crocifissione con Sant'Andrea, San Pietro e il committente
dipinto,
1544 - 1544
Tisi Benvenuto Detto Garofalo (1476 Ca./ 1559)
1476 ca./ 1559
Cristo in croce ha un cropo calmo e rilassato del colore del marmo, il capo reclinato a sinistra. E' oggetto di meditazione e meditazione da parte del committente Bernardino Barbuleio inginocchiato sulla destra e dei due fratelli apostoli. Sulla sinistra Andrea reca sulle spalle una pesante croce mentre Pietro a destra è riconoscibile per la fisionomia più giovanile, per i capelli ricciuti, un po' stempiato, barba corta, tratti somatici marcati, tunica gialla e mantello azzurro. Il suo specifico attributo sono le due chiavi d'oro e d'argento poste ai suoi piedi
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Tisi Benvenuto Detto Garofalo (1476 Ca./ 1559): ESECUZIONE
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Collezione privata Fondazione Cassa d
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Diamanti
- INDIRIZZO corso Ercole I d'Este, 21, Ferrara (FE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Eseguita nel 1544 su commissione del Barbuleio, rettore della chiesa di San Pietro, per il secondo altare di destra dedicato al crocifisso, recava nel cartiglio posto ai piedi della croce la seguente iscrizione ricordata dal Baruffaldi: "Christo patibulo affixo servatori/ Bern. Barbulejus hujus templi aedituus/ hoc altare annuo proventu/ sacra supellectile instructum/ de minervali erexit/ pianimis ac religionis ergo/ anno MDXXXXIV". L'originaria iscrizione venne poi sostituita da quella attualmente leggibile, non completa. Donato a Monsignori Girolamo Crispi arcivescovo di Ferrara nel 1745, che successivamente lo restituì alla chiesa dopo averne fatto eseguire una copia, fu ricollocato sull'altare dove rimase fino alla soppressione della chiesa nel 1806. Da quella data il dipinto subì una serie incalzante di passaggi, fino all'acquisto da parte della Cassa dei Risparmi di Ferrara nel 1996. Nota agli studiosi per merito di Giacomo Bargellesi, che la riscoprì dopo un quasi secolare oblio presso la collezione Candiani di Busto Arsizio, l'opera costituisce un documento importante della tarda produzione del Garofalo. La lezione di Raffaello, appresa a Roma ne l1512, si decanta di qualsiasi elemento decorativo e formale per lasciare spazio ad un impianto rigorosamente equilibrato tra solidità strutturale e raccolta religiosità, esemplato sui modelli di Giulio Romano. La simmetria dei due apostoli e la presenza del committente conferiscono alla centralità di Cristo una solennità narrativa ed emotiva lirica che allenta la tensione della violenza del supplizio divino, proponendolo come immagine ideale e reale al tempo stesso. E lo stesso respiro spaziale dell'ambiente naturale di derivazione veneto-tizianesca, costruito su più piani e aperto fino all'orizzonte montuoso, conferisce maestosità alla drammaticità della scena ed enfatizza il plasticismo "romanizzante" di Cristo e dei due apostoli che, coi loro abiti rosso rubino, verde, blu e giallo oro, accendono il dipinti di bagliori ferraresi (A.M. Fioravanti Baraldi)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico non territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800078678
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI nel cartiglio sotto la croce - Vertite ad hunc oculos animumque intendite, fratres,/ Vestraque ad humanis tollite corda locis/ Hic est quem solum santi cecinere parentes [---] - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0