con bambino e santi Borromeo e Nicola" della chiesa di San Nicolò a Torricella del Pizzo a lui almeno avvicinabile anche se non assolutamente attribuibile. La tipologia del vestiario della Vergine, compreso il velo sui capelli e le gote arrossate, sono davvero assimilabili, così come il velo bianco che passa sulle gambe di Gesù a coprirne le nudità. Molto simile è inoltre il gesto domestico e personalissimo di accarezzare il piede del figlio da parte della madre (Tanzi M. 1999, pag. 26, ill.13). Il paesaggio, infine, che in lontananza si intravede tra le nubi e la pecora, sulla destra, ha qualcosa di ambito dossesco e ferrarese. Non è comunque sempre immediato distinguere alcune di queste influenze, soprattutto perché la tela risulta essere stata ampiamente ridipinta, almeno nella parte bassa.L'opera viene menzionata nell'Inventario della "Roba mobili e immobili della Chiesa Parrocchiale di S. Michele Arcangelo di Petrignacola", steso da Domenico Rabaglia (ma la grafia del nome non è chiara) il 4 luglio 1815 (Archivio Vescovile di Parma, n. 18, pag. 9) e dove si fa menzione nella pagina con in testa la dicitura "Mobili che ... al altare di San Giovanni Battista ... ": "altare in legno molto usato appoggiato al muro, sopra del quale vi è appeso un quadro dipinto a maraviglia in graziosa [o grandiosa] pittura l'immagine di d
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800143507
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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