Abbazia di Tiglieto (strutture per il culto complesso monastico)

Tiglieto,
  • OGGETTO strutture per il culto complesso monastico
  • LOCALIZZAZIONE Tiglieto (GE) - Liguria , ITALIA
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le indagini archeologiche eseguite in occasione del restauro della Sala Capitolare e dell’armarium nella badia di Tiglieto documentano le fasi di frequentazione antecedenti la costruzione abbaziale, rappresentate da attività antropiche legate alla pratica agricola del debbio e da una necropoli di 11 inumazioni prive di corredo, allineate su file parallele. Sembra quindi accertata l’esistenza di un nucleo abitativo preesistente, sebbene non riconducibile con certezza ad una comunità di canonici regolari collegata alla famiglia marchionale di ceppo aleramico dei marchesi del Bosco. Questo precedente insediativo avrebbe lasciato traccia nel toponimo Civitacula e nella dedicazione a Santa Croce, poiché nelle diverse carte documentarie di XII secolo giunte fino a noi, gli abati e il cenobio vengono citati senza differenziazione cronologica in modi diversi come ecclesia o abbati del monastero di Santa Maria e Santa Croce in loco Tilieti/Teletus/Tegeto/Tagledo o de Civitacula/Civitatule. Il complesso abbaziale sorge ai margini meridionali della piana del torrente Orba, su terrazzi fluviali spianati e regolarizzati. Gli storici ritengono, con solide motivazioni, che i Cistercensi si insediarono nell’area nel 1120, prima dell’abbazia cistercense di Lucedio (1123) e delle donazioni marchionali dei boschi di Rovereto e Tiglieto del 1127 e del 1131, sancite con bolla di papa Innocenzo II del 1132. Alla prima fase edilizia, datata ad un periodo compreso tra il 1120 e il 1132 sulla base dell’analisi della muratura, apparterrebbero le tre cappelle presbiteriali individuate nel corso di sterri negli anni cinquanta del secolo scorso davanti al fronte est, il transetto non sporgente e le prime tre campate della navata orientale. In base alle analisi mensiocronologiche, negli anni compresi tra 1150 e il 1153, la chiesa venne allungata di due campate e venne realizzata una nuova facciata. Tra l’ultimo quarto del XII e i primi anni del XIII secolo è datata la costruzione del chiostro e furono ampliate le quattro ali monastiche, tra le quali quella est venne prolungata oltre il quadro claustrale. Nel 1442 il monastero venne chiuso e trasformato in commenda. Tra la prima metà del XV e la fine del XVI secolo venne ricostruita parte della navata centrale e di quelle laterali; prima del 1664 venne capovolto l’orientamento della chiesa e costruito il campanile. Nel 1644 fu soppressa la commenda e la badia divenne parrocchia, mentre nel 1648 il cardinale Raggi ne ottenne dal papa la concessione in enfiteusi perpetua. I Raggi trasformarono la chiesa da gotica a barocca e tra 1737 e 1738 rialzarono di un piano l’edificio del monastero trasformandolo in dimora gentilizia. Venne anche costruito un battistero a fianco del campanile, di cui restano testimonianze grafiche e fotografiche precedenti al 1973, quando fu demolito per restituire al prospetto la facies medievale. La famiglia Raggi si occupò anche della gestione produttivo-infrastrutturale del territorio abbaziale, con la costruzione di una ferriera, la deviazione del corso dell’Orba e il restauro del ponte medievale. Attualmente, l’abbazia è composta da tre corpi di fabbrica disposti a Sud della chiesa, intorno ad una corte centrale. Il quarto lato è moderno e non conserva alcuna traccia delle strutture medievali, diversamente dagli altri tre corpi dove è stato possibile riconoscere nell’ala orientale la sacrestia, l’armarium, la sala capitolare, l’auditorium, la galleria che conduceva al sovrastante dormitorio, il locutorium e la sala dei monaci. A Sud (scavi 2005 e 2006) si collocano il refettorio, la cucina e le dispense. Un edificio ad uso abitativo, le cui fondamenta risalgono al periodo medievale, collocato a poca distanza dal braccio ovest del quadrato claustrale, era probabilmente l’alloggio dei conversi. Il chiostro, di cui restano i muri di fondazione, era delimitato dai tre corpi di fabbrica e dal perimetrale destro della chiesa. Indagini archeologiche condotte in quest’area hanno portato alla luce sepolture privilegiate, le più antiche delle quali risalgono al XIII-XIV secolo; tra di esse si annoverano frammenti del monumento funebre di Isnardo I Malaspina, signore di Cremolino, morto nel 1332. I terreni intorno all’abbazia, proprietà monastica, furono bonificati grazie alla realizzazione di una fitta rete di canali d’irrigazione, indagati presso il limite esterno SO del complesso nel 2007. Il monastero era dotato anche di un acquedotto, il cui utilizzo fu concesso ai monaci da Enrico VI, nel 1187. La gestione territoriale lungo il torrente Orba era inoltre affidata a numerose grange dipendenti dall’abbazia, con mulini, arativi, vigneti e boschi di castagno. I monaci possedevano anche una fornace presso il rio omonimo a circa 500 m dalla chiesa, almeno due neviere ed un mulino, citato in documento del 1578 e ancora in attività nella seconda metà del Settecento, forse identificabile con un edificio attualmente utilizzato come abitazione. Sono invece strutture seicentesche il Molino Nuovo, sulla sponda sinistra dell’Orba, gli edifici circostanti e la ferriera, costruita nel 1673 e in gran parte demolita nel 1960 per costruire la SP 76. Nel 1583 i soldati del duca di Mantova occuparono il monastero e iniziarono a costruire un fortino e una casa doganiera per riscuotere un dazio su sale, olio e altre merci in transito lungo la strada dell’Orba
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE Monastero
  • CONDIZIONE GIURIDICA dato non disponibile
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700374150
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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